Meloni lascia G7 in anticipo: "Mia coscienza mi impone di tornare"
(Adnkronos) - "Ho deciso di tornare in Italia, non riesco più a stare lontana in un periodo così complesso. Ho bisogno di lavorare e stare in prima persona" sull'emergenza. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine della sua partecipazione al G7 di Hiroshima.
Il governo "come avete visto è impegnato, e di questo ringrazio tutti, ma la mia coscienza dopo due giorni e più di distanza mi impone di tornare. E' una scelta che ho condiviso con gli altri leader che ringrazio per la loro solidarietà, espressa a 360 gradi anche con disponibilità di aiuto. La mia è una scelta che tutti hanno compreso e sostenuto. Serve anche a me tempo per organizzare al meglio il cdm", che si terrà "nella giornata di martedì. Ne ho parlato anche con Kishida e Zelensky", e anche il presidente dell'Ucraina "ha compreso perfettamente". "Oggi c'è stato il bilaterale a Hiroshima e "Zelensky sa di potere ampiamente contare sul sostegno dell'Italia a 360 gradi", ha riferito Meloni.
"Per mettere a punto tutti i provvedimenti, sentire le categorie, andare sul territorio abbiamo ritenuto che il primo momento utile - ha annunciato - fosse quello della giornata di martedì per portare in Cdm provvedimento utile e non provvedimento manifesto per far vedere che stiamo facendo delle cose".
Facendo quindi un bilancio del vertice Meloni si è detta soddisfatta. "Siamo considerati partner affidabili e credibili. L'Italia deve essere soddisfatta. Abbiamo ottenuto dei risultati importanti". "Abbiamo parlato dei rapporti con il Sud globale e di come superare la narrativa di un Occidente contro il resto del mondo. Non è così", ha sottolineato dicendosi "soddisfatta di come l'Italia viene ascoltata", da "grande protagonista", abbiamo tenuto "posizioni chiare su tutto".
“Ho illustrato al presidente Kishida le Nostre idee” sul prossimo G7, che spetterà all’Italia organizzare, “gli abbiamo annunciato che si terrà a metà giugno, stiamo aspettando la definizione delle elezioni europee perché sono il summit si terra subito dopo, pare” che si voterà il “9-10 giugno, lo organizzatemi immediatamente dopo. Così come ho annunciato che la sede sarà la Puglia, in un vertice in cui il sud sarà centrale, porteremo i grandi nel sud d’Italia. In Puglia perché ha la funzione di ponte tra Occidente e oriente”.
"Nelle conclusioni del G7 ci sarà il sostegno all'Ucraina fino a quando sarà necessario", ha anticipato. "Se noi avessimo seguito la propaganda di chi diceva che era una battaglia persa aiutare gli ucraini, se avessimo abbandonato gli ucraini, oggi vivremmo in un mondo nel caos". "Il tema è che un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha invaso il vicino violando il diritto internazionale. Se quel diritto non è difeso sul campo, non avremmo altre opportunità. Noi - ha scandito la presidente del Consiglio - continueremo a sostenere l'Ucraina ma il grosso del lavoro lo stanno facendo loro". E a chi le chiedeva se fosse preoccupata, la premier ha replicato che sarebbe strano il contrario: "Siamo in mezzo a un conflitto e ogni scelta va ponderata seriamente". Quanto alla questione F16, "noi non disponiamo di F16 - ha affermato Meloni - e quindi difficilmente potremo partecipare a questo progetto. La valutazione da fare insieme agli alleati è quella di un eventuale addestramento ai piloti ucraini ma è una decisione che non abbiamo preso e che si sta discutendo con gli alleati".
"L'incontro con Macron è andato bene, così come sono andati bene gli altri incontri". Con il Presidente francese "tendiamo ad essere concreti: al di là dei temi da campagna elettorale che ognuno ha, siamo due nazioni molto vicine su molti temi", ha affermato Meloni. Del tema delle migrazioni "abbiamo parlato molto", così come "della Tunisia", rimarcando la necessità, sul primo punto, "di giungere a soluzioni concrete già nel prossimo consiglio europeo: si deve agire e subito. Mi pare ci sia ampia disponibilità su questo, a dare una mano e non tanto all'Italia: noi siamo la frontiere d'Europa, e se noi non siamo più in grado di affrontare la situazione, inevitabilmente queste persone andranno in altre Paesi, né si può pretendere che diventiamo un campo profughi per difendere le frontiere esterne dell'Ue. Su questo vedo la disponibilità da parte di tutti", ha detto Meloni spiegando di averne parlato ieri anche con Von der Leyen. Sulle decisioni, in sede europea, "i tempi sono sempre molto ampi, ma in questa fase non possiamo permettercelo". Tuttavia "non posso discutere sul fatto che non ci sia la volontà" di trovare soluzioni.