Patrick Zaki, Egitto concede la grazia. Meloni: "Domani sarà in Italia"
(Adnkronos) - Il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki, che ieri era stato condannato a tre anni di carcere. Lo riferiscono i media locali, secondo cui è stato graziato anche l'attivista per i diritti umani Mohamed el-Baqer. "Domani Patrick Zaki tornerà in Italia e gli auguro dal profondo del mio cuore, una vita di serenità e di successo", le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che in un videomessaggio ha ringraziato al Sisi.
La condanna del tribunale di Mansoura, che riguardava la diffusione di notizie false in un post sulle minoranze copte, era arrivata all'undicesima udienza del processo. A renderlo noto su Twitter era stato Hossam Bahgat, attivista egiziano per i diritti umani e fondatore dell'Egyptian Initiative for Personal Rights, la stessa organizzazione non governativa con cui ha collaborato Zaki. Secondo Bahgat, la sentenza non era soggetta ad appello. L'attivista era stato arrestato nel 2020 in Egitto.
Secondo il giornale egiziano Ahram Online, Zaki ed El-Baqer, avvocato dell'attivista Alaa Abdel Fattah che ha protestato contro la sua detenzione con un lungo sciopero della fame, sono tra le persone alle quali è stata concessa la grazia nel giorno in cui secondo il calendario islamico inizia il nuovo anno Hijri, che coincide con l'anniversario della migrazione del profeta dalla Mecca a Medina.
El-Baqer, ricorda il giornale, sta scontando una condanna a quattro di carcere, condannato nel dicembre del 2021 da un tribunale di emergenza per la sicurezza dello stato con l'accusa di essersi unito a un gruppo terroristico e di aver diffuso notizie false nel Paese e all'estero.
"Il Presidente egiziano al-Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki. Grazie alla politica estera del Governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente. Risultati concreti attraverso il lavoro ed una credibilità internazionale". Lo scrive su twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "In politica conta il lavoro, contano i fatti. E questi ci sono stati. Quindi è un'ottima notizia quella della grazia a Zaki", ha poi aggiunto il ministro commentando la grazia con i giornalisti.
"In attesa della ufficializzazione" della notizia della grazia "mi aggiungo ai sentimenti di sollievo e felicità espressi da tutti i gruppi in Aula, è il ritorno a casa di un a ragazzo che tutti volevano". Così il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, prendendo la parola in Senato.
"Questo è un grande successo del governo attuale e di quelli precedenti, grazie al corpo diplomatico che non ha mai smesso di lavorare in silenzio", aggiunge: "Siamo di fronte a un grande successo del governo e dell'Italia intera, ora aspettiamo presto Patrick Zaki in Italia".
"Non sappiamo se nel provvedimento di grazia ci sia anche altro, e quando verrà attuato, se a ore o giorni. La cosa importante è che abbiano abolito divieto di viaggio per Patrick, perché ci sono persone assolte, mai condannate che non possono lasciare l’Egitto e sono tutti difensori dei diritti umani, quindi è importante che recuperi la sua piena libertà, e possa tornare a Bologna. Riesco a immaginare la scena di lui che torna e riceve un abbraccio enorme da tutta la città e spero che accada presto". Lo ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, alla manifestazione organizzata dall’associazione al Pantheon per Patrick Zaky.
“Solo un’ora fa - ha ricordato - stavamo arrivando in questa piazza preoccupati, ora le sensazioni sono diverse, di grande emozione. Non abbiamo i dettagli di questo provvedimento di grazia, che però è ufficiale e vuol dire che dopo la giornata terribile di ieri è stata superata. Resta un periodo di tre anni e mezzo che Patrick ha perso in questo incubo giudiziario, quello non lo recupera, però di fronte alla prospettiva che avevamo due ore fa, di provare a evitare che passasse altri 14 mesi in carcere, questo è un cambiamento importante”.
La grazia, a quanto si apprende, è il frutto di "una lunga e costante trattativa tra il governo italiano e quello egiziano", che ha visto protagonisti il premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che nei mesi scorsi ha compiuto diverse missioni in Egitto, e l'intelligence esterna italiana (Aise).
L'incubo per lo studente del master Gemma in Women's and Gender Studies presso l'Università Alma Mater di Bologna era iniziato il 7 febbraio 2020, quando venne portato dietro le sbarre del famigerato carcere di Tora, dopo essere stato fermato all'aeroporto del Cairo. Nei mesi successivi si erano susseguite le udienze in cui ogni volta era stata rinnovata per 15 o 45 giorni la detenzione preventiva di Zaki, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni.
Zaki era stato fermato al suo arrivo in Egitto per far visita alla famiglia, un periodo di vacanza che invece gli era costato l'arresto. Solo negli ultimi mesi di detenzione era stato trasferito nel carcere di al-Mansoura, città dove Zaki è nato il 16 giugno del 1991.
I capi d'accusa menzionati nel mandato di arresto erano minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di notizie false, propaganda per il terrorismo. In particolare, il ricercatore, che proprio un paio di settimane fa si è laureato a distanza, secondo le autorità egiziane avrebbe compiuto propaganda sovversiva attraverso alcuni post pubblicati su Facebook.
Il rinvio a giudizio era avvenuto invece per "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di tre articoli scritti da Zaki. Tra i testi messi sotto accusa ne spicca uno, scritto nel 2019 sui cristiani copti in Egitto perseguitati dal sedicente Stato Islamico e discriminati da alcuni elementi della società musulmana. Lo stesso Zaki appartiene alla comunità copta egiziana.