Israele, Netanyahu rinvia riforma giustizia: "Non possiamo rischiare guerra civile"
(Adnkronos) - Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato lo stop all'iter parlamentare e quindi il rinvio della contestata riforma della giustizia. In un discorso al Paese, il premier ha spiegato che sarà rinviata la seconda e la terza lettura della legge alla Knesset, mentre nel Paese dilagano le proteste. "Ho deciso di sospendere l'avanzamento della legge in questa sessione della Knesset per dare tempo ai negoziati e all'accordo", ha dichiarato Netanyahu. "Sto offrendo una vera opportunità per un vero dialogo, per raggiungere un accordo ampio", ha aggiunto il premier, che ha comunque ribadito l'intenzione di riprendere la riforma durante la sessione estiva della Knesset. "Non rinunceremo a ciò per cui siamo stati eletti", ha chiosato. Riferendosi alle tensioni nel Paese, il primo ministro ha spiegato di non sentirsi "pronto a spaccare a metà la Nazione". "Sto dicendo che non possiamo avere una guerra civile. Siamo sulla strada verso scontri pericolosi nella società israeliana, verso una crisi", ha sottolineato ancora il premier. E' ''per responsabilità nazionale'', spiega, che ha deciso per il congelamento. Netanyahu ha poi affermato che esiste una "minoranza estremista" che sta "lacerando Israele".
"La maggior parte" degli alleati del primo ministro israeliano condivide la sua decisione di rinviare la riforma, ha detto quindi lo stesso Netanyahu aggiungendo che, in un modo o nell'altro, alla fine la riforma della giustizia passerà.
ACCORDO CON ESTREMA DESTRA - L'annuncio arriva dopo che il partito di estrema destra Otzma Yehudit ha spiegato in una nota che il suo leader, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, ha accettato il congelamento dell'iter legislativo della riforma fino alla prossima sessione della Knesset, prevista all'inizio di maggio. In cambio, sostiene il partito, Netanyahu ha promesso formalmente che il governo approverà nella sua prossima riunione la creazione di una 'Guardia Nazionale' che agirà sotto il controllo di Ben-Gvir. Oggi il leader di Otzma Yehudit, fazione del partito di estrema destra Sionismo Religioso, aveva minacciato di far cadere il governo se il premier avesse sospeso l'approvazione della contestata riforma sulla scia delle imponenti manifestazioni di piazza.
Finora da parte di Netanyahu non c'era stata nessuna reazione alle proteste salvo solo un breve messaggio su Twitter pubblicato oggi: il primo ministro ha esortato sui social tutti i manifestanti a Gerusalemme "di destra e sinistra, a far prova di responsabilità e non agire in maniera violenta". "Siamo tutti fratelli", ha scritto, mentre migliaia di persone - circa 70mila - manifestavano contro la riforma davanti alla Knesset.
SCONTRI MANIFESTAZIONE - Circa 200 manifestanti di destra che sono scesi in piazza a favore della riforma della giustizia si sono scontrati con gli agenti della polizia a Gerusalemme. Lo rende noto il sito di Ynet spiegando che la polizia ha cercato di fermare i manifestanti che stavano cercando di raggiungere la residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu.
ANNULLATO SCIOPERO GENERALE - Dopo l'annuncio di Netanyahu, i principali sindacati israeliani hanno annullato lo sciopero generale previsto per domani. Ad annunciarlo Arnon Bar David, il capo del più grande sindacato israeliano, l'Histadrut.
USA - Gli Stati Uniti hanno accolto con favore la decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinviare la contestata riforma della giustizia. Lo ha dichiarato l'addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, aggiungendo che Washington sollecita un compromesso tra le parti.