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Pensioni, Draghi: "Quota 100 non verrà rinnovata"

Pensioni, Draghi: "Quota 100 non verrà rinnovata"

Il destino di Quota 100 "è oggetto di discussione della legge di bilancio, che presenteremo la settimana prossima. Io ho sempre detto che non condividevo Quota 100: ha una durata triennale e non verrà rinnovata". Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi, rispondendo ad una domanda a Bruxelles. "Quello che occorre fare - aggiunge - ora è assicurare gradualità nel passaggio alla normalità. E' questo l'oggetto della discussione oggi. Occorre essere graduali. I dettagli verranno resi noti nel corso della legge di bilancio", conclude. 

GOVERNO - Nel Consiglio Europeo "nessuno" dubita dell'europeismo del governo italiano, di cui fa parte la Lega, e "nessuno" ha chiesto lumi sulla presenza del Carroccio nell'esecutivo, dice poi Draghi. E a chi gli chiede se qualcuno gli abbia chiesto del ruolo della Lega nel governo, alla luce del suo orientamento 'sovranista', risponde che "veramente non me lo ha chiesto nessuno. Nessuno ha dei dubbi sul fatto che questo governo sia europeista. L'adesione della Lega al governo è stata decisa sulla base del mio discorso in Parlamento". "Ho detto - ricorda - che 'chi farà parte di questo governo deve rispettare il diritto dell'Unione, deve considerare il percorso che ci ha portato all'euro un grande successo. E tutto quello che è successo dopo, con tutti i momenti di crisi e di difficoltà, anch'esso un grande successo dell'Unione'. Quello che dobbiamo fare è cercare di riparare le debolezze della costruzione, non distruggerla. E credo che nessuno lo voglia fare", conclude. 

ENERGIA - Nella discussione in Consiglio Europeo sui prezzi dell'energia "noi siamo stati molto espliciti, con la necessità di preparare subito l'ipotesi di uno stoccaggio integrato" del gas naturale, "per quanto riguarda le scorte strategiche, e di cominciare a fare una specie di inventario delle riserve che sono disponibili oggi nei vari Paesi". "Questo perché - continua Draghi - dobbiamo arrivare ad un sistema che protegga tutti i Paesi Ue in egual misura. E prevenendo quelli che stiamo vedendo e che possono essere movimenti di mercato, dove alcuni Paesi stanno acquistando capacità di stoccaggio in altri Paesi. Certe volte - conclude - questi movimenti di mercato non vanno esattamente nella direzione di garantire a tutti i Paesi una protezione".  

"Per molti Paesi il gas continuerà ad accompagnare, sia pure diminuendo" gradualmente "la propria importanza, la transizione ecologica. Ma chiaro che il punto di arrivo è quello delle rinnovabili". "L'ipotesi più probabile - continua - è che l'aumento dei prezzi dell'energia" che si verifica in questo periodo "sia per una parte strutturale e per una parte destinato a sparire. Ma questo episodio mostra la necessità di avere una strategia che punti all'autonomia strategica dell'Unione. E su questo che la Commissione lavorerà nel lungo periodo, lavorando sull'integrazione dei mercati, sulle interconnessioni. Molti problemi nascono dall'infrastruttura di distribuzione del gas. Occorrono poi accordi di lungo periodo" con i Paesi fornitori. "Molti di noi - prosegue - hanno detto che la vera autonomia strategica si raggiunge nel lungo periodo soltanto non dipendendo dal gas, che noi importiamo per l'85-90%. Nel lungo periodo bisogna puntare sulle rinnovabili. Quello che però è evidente che, se i prezzi del gas salgono, a partire dal 2026 c'è un gap di finanziamento di circa 470 mld di dollari all'anno, fino al 2030. Quindi si pone un problema di finanziare il percorso verso le rinnovabili. Il senso della discussione di ieri, specie da parte di molti Paesi, è stato che è difficile rinunciare al gas immediatamente", conclude. 

POLONIA - Con la sentenza del Tribunale Costituzionale polacco sull'incompatibilità del trattato Ue con la Costituzione del Paese "è stata messa in discussione la base dell'Ue. E' chiaro che la Commissione non può fare altro che andare avanti". A dirlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo. "Detto questo - continua Draghi - è importantissimo mantenere il dialogo e una strada politica aperta con la Polonia. Sono questi due aspetti che dovranno riconciliarsi. Estrema chiarezza sulla difesa dei principi dell'Unione, grande disponibilità a continuare il dialogo. E' molto importante il linguaggio, il rispetto di posizioni che non condividiamo, ma che dobbiamo rispettare. Così come pretendiamo il rispetto delle nostre posizioni", conclude. 

MIGRANTI - L'Ue non apre ai muri contro i migranti. Le conclusioni del Consiglio Europeo, nel passaggio che pare aprire al finanziamento Ue dei "muri", in realtà, per una "strana eterogenesi dei fini", apre invece uno "spiraglio" alla ripresa della discussione sul nuovo patto per le migrazioni e l'asilo. A dirlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo. "La frase - spiega - si è girata in una maniera completamente diversa. L'inclusione dei diritti fondamentali e il riferimento agli obblighi internazionali già restringe il senso dell'ipotesi. Ma la prima parte, anche se letta così sembra un'apertura al finanziamento" delle barriere ai confini da parte dell'Ue, "non è assolutamente così, perché tutto questo dovrà essere proposto dalla Commissione, che è contraria, e approvato dal Consiglio Europeo, dove non siamo d'accordo in tanti, a cominciare da noi". "Ma c'è anche - aggiunge - un secondo modo per leggere questo invito a cambiare la struttura legale dell'Ue, per ciò che riguarda l'immigrazione. Ed è stata posta in luce dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha detto che con questo linguaggio si può riaprire la discussione sul patto per l'asilo e la migrazione, che era fermo da oltre un anno. Quindi, per una strana eterogenesi dei fini, quello che doveva essere un passaggio sul finanziamento dei muri, non contiene di fatto questa possibilità e in realtà ha aperto uno spiraglio su una discussione che era chiusa da un anno", conclude. 

Covid - I contagi da coronavirus Sars-CoV-2 "in Italia sono in salita", anche se "molto" meno rispetto ad altri Paesi. Però "sono maggiori di pochi giorni fa. Dobbiamo capire se sono maggiori perché il numero di tamponi è molto più elevato di prima, visto che siamo passati da 300mila a più di mezzo milione regolarmente. Tra qualche giorno sapremo se è dovuto a questo o se è il prodotto di una diffusione" maggiore del Sars-CoV-2 nel nostro Paese. In Italia, continua Draghi, "abbiamo vaccinato di più rispetto ad altri Paesi europei e, rispetto all'Inghilterra, abbiamo mantenuto quelle cautele, come mascherine e distanziamento, che in Inghilterra sono state abolite. Abbiamo fatto del nostro meglio e i cittadini soprattutto hanno fatto del loro meglio. Una volta di più voglio ringraziare tutti i cittadini, che con grande senso di responsabilità si sono vaccinati" contro la Covid-19. "E soprattutto quelli che hanno saputo superare le loro esitazioni, le loro paure, assolutamente normali. E ciò nonostante si sono vaccinati". Quanto alla terza dose, "sarà necessaria, specialmente per certe categorie. Come al solito si procederà in ordine di importanza di fragilità, di vulnerabilità, di età, per differenti categorie".