La terza età nei gatti: viverla insieme al meglio
(Adnkronos) - 17 febbraio Festa del Gatto
Festeggiare il gatto, anche anziano, significa conoscere i cambiamenti legati all’età per viverla insieme al meglio. I consigli del Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Milano, 6 febbraio 2024 – Celebrare l’amicizia con gli amici felini significa anche conoscerli e amarli quando si avvicinano e vivono la terza età. Una fase che porta con sé diversi acciacchi, ai quali troppo spesso ci si rassegna senza immaginare che può essere una fase della vita che può avere ancora tanto da offrire. È questo lo spunto di riflessione per i milioni di proprietari di “gatti anziani” - ovvero, indicativamente dagli 11 anni in su - in occasione della Festa del Gatto, il prossimo 17 febbraio.
“L’anzianità non è una malattia, ma una fase della vita che va affrontata con particolari accortezze. C’è molto che possiamo fare per migliorare la condizione di anzianità del nostro gatto sia dal punto di vista fisico sia da quello comportamentale, a partire da piccoli accorgimenti che gli rendano la vita più facile in casa, fino a giochi interattivi che lo tengano sveglio e interessato” spiega la dottoressa Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale e Past President di S.I.S.C.A. (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale). “Durante la terza età, se non soffrono di particolari patologie debilitanti, i gatti hanno tutte le carte in regola per migliorare la propria condizione, mantenendo attiva sia la sfera cognitivo-emozionale che quella fisico-cinetica”.
Ecco, allora, come riconoscere i primi segnali di anzianità e i consigli per viverla al meglio.
Quali sono i segnali dell’anzianità?
L’anzianità può arrivare ad un’età diversa per ogni gatto, a seconda della taglia, della razza e anche della predisposizione del singolo animale. Vi sono alcuni segnali di minore entità che indicano un invecchiamento tutto sommato sano: “Il rallentamento delle funzioni cognitive, proprio come accade a noi umani, lo porta ad essere un po’ meno reattivo agli stimoli e meno attratto da ciò che prima lo interessava molto, come insetti e farfalle in movimento” spiega la dott.ssa Giussani. Anche dal punto di vista fisico è del tutto normale che le ore di sonno aumentino e che i salti non siano più quelli di una volta.
La situazione è molto diversa se i sintomi dell’invecchiamento rivelano un’alterazione cognitivo-emozionale e un decadimento psico-fisico che comportano la perdita di tutti gli interessi e delle capacità cognitive. Occorre far caso ad alcuni campanelli d’allarme, ad esempio se il gatto vaga per casa senza meta, se non saluta chi entra in casa, se si muove poco, se non salta, non gioca, e se in generale le emozioni sembrano non essere più presenti. “Questa sorta di depressione indica un invecchiamento più debilitante, caratterizzato da una forma di demenza senile” avverte la dott.ssa Giussani. Tuttavia, alcune patologie molto comuni nei gatti anziani, come osteoartrite, ipertiroidismo, insufficienza renale e problemi cardiaci, così come il deficit funzionale degli organi sensoriali, possono confondere il quadro, rendendo difficile per i non addetti ai lavori capire se il gatto abbia un dolore o se soffra di una patologia comportamentale.
Come aiutarli?
Nella vita di un gatto ci sono diversi elementi che possono incidere sul tipo di invecchiamento e sulla velocità con cui progredisce. Dal punto di vista comportamentale, fattori emozionali come ansia e stress prolungati scatenano nell’organismo delle risposte che richiedono al cervello di lavorare intensamente, accelerando così il processo di invecchiamento. Poiché tutte le patologie comportamentali non trattate comportano questo rischio, è importante monitorarle e curarle durante tutta la vita del gatto con visite veterinarie specialistiche e con l’uso dei feromoni, sostanze naturali e non farmacologiche che inviano ai gatti un messaggio di naturale tranquillità, aiutandoli ad affrontare al meglio le situazioni di stress o agitazione. Quando il gatto raggiunge poi la terza età i feromoni, sotto forma di diffusore per ambiente o spray per trasportino, sono un ottimo alleato anche per farlo sentire a proprio agio nel caso in cui si presentino dei cambiamenti che in questa nuova fase della vita fatica ad accettare: la partenza per le vacanze, il cambio di stagione e tutte le possibili alterazioni della sua routine.
Anziani ma giocherelloni: il ruolo fondamentale del gioco e della relazione
Le soluzioni per vivere bene la terza età dei felini sono tante, a partire dalle cuccette ortopediche e dalle fontanelle d’acqua, fino alle scalette che li aiutano a salire e scendere dai loro posti preferiti. Ciò che davvero può migliorare il comportamento del gatto anziano, però, sono i giochi dedicati a stimolare l’interazione sociale e ad acuire i sensi.
Per mantenere attivi gli organi sensoriali è possibile allenare l’olfatto con olii essenziali biologici ed estratti in purezza, o soddisfare il palato del micio proponendogli, sotto consiglio del veterinario, una marca diversa per la pappa.
Per migliorare la percezione del corpo nello spazio, invece, è utile far camminare il gatto su materiali diversi, posizionando per terra asciugamani e tappetini, in modo che le diverse texture stimolino i recettori delle zampe e il gatto percepisca la differenza di substrato.
Idee gioco a misura di gatto anziano
Per farlo giocare in misura adatta alle sue possibilità, si può costruire una vera e propria scatola sensoriale: basterà fare alcuni fori di qualche cm di diametro in una scatola da scarpe al cui interno sono stati posti oggetti che fanno rumore, come noci e palline di materiali diversi. È necessario che il gatto partecipi alla costruzione della scatola sensoriale: è questa la parte sociale del gioco. Quando il gatto infilerà la zampa nella scatola sfrutterà la sua indole di cacciatore per riuscire a tirare fuori tutti gli oggetti.
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