Contro il Firr agli agenti di commercio, sua divinità burocrazia
Non c’è solo Sua Divinità Mario Draghi. In Italia abbiamo anche Sua Divinità Burocrazia che incombe come il Fato. Sopra tutto e sopra tutti. In questo caso sugli agenti di commercio, almeno nella visione del mondo di Luigi Conte, presidente di Anasf. Che, in una lettera spedita agli agenti spiega, ovviamente in burocratese, che l’anticipo del Firr possono scordarselo. Non perché non ne abbiano diritto, ma perché lui ed i “ministri competenti” sono fedeli servitori di Sua Divinità Burocrazia.
Già definire “competenti” i ministri ora rispediti ad occuparsi di altro fa abbastanza ridere. Ma le motivazioni anche di più, non fosse che si tratta di fondi destinati ad affrontare una crisi provocata da altri “competenti” che non hanno bloccato il virus ma hanno messo in ginocchio l’economia.
Dunque, secondo Sua Divinità Burocrazia ed anche secondo Anasf, le valutazioni sulla tenuta dei conti di Enasarco in caso di erogazione di anticipi del Firr non andavano bene non perché sbagliate o scorrette, ma perché effettuate da un cda in scadenza ed in proroga. E chissenefrega se gli agenti di commercio avevano bisogno di questi soldi lo scorso anno, e ancora adesso. E chissenefrega se i conteggi erano corretti. Sua Divinità Burocrazia pretende di aspettare le nuove elezioni. E poi di aspettare i ricorsi, perché non basta che lo schieramento sostenuto da Anasf abbia ottenuto 3mila voti in meno.
Bisogna ottenere la vittoria, certificata da altri “competenti”, pur avendo perso. Ed a quel punto si concederanno gli anticipi? Certo che no! Si rifaranno i conti, in maniera tale da dimostrare che il Firr non può essere distribuito. Perché nel burocratese del presidente Anasf si intuisce che i soldi non devono essere distribuiti. E guai ad Antonello Marzolla, neo presidente Enasarco, che insiste per concedere gli anticipi.