La reclusione ha favorito il commercio on line. Gli agenti devono pensarci ora
Primum vivere. Ed allora va bene anche l’elemosina elargita dal governo per tacitare gli agenti di commercio, costretti all’inattività da una gestione indecente dell’emergenza coronavirus. Con la prospettiva di prolungare le difficoltà di lavoro anche quando gli altri Paesi europei saranno tornati non alla normalità ma, almeno, alla convivenza con il rischio virus.
Però, nonostante il lìder minimo, ci sarà un futuro anche in Italia. E se il governo pensa di occuparsene solo tra qualche mese, quando sarà come al solito troppo tardi, gli agenti di commercio devono prepararsi per tempo. Prendendo in considerazione i cambiamenti imposti dagli arresti domiciliari. I reclusi innocenti hanno dovuto fare i conti con la tecnologia. Non solo i più giovani, i nativi digitali, ma anche i più anziani. Gli acquisti online non sono più un oggetto misterioso, non rappresentano più il quarto mistero di Fatima. Si può fare.
E questo non determina solo problemi per i negozi, quando avranno il permesso imperiale per riaprire a targhe alterne, con distanze siderali tra cliente e venditore. Ovvio che il cliente non potrà provarsi un capo di abbigliamento per evitare l’arrivo dei droni e lo sbarco dei marines. Ma quale potrà essere il rapporto tra agente di commercio e negoziante? Un saluto romano dalla porta e poi il racconto a distanza, senza neppure sfiorare la merce?
Se poi, com’è probabile, una consistente quota degli acquisti si trasferirà sull’online, quali saranno le provvigioni per gli agenti? Magari non ci si farà caso nei primi giorni di libertà, quando la voglia di uscire e di incontrare spingerà ad affollare il marciapiede davanti ai negozi, in code ordinate. Ma si farà in fretta a stufarsi di queste condizioni, utili solo a scoraggiare il commercio di prossimità a vantaggio delle multinazionali delle vendite online.
La categoria degli agenti di commercio deve quindi ragionare ora, e molto rapidamente, sul proprio futuro.
Un futuro che – come sostiene Antonello Marzolla, segretario generale Usarci – è strettamente connesso con il futuro dell’Italia. Il disastro economico che stanno preparando i sedicenti esperti avrà conseguenze devastanti sugli agenti. E la crisi degli agenti aggraverà le difficoltà dell’economia italiana.