La petizione contro le accise sul gasolio che penalizzano gli agenti di commercio
PETIZIONE USARCI CONTRO LE ACCISE SUL GASOLIO CHE PENALIZZANO GLI AGENTI DI COMMERCIO
Settantamila km all’anno di percorrenza media fanno degli agenti di commercio una categoria di lavoratori che utilizzano l’auto “professionalmente”. Secondo il Governo, no.
Infatti l’esecutivo, per far cassa (ma in nome dell’ambiente, sia chiaro), sta pensando di introdurre un aumento delle accise sul prezzo del gasolio ma “esonerando – spiegano all’USARCI che ha promosso una raccolta firme per chiedere una modifica al provvedimento – però da tale provvedimento le Categorie di lavoratori che utilizzano professionalmente l’autovettura: taxisti, noleggiatori, autotrasportatori”.
Dimenticando, pare, proprio gli Agenti di commercio “che – prosegue la nota dell’Usarci – forse più di altri utilizzano l’autovettura per raggiungere la propria clientela e che rappresenta il vero bene strumentale indispensabile alla produzione del proprio reddito”.
Una semplice dimenticanza, si augurano all’Usarci. E se lo augurano le migliaia di agenti che hanno immediatamente sottoscritto la petizione. L’urgenza di firmare è evidente, poiché modificare un testo prima che venga approvato è molto più semplice che correggerlo successivamente. Si evitano interventi con tempi biblici e spese aggiuntive in attesa della modifica.
Senza dimenticare, aggiungono all’Usarci, che la Categoria degli Agenti di commercio è stata investita in maniera assai violenta sia dalla crisi economica che ha ridotto il numero degli stessi di circa centomila unità in meno di un decennio, “sia dal fenomeno indiscriminato del commercio elettronico che ha messo in ginocchio molte nostre imprese e con loro le nostre stesse famiglie”.
Non si capisce, d’altronde, la ratio che sarebbe alla base di questa discriminazione tra categorie che utilizzano l’auto per lavoro. La vettura è indispensabile per i taxisti così come per gli autotrasportatori e gli agenti di commercio. Ed il diesel, al momento, rappresenta una sorta di scelta obbligata, mancando completamente una rete di distributori per le vetture elettriche, qualora il provvedimento del governo fosse davvero motivato da ragioni ambientali.