Via delle Sette Chiese, 144 - 00145 Roma
800 616 191
info.agenti@usarci.it

Influencer, da mito a intoccabili. E gli agenti di commercio rifiutano i loro soldi

Influencer, da mito a intoccabili. E gli agenti di commercio rifiutano i loro soldi

Autore: Enrico Toselli

Pecunia non olet? C’è chi dice No. C’è chi non vuole denaro “contaminato”. Ed è una scelta paradossale poiché, sino allo scorso anno, la categoria che lo produce era osannata, invidiata, concupita.Sic transit gloria mundi e, soprattutto, la gloria degli influencer. Perché ora, tra gli agenti di commercio, serpeggia l’insoddisfazione per una sentenza che ha equiparato l’attività degli influencer (non in tutti i casi) a quella degli agenti. Con l’effetto di riempire di nuove entrate le casse di Enasarco, l’ente previdenziale della categoria.

“Noi non vogliamo quei soldi perché non possiamo confonderci con gente che fa l’influencer”, hanno protestato alcuni. E non pochi. Altri, al contrario, hanno badato al sodo e hanno ritenuto che tanto, nell’immaginario collettivo, le due attività restano totalmente separate mentre la cassa diventa unica. Dunque va benissimo così.

Ma al di là della sensibilità della categoria, è interessante notare il profondo cambiamento nella percezione degli influencer dopo il caso Balocco e dopo le vicende dei Ferragnex non più Ferragnez.

Finite le copertine servili con personaggi esaltati quali nuove divinità; gli studi su ogni loro mossa; i corsi universitari per diventare influencer; i corsi truffa di chi si rivolgeva a sfigati cronici promettendo di trasformarli in vip; la svendita di ogni dignità giornalistica per inseguire simili personaggi. Sembra ieri che gli ancora Ferragnez venivano considerati come guru per la politica corretta e per la cancel culture. Ed era proprio ieri. Ed oggi, da Ferragnex, vengono sbeffeggiati senza freni e si lanciano frecciate di dubbio gusto per avere ancora un briciolo di visibilità.

Il problema però non è dei Ferragnex, del bullo che si crede Napoleone (in concorrenza con Macron) e della “fata sfiorita” (secondo la dotta citazione del bullo), bensì di tutti gli illusi che li hanno seguiti, che li hanno imitati con la speranza di conquistare milioni di seguaci e milioni di euro. Cosa resterà di tutto questo mondo? Supererà la crisi, riempendo le casse di Enasarco, o finirà in una bolla di sapone e di rimpianti? La compagnia di giro del mondo inutile creerà un nuovo personaggio così potente o punterà su tanti piccoli influencer specializzati nei vari ambiti?

L’unica cosa che si può escludere è il ritorno ad un briciolo di serietà. Sarebbe la fine non solo degli influencer ma di un vasto mondo che comprende L’Isola dei famosi, il Grande Fratello, Temptation Island, Uomini e donne. Ma che si estende anche a tutti quei programmi di finta informazione, soprattutto politica, dove chi non sa nulla spiega qualcosa che non ha capito ad altri che non stanno ad ascoltare. E vale anche per le riviste che, su questo mondo inutile, hanno costruito la propria esistenza. Passando dagli influencer alle analisi socioculturali con la medesima preparazione e competenza.

Fonto Electo - Autore Enrico Toselli