Papa, padre Spadaro: "La salute è buona, sente di avere le forze per affrontare un lungo viaggio"
(Adnkronos) - Il Papa, sulla soglia degli 88 anni e con i noti acciacchi di salute, si appresta a compiere il viaggio più lungo del suo pontificato in Asia e Oceania. “La sua salute è buona e sente di avere le forze necessarie per affrontarlo - dice in una intervista all’Adnkronos padre Antonio Spadaro, sotto-segretario al dicastero della Cultura che viaggerà come sempre insieme al Pontefice -. Lo abbiamo visto già: se non se la sente, non parte, come è accaduto per il viaggio in Congo e Sud Sudan che è stato rinviato per motivi di salute e così quello a Dubai per la Cop28. Dunque, da questo punto di vista non ci sono preoccupazioni particolari. Una volta feci presente al Santo Padre che il ritmo di un viaggio – che poi ha fatto con successo – era eccessivo. Lui mi rispose secco: ‘non ho accettato il pontificato per riposarmi’”. Spadaro ricorda inoltre che questo viaggio "era previsto prima della pandemia. Era un preciso desiderio di Francesco quello di visitare quest’area del mondo”.
“Francesco - annota padre Spadaro - ha sempre espresso un preciso interesse verso l’Asia: la Chiesa si sta sviluppando in modo costante e libera da dinamiche che potrei definire 'costantiniane' di rapporto col potere politico, come è accaduto nel resto del mondo; è un continente in cui il cristianesimo ha incontrato religioni e sapienze secolari, con le quali è entrata in dialogo in un modo o nell’altro, nonostante i conflitti; è un continente in forte sviluppo che pure vive tensioni geopolitiche. Mi ha colpito, ad esempio, che si possono sovrapporre la mappa del viaggio di Francesco e l’itinerario della portaerei Cavour capace – come ha detto il suo capitano – di intervenire nel teatro della 'nuova competizione geopolitica' con un carrier strike group è la massima espressione della potenza militare marittima. Si tratta di una zona 'calda' del mondo”.
I cristiani in molti paesi che il Pontefice visiterà sono un numero piccolo rispetto alla popolazione. “Francesco - fa notare Spadaro, già direttore di Civiltà Cattolica - non bada ai numeri, dei quali pure è ben consapevole, ma ai semi capaci di dare frutto e di dare futuro. Lui vede nelle chiese dello ‘zero virgola' la possibilità di un’azione e di una testimonianza evangelica forte dentro la pasta della società. Lo abbiamo visto anche in altri viaggi, spesso verificando la dinamicità delle piccole chiese. Il Pontefice propone una visione alternativa rispetto a quella ossessionata dai grandi numeri, e dunque dal successo dato dalla quantità di spazi che si occupano. Gesù – ha detto Francesco in Marocco, ad esempio – non ci ha scelti e mandati perché diventassimo i più numerosi, e ci ha messo nella società come una piccola quantità di lievito. A lui interessa la capacità della Chiesa di generare e suscitare cambiamento, stupore e compassione. In Indonesia abbiamo circa il 3% di cattolici nel Paese islamico più popoloso al mondo. Questa presenza è apprezzata. Il dialogo con l’Islam 'nusantara', è un tema forte del viaggio. L’Indonesia non è uno stato confessionale e la convivenza civile si fonda sulla 'Pancasila', i 5 principi che possono essere letti alla luce dell’enciclica Fratelli tutti: fede nell’unico e solo Dio; giustizia e civiltà umana; unità; democrazia guidata dalla saggezza interiore; giustizia sociale per tutto il popolo".
"Ricordo che la moschea Istiqal è stata costruita di fronte alla Cattedrale e i due edifici sono connessi dal un tunnel sotterraneo chiamato 'tunnel dell’amicizia'. Il Papa sarà lì. D’altra parte a Timor Est, dove i cattolici sono il 97%, il 'Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale' – firmato il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad al-Tayyeb – è stato ricevuto dal presidente come ‘documento nazionale’”.
Padre Antonio Spadaro porta l’attenzione su due temi forti del lungo viaggio che il Pontefice si appresta a compiere: “Dialogo con l’Islam, che è una delle priorità di Francesco, e impegno dei cristiani per costruire il bene comune nelle società dove si trovano, collaborando con tutti con 'amicizia sociale', come la chiama Francesco. Un forte messaggio sarà contro gli opposti fondamentalismi (islamico in Indonesia e cristiano in Papua Nuova Guinea, frutto degli insediamenti evangelicali) che senza successo tentano di minare la convivenza”.
Quanto ai contenuti che le nuove tappe potranno aggiungere, Spadaro osserva: “Credo sia una tappa che confermerà con forza alcuni temi sviluppati nel magistero di Francesco. Voleremo in un’area del mondo di tensioni geopolitiche e che ha sperimentato conflitti religiosi e politici (inclusi quelli all’interno di isole – Timor e la Nuova Guinea – condivise ciascuna da due Stati), ma che esprime una voglia di pace e di democrazia. In un contesto in cui l’ordine mondiale va in pezzi, il fatto che il suo messaggio di pace arrivi dal sud est del Pacifico ha un significato peculiare. E certamente questo viaggio sarà il contesto per rilanciare la questione ecologica che nella Laudate Deum è divenuta un grido dal sapore apocalittico. In alcune aree di questo quadrante il rischio è altissimo”.
Bergoglio farà tappa anche a Singapore. Un passaggio che potrà in qualche modo dare un contributo al difficile dialogo con la Cina? “Certo, è da notare che il Papa continua il suo periplo della Cina (Mongolia, Giappone, Corea, Filippine, Thailandia, Myanmar, Kazakhstan,…). A Singapore la comunità di origine cinese è consistente. Dunque certamente l’occhio di Francesco guarda a quel grande Paese. Ma certamente Singapore è una città-stato di importanza strategica ed economica molto rilevante. È una delle principali città cosmopolite del globo, con un importante ruolo nel commercio internazionale e nella finanza. Il suo porto è tra i primi cinque per attività e traffico su scala mondiale. Questo si traduce in una dimensione multietnica e multireligiosa, dove il pluralismo ha contribuito a plasmare i rapporti tra le istituzioni e le religioni. Rimane fondamentale per la sua Costituzione l’'armonia' religiosa. E Singapore ha una Chiesa davvero molto vivace. Francesco ama queste situazioni dove si cerca l’armonia”.
Il Papa vedrà anche i gesuiti locali come in ogni viaggio. “Nei suoi incontri con i gesuiti, - ricorda padre Spadaro - il Papa offre i primi echi personali del viaggio che sta compiendo. L’incontro in sé è una sorpresa che non prevede copioni fissi: il Papa non vuole fare discorsi né ascoltarne, ma chiede di porgli domande alle quali lui risponde. Ha creato un vero e proprio 'genere' molto personale della comunicazione pontificia che esprime pensiero sorgivo”.
Al termine del viaggio, le conversazioni del Pontefice coi gesuiti diventeranno un libro. Padre Spadaro annuncia che il 17 settembre per Garzanti uscirà un volume ‘Papa Francesco, sii tenero sii coraggioso’ da lui curato “che contiene le prime diciotto conversazioni che finora ho trascritto da testimone oculare di questi incontri. Sono in attesa di vedere che cosa accadrà e che cosa dirà ora negli incontri in Indonesia, Timor est e Singapore”.