Impoverire gli agenti di commercio e concedere mance: la strategia del governo
Le mance governative sì, l’anticipo del Firr (con soldi propri) no.
A prima vista potrebbe sembrare assurdo il comportamento dei ministri del Lavoro e delle Attività produttive nei confronti degli agenti di commercio. Invece il governo segue una precisa strategia che mira a ridurre ai minimi termini la categoria per avere, poi, mano libera nel prendersi il patrimonio dell’Enasarco. Due battaglie, all’apparenza. Ma un’unica guerra.
Tutti i lavoratori autonomi rappresentano un fastidio per questo esecutivo. Proprio in quanto autonomi. Troppo liberi, troppi indipendenti. Dunque che si fa? Li si rende dipendenti.Non da un datore di lavoro, ma da un donatore di elemosine: lo Stato. Che impedisce di lavorare, con la scusa dell’emergenza sanitaria; che esclude inizialmente gli agenti ed altre categorie autonome dai rimborsi; e che infine, dopo aver spaventato anche queste categorie, iniziando ad impoverirle, concede magnanimamente il “ristoro” che, ovviamente, sarà successivamente fatto pagare con nuove stangate fiscali.
Ma, in questo modo, si è creata la dipendenza dalle mance statali. Se, al contrario, si fosse permesso di anticipare una quota del Firr, gli agenti sarebbero stati consapevoli di utilizzare soldi propri, senza dover ringraziare nessuno.
Invece anche Enasarco deve diventare un ente odiato, impossibilitato ad operare, in modo da giustificare un commissariamento governativo. Ed il commissario potrà fare ciò che vuole con i soldi degli agenti. Un patrimonio estremamente utile per rimediare ai disastri governativi.