Vino: da Nord a Sud produttori sfidano siccità e stimano ottima qualità per la vendemmia 2022
(Adnkronos) - Conto alla rovescia per la vendemmia 2022 che in alcune parti di Italia sta muovendo i suoi primi passi. La situazione meteorologica di queste ultime settimane rende evidente come la grande sfida del 2022 si chiami 'siccità'. La lunga assenza di precipitazioni si inserisce, tuttavia, in una situazione fitosanitaria complessivamente buona che, per le diverse aree vitivinicole, fa sperare in un’annata di ottima qualità con interessanti sorprese soprattutto per i vini rossi. Ecco, da Nord a Sud, la situazione in queste particolari aree.
A partire dall'Alto Adige. Se un anno fa, i viticoltori altoatesini raccolsero 450mila quintali di uve, per quest’anno, come anticipa Andreas Kofler, presidente del Consorzio vini Alto Adige, le attese sui volumi sono in linea col 2021: “Le sensazioni in vista della vendemmia 2022 sono sicuramente positive e ci attendiamo un’annata dall’elevato livello qualitativo. Le viti ad oggi sono in salute e siamo pertanto ottimisti per la raccolta, che dovrebbe iniziare, dato l’andamento climatico, con circa 10-14 giorni di anticipo. Sicuramente le elevate temperature di queste settimane stanno tenendo alta la nostra attenzione, ma grazie alla diffusa presenza di impianti a goccia nelle nostre vigne stiamo gestendo al meglio la situazione dal punto di vista idrico".
"Ancora una volta, la montagna è nostra alleata - sottolinea - grazie alle altitudini che garantiscono escursioni termiche benefiche per le nostre uve. Auspichiamo sicuramente un settembre un po’ più fresco al fine di mantenere l’acidità nell’uva e la relativa freschezza. Augurandoci che non ci siano fenomeni avversi dal punto di vista meteorologico nei prossimi mesi, crediamo che un’annata calda e anticipata come questa possa essere particolarmente interessante per i vini rossi, in particolare per il Lagrein ma anche per il Cabernet e il Merlot. In vigna stiamo portando avanti un lavoro meticoloso nell’ottica di garantire più ombra possibile sui grappoli defogliando meno, consapevoli che la grande sfida di quest’anno sarà proprio quella di cercare di avere dell’uva un po' più fresca. A livello di quantitativi, ci aspettiamo un’annata nella media rispetto a quello dello scorso anno".
Anche l’areale del Collio è in buona salute, grazie soprattutto a precipitazioni a giugno e luglio “sufficienti a evitare situazioni di eccessivo stress idrico”, come sottolinea il presidente del Consorzio del Collio, David Buzzinelli, che parla di sensazioni molto positive, perfetta situazione fitosanitaria e attese per un elevato livello qualitativo dell’annata: “Non si segnalano problemi di peronospora e oidio e non ci sono criticità legate all'incremento della flavescenza dorata”, come in altre parti della regione.
Il raccolto è stimato in anticipo di dieci giorni (a partire dalla terza decade di agosto con pinot grigio e sauvignon). A fronte di una fertilità del grappolo considerata buona, il mese di agosto e le agognate piogge determineranno i volumi. Lo scorso anno i quintali raccolti furono 97mila contro gli 86mila del 2020. Per il Consorzio Collio sarà una vendemmia sostenibile con protocollo Sqnpi per circa 306 ettari e 17 aziende in forma associata (erano 13 nel 2021), che si aggiungono ad altre che procedono singolarmente con lo stesso protocollo di lotta integrata e ad altre certificate a biologico.
Passando al Consorzio Vini Venezia, che nel 2021 aveva raccolto oltre 450 mila quintali di uva nelle sue 5 denominazioni tutelate, traccia un bilancio positivo per questa vendemmia, che sicuramente si è caratterizzata anche per alcune complessità che hanno impegnato i viticoltori del territorio: siccità in primis e flavescenza dorata in seconda battura. “In base a quanto ci dicono i dati sulle curve di maturazione - spiega Stefano Quaggio, direttore del Consorzio Vini Venezia - prevediamo per le varietà precoci un anticipo di vendemmia rispetto allo scorso anno, con il Pinot Grigio che farà verosimilmente da apripista già a partire dalla settimana di Ferragosto. Per quanto riguarda i bianchi e i rossi, è ancora prematuro invece fare delle ipotesi".
"Si tratta sicuramente di un’annata sfidante - ammette il direttore del Consorzio Vini Venezia - ma che stiamo gestendo con la massima attenzione. Un’annata iniziata un po' tardi nel germogliamento ma che ha poi visto un recupero sulla maturazione a causa delle alte temperature, spesso al di sopra della media e della siccità, elemento che ha fortemente condizionato questo 2022. Nel nostro territorio, un tema sicuramente complesso che ci ha coinvolto è stato quello della flavescenza dorata. Soprattutto nell’areale del Veneto orientale ma con una parziale diffusione anche nella zona del Piave, questa fitoplasmosi segna ancora in modo significativo le nostre viti".
"Tuttavia, la gestione che abbiamo avuto di questa virosi negli ultimi mesi ci fa ben sperare. Le trappole cromotropiche che sono state adottate, infatti, e che ci hanno fornito una stima della quantità di insetti che veicolano questa virosi, ci dicono che il numero di individui è diminuito sia nel biologico sia nella viticultura convenzionale. Elemento, questo, che ci fa essere fiduciosi per il futuro, anche se sicuramente è una tematica che continueremo ad osservare con molta attenzione", sottolinea.
"Rispetto alla qualità di questa annata siamo sicuramente positivi, così come rispetto alle stime di raccolta che pensiamo saranno in continuità con quelle dello scorso anno", aggiunge.
Spostandosi verso Sud, in Calabria, la Doc Cirò e Melissa parte da una base di 52mila quintali di uve dichiarati nel 2021 e di 40mila nel 2020. Due annate scarse che portano il Consorzio guidato da Raffaele Librandi a stimare nel 2022 un incremento del 10%. “Questo inverno - racconta -non abbiamo avuto fenomeni meteo estremi né grandinate, ma registriamo una mancanza di pioggia. A giugno le temperature sono state di gran lunga superiori alla media. Al momento, non sembrano esserci problemi sulla salute delle piante e lo stato fitosanitario è molto buono”. Il raccolto, per i 300 viticoltori (molti in regime biologico), dovrebbe partire in anticipo a metà settembre. “Al momento come Consorzio - dice - non adottiamo il protocollo nazionale di sostenibilità”.
Sempre al Sud, con quasi 25mila ettari, la Doc Sicilia nel 2021 ha portato in cantina quasi 2 milioni di quintali di uve, rispetto a 1,8 milioni del 2020. Il 2022, secondo stime del Consorzio di tutela, sarà in flessione tra 10 e 15%, “ma senz’altro sarà una vendemmia molto soddisfacente per l’ottima qualità delle uve”, afferma il presidente Consorzio Doc Sicilia Antonio Rallo.
“Ci apprestiamo a vivere una vendemmia - conclude Antonio Rallo - che si registra come sempre la più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, sebbene l'inizio sia previsto circa una settimana più avanti rispetto allo scorso anno: inizieremo i primi di agosto con le varietà precoci, fino ad arrivare all’autunno. La vendemmia 2022 si preannuncia con un 10-15% di produzione in meno rispetto al 2021, ma senz’altro molto soddisfacente per l’ottima qualità delle uve”.