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Venezuela, appello del deputato a Meloni: "Con Maduro fame e censura, Italia ci aiuti"

Venezuela, appello del deputato a Meloni: "Con Maduro fame e censura, Italia ci aiuti"

(Adnkronos) - "Al governo italiano e alla premier Giorgia Meloni chiedo questo, che ci sostengano nel processo che stiamo portando avanti affinché la sovranità sia rispettata e il Venezuela possa, finalmente, essere in pace". È l'appello che attraverso l'Adnkronos Williams Davila, politico venezuelano e attuale deputato all'Assemblea nazionale del Venezuela per il partito Azione democratica, rivolge alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni mentre nel Paese sudamericano non si placano le proteste dopo l'esito delle ultime elezioni. Il presidente uscente Nicolas Maduro ha proclamato la vittoria con il 51,2% dei voti, ma l'opposizione antichavista denuncia brogli, rivendicando il successo con il 70% delle preferenze. Davila nei giorni scorsi ha sfilato per le strade di Caracas per chiedere il riconoscimento di Edmundo Gonzalez - candidato dell'opposizione - come presidente eletto: "Lo attestano gli oltre 7 milioni di voti di venezuelani e venezuelane, ed è per questo che continueremo a lottare". 

"La comunità internazionale", spiega il parlamentare venezuelano, membro dell'Istituto Milton Friedman, può fare pressione dall'esterno "affinché il Cne (il Consiglio nazionale elettorale, ndr) mostri i verbali che sostiene di avere. La premier Meloni sa che la volontà del popolo e la sua sovranità devono essere rispettate, e sono sicuro che sosterrebbe quanto dico. Quello che è successo il 28 luglio è stato un fenomeno elettorale che non si vedeva dal secolo scorso. La gente si è recata ai seggi in massa e ha votato per Edmundo Gonzalez come nuovo presidente del Venezuela". Anche l'Unione europea secondo Davila può giocare un ruolo decisivo per tenere i riflettori accesi sulla situazione nel Paese: "Il regime di Maduro deve sapere che qui nessuno riposerà fino a quando la sovranità popolare e la giustizia non prevarranno e non saranno rispettate". 

Intanto a Caracas proseguono i disordini. Sarebbero almeno 24 le persone morte nelle proteste seguite alle presidenziali del 28 luglio, come denunciato su X dall'organizzazione per i diritti umani Provea. Il bilancio si riferisce ai giorni tra il 28 luglio e il 5 agosto: "La realtà di ciò che sta accadendo nelle strade del mio Paese è un processo sistematico di repressione, che genera insicurezza e paura per la nostra libertà. I venezuelani e le venezuelane - prosegue Davila - sono stati coraggiosi a scendere in strada in diverse occasioni storiche, ma quello che stiamo vivendo ora non è paragonabile ad altri anni. Chiunque può essere arrestato senza aver commesso alcun reato. Solo essere un leader politico dell'opposizione, sostenere Edmundo Gonzalez e Maria Corina Machado (politica e attivista per i diritti umani, ndr) è motivo sufficiente per essere arrestato". 

"Il caso più recente e che ha avuto un grande impatto", racconta il parlamentare dell'opposizione, "è quello di una politologa e professoressa universitaria dell'Ucv, che stava per prendere un volo per Buenos Aires, in Argentina, per le vacanze e non le è stato permesso di imbarcarsi. È stata arrestata e tenuta più di 24 ore in isolamento, senza che ci fosse un ente competente a dare spiegazioni. È solo una professionista che si dedica all'azione umanitaria, e solo per questo è stata arrestata. Il Venezuela si trova in una situazione insostenibile. I cittadini sono costretti a cancellare chat, eliminare immagini e sbarazzarsi di qualunque cosa possa coinvolgerli come sostenitori dell'opposizione. E questo è solo un esempio del carattere totalitario che sta assumendo il regime illegittimo di questo Paese". 

Non è un caso che Maduro abbia dichiarato 'guerra' alla app di messaggistica WhatsApp per motivi di sicurezza: "I social media in Venezuela sono stati il nostro unico mezzo per poterci esprimere nel modo più libero possibile, per informarci e sapere davvero cosa sta succedendo nel Paese, dato che c'è una situazione di censura da anni. I media tradizionali non possono essere totalmente trasparenti, altrimenti vengono chiusi e presi dallo Stato, quindi i social media sono stati lo spazio di comunicazione di tutti noi. Il governo - sottolinea Davila - cerca di reprimere i social per evitare che le persone si informino, carichino informazioni o prove dei crimini contro l'umanità, delle violazioni dei diritti costituzionali e altro. WhatsApp è stata l'applicazione che Maduro ha ordinato di cancellare dai telefoni perché da lì, afferma, sarebbero nate presunte cospirazioni. Vogliono eliminare WhatsApp perché è stata fondamentale come mezzo per rivelare le frodi, e per il semplice fatto che non possono controllare il principale canale di diffusione utilizzato per documentare e informare su ciò che stiamo vivendo dal 28 luglio. Il regime ha paura di ciò che non può manipolare e controllare". 

Davila traccia un quadro devastante quando gli viene chiesto un bilancio dell'esperienza governativa di Maduro: "Il Paese versa in una condizione di povertà estrema, con un'alta percentuale di insicurezza alimentare che ha lasciato una grande parte della popolazione in vari gradi di malnutrizione. Per non parlare del saccheggio della compagnia petrolifera statale Pdvsa, risultato della cattiva gestione e della grande corruzione che è esistita dai tempi di Hugo Chavez. Inoltre, ci troviamo in una situazione in cui non esiste uno Stato di diritto, per cui i diritti umani vengono sistematicamente violati nel Paese, vengono commessi crimini contro l'umanità. Queste sono le condizioni, ed è per questo che il cambiamento politico è necessario e urgente".  

Con Gonzalez, sostiene Davila, il Venezuela potrebbe avere "ciò che realmente non ha mai avuto: una solidità istituzionale che possa sempre mantenere la democrazia nel Paese e che riesca a evitare un sistema autocratico". Nel frattempo su indicazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, la Farnesina ha istituito una "task force" permanente per seguire gli sviluppi in Venezuela. "In coordinamento con l'Ambasciata d'Italia a Caracas e con i due consolati di Caracas e Maracaibo - si legge in una nota del Ministero - verrà effettuato un monitoraggio continuo dell'evoluzione della situazione politica nel Paese e delle problematiche relative agli oppositori politici e ai cittadini italiani soggetti a provvedimenti da parte delle autorità locali". (di Antonio Atte)