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Negato il voto per le Regioni, obbligatorio il voto per ENASARCO

Negato il voto per le Regioni, obbligatorio il voto per ENASARCO

Autore: ElectoMag - Enrico Toselli

Negato il voto per le Regioni, obbligatorio il voto per ENASARCO. Lo Stato libero di Bananas

No, non ce la possono fare. I dittatorelli dello Stato Libero di Bananas continuano ad ignorare ciò che loro stessi decretano, non rispettando norme o semplice buonsenso. Cancellano le elezioni amministrative e regionali, ignorando le richieste delle Regioni, perché ce lo chiede il coronavirus.

Ma poi impongono agli agenti di commercio di votare per il rinnovo dei vertici di Enasarco, a partire dal 20 maggio.

Comprensibile il disprezzo dei dittatorelli nei confronti di ogni logica democratica che conduca al voto dopo una capillare campagna elettorale. Magari dopo confronti, approfondimenti. In fondo Enasarco si limita a gestire le pensioni di tutti gli agenti di commercio e deve garantirle a tutti gli agenti tutt’ora in attività. Gestisce un patrimonio di oltre 7 miliardi di euro; ma che saranno mai di fronte alla “grande potenza di fuoco” messa in campo dal governo e che, in realtà, non esiste perché si tratta solo di prestiti concessi dalle banche e che dovranno essere ripagati?

Ma gli oltre 300mila lavoratori che hanno diritto al voto non hanno diritto a votare informati, consapevoli, preparati. In questo momento devono pensare a sopravvivere, ma ai ministeriali con stipendio garantito non interessa. Le mandanti sono state chiuse sino a pochi giorni or sono, e altre lo sono ancora, ma ai dittatorelli non interessa neppure questo.

Il decreto dell’8 aprile 2020, n.23, articolo 33 comma 1, prevede che sino al termine dell’emergenza gli enti come Enasarco possano rinviare il voto con contestuale proroga degli amministratori. E l’emegenza scade, in Italia, il 31 luglio. Dunque la decisione dell’Enasarco di rinviare il voto era sacrosanta ma ai dittatorelli non è piaciuta. Bisogna anche capirli: tra i decreti del presidente del consiglio, le autocertificazioni, le liti con le Regioni, qualcuno poteva fare confusione.

FNAARC, USARCI, Uiltucs, Ugl Terziario, Fisascat e Filcams hanno condiviso la decisione del rinvio del voto. Dunque, anche sotto l’aspetto della rappresentatività della categoria, il governo avrebbe dovuto avere il buon gusto di prenderne atto. Ma quando si comincia a pensare di avere i pieni poteri, di governare in nome di Dio e fregandosene della volontà della Nazione, allora la base non conta più nulla, i lavoratori sono un fastidio e si procede per imposizioni e decreti. Appunto da perfetti dittatorelli dello Stato Libero di Bananas.

Fonte EletoMag - Autore Enrico Toselli