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Festival Nazionale dell’Economia Civile, Sbarra (Segr. CISL): «Il lavoro non può essere solo merce di scambio»

01/10/2023

Festival Nazionale dell’Economia Civile, Sbarra (Segr. CISL): «Il lavoro non può essere solo merce di scambio»

(Adnkronos) - Firenze, 1/10/2023 - Luigi Sbarra (Segretario Generale CISL) è intervenuto nella giornata finale della 5ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, partecipando al panel “Oltre il benessere. Etica del lavoro e partecipazione dal basso”. 

«Le trasformazioni e i cambiamenti che stanno investendo la dimensione economica e produttiva richiedono una forte capacità propositiva, generativa, innovativa del rapporto tra capitale e lavoro. La competitività delle imprese – ha detto Sbarra – si gioca non solo sul tema dell'innovazione tecnologica, ma anche sull'economia della conoscenza, che significa investire sulle persone e costruire un nuovo perimetro valoriale. Il lavoro non può essere considerato solo merce di scambio o strumento per assicurarsi una sussistenza dignitosa. Bisogna investire sulla partecipazione, creare un nuovo equilibrio nel rapporto tra capitale e lavoro, tra impresa e lavoratori. Il sistema delle relazioni industriali deve evolvere mettendo in campo tanta responsabilità, tanta cooperazione, tanta assunzione di responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori: è il senso della nostra proposta di legge di iniziativa popolare proprio sulla democrazia economica e sulla partecipazione. L’obiettivo della nostra proposta è rispondere alle tante criticità che il paese ha davanti, attraverso una cultura partecipativa e una fase di rigenerazione del rapporto tra capitale e lavoro. Con il modello partecipativo possiamo conseguire risultati importanti». 

Sbarra ha proseguito: «Ci sono davanti tre grandi obiettivi. Il primo è assicurare un valore espansivo anticiclico della impostazione della politica economica e finanziaria del governo per il 2024: significa rilanciare gli investimenti pubblici e privati, puntare decisamente sulla crescita. Il secondo tema riguarda la politica dei redditi: bisogna usare pesantemente la leva fiscale per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. La terza questione riguarda il contenuto della legge di stabilità: sappiamo che le risorse non sono illimitate e questo significa che la politica si deve assumere la responsabilità di fare scelte importanti. Alcune misure sono centrali: bisogna prorogare e rendere strutturale il taglio del cuneo contributivo per tutto il 2024 almeno; bisogna assicurare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all'inflazione; bisogna detassare le tredicesime tanto per i lavoratori dipendenti quanto per i pensionati; bisogna azzerare la tassazione sui frutti della contrattazione, soprattutto quella di secondo livello, da allargare anche ai settori pubblici. 

Noi pensiamo che può essere messo in campo un intervento di rafforzamento dell'assegno unico per il secondo e il terzo figlio. Bisogna rinnovare i contratti pubblici scaduti ormai da anni, è una condizione che poniamo e che vede il governo datore di lavoro. Bisogna rafforzare la dotazione finanziaria del fondo sanitario nazionale. Queste sono per noi priorità che vogliamo vedere nella prossima legge di stabilità». 

Per Martina Comparelli (attivista per la Giustizia Climatica) ha dichiarato: «Vivo sulla mia pelle l’ecoansia, ho avuto brutti sintomi. Ci sono alcune soluzioni a partire dall’autocoscienza e dal parlare in gruppo di quello che sentiamo. La crisi ecologica è una crisi politica e umana, quindi ha bisogno di una risposta politica. L’attivismo e la partecipazione mi hanno aiutata a stare meglio. Partecipando si sta meglio. La chiave è la partecipazione, non la crescita. Insieme possiamo immaginare un mondo migliore».  

Ruggero Frecchiami (Direttore generale di Assimoco Spa) ha detto: «Vorrei portare una parola di speranza, perché si sente tanta ansia rispetto alle forme in cui oggi si esprime il lavoro. Nel 2010 abbiamo rischiato il fallimento, la scelta strategica fu quella di investire sulla qualità del servizio e soprattutto sul prendersi cura dei nostri partner distributivi. L’intuizione illuminante e risolutiva fu capire che non si può prendersi cura dei nostri partner se non ci si prende cura delle persone che stanno all’interno dell’organizzazione: per eccellere, per avere la leadership, serve un rapporto con i collaboratori improntato all’eccellenza interna».  

Ufficio Stampa Festival Nazionale dell’Economia Civile  

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