Economia. Allo scadere delle moratorie si rischia una moria di imprese. L'appello dell'avvocato Tescione alle aziende e al Governo
Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 marzo 2022. Un periodo che le imprese dovranno sfruttare per prepararsi al ritorno alla normalità, creando le condizioni per mantenere aperto il rapporto con il canale bancario. Fondamentale, però, è che lo Stato intervenga per salvare il tessuto produttivo italiano. L’analisi dell’avvocato Giulio Fortunato Tescione, partner legale per le imprese.
Milano, 18 gennaio 2021 – “C’è una grossa disattenzione nella gestione delle posizioni debitorie degli imprenditori italiani nei confronti delle banche. È importante che le imprese si attrezzino sin da ora per cavalcare i cambiamenti imposti dal contesto generale al dialogo con il mondo bancario, ma è importante che anche il legislatore faccia dei passi in avanti favorendo dei meccanismi di riabilitazione per le aziende che provano a risollevarsi dalla dura crisi pandemica”. È l’analisi dell’avvocato Giulio Fortunato Tescione, titolare dello studio legale Tescione, Chirico e Associati, che quotidianamente assiste le imprese con una consulenza legale di alto profilo riguardante sia gli aspetti strategici di impresa, sia le fasi del contenzioso. Una ricetta, dunque, che nasce dall’esperienza maturata a diretto contatto con chi rischia, investe e contribuisce alla crescita del Paese.
La proroga dello stato di emergenza al 31 marzo, che comporta anche il congelamento di mutui e prestiti, ha regalato alle imprese altri tre mesi di ossigeno. Tre mesi che però non vanno sprecati. “Gli imprenditori devono attivarsi sin da ora per rendere la propria impresa all’altezza di rilanciare o confermare il dialogo con il sistema bancario”.
Secondo uno studio di Cerved, nel 2020 i ricavi delle imprese italiane sono crollati del 10,7%, contro la crescita del 3% che avevano ottenuto nel 2019, ultimo anno di un trend positivo iniziato nel 2013. Il 2021 è stato positivo per la gran parte delle aziende italiane e lo stesso è atteso per il 2022, ma secondo gli esperti alla fine del prossimo esercizio il fatturato sarà ancora inferiore rispetto a quello del 2019. In particolare, dal rapporto Cerved emerge che i debiti finanziari delle imprese, che nel 2019 erano mediamente pari a 5,7 volte il margine operativo lordo, sono saliti a un picco di 8 volte. Un livello elevato, destinato ad aumentare sensibilmente entro il 2022.
Da un lato è fondamentale che le imprese si preparino allo scenario del 2022 avviando un check-up della propria situazione di bilancio e del proprio stato di salute finanziaria, avverte l’esperto, per non entrare in uno spiraglio vizioso dal quale poi diventa dura risollevarsi. “Non dimentichiamo che la crisi pandemica ha bloccato l’adozione del nuovo Codice della Crisi, il quale comporta una stretta ulteriore nei rapporti tra banche e imprese in difficoltà. Se fosse già operativo oggi, buona parte delle imprese italiane sarebbe già in uno stato di grave insolvenza”, aggiunge Tescione. “È dal dialogo con la banca che passa il risanamento delle aziende in temporanea difficoltà”. Da qui l’indicazione dell’esperto alle imprese di attivarsi, in proprio e con la consulenza di professionisti accreditati, per analizzare la propria situazione e decidere gli interventi da attuare.
“Di pari passo – conclude l’avvocato Tescione – è importante che il legislatore, al di là della semplice proroga della moratoria sui finanziamenti, intervenga favorendo meccanismi di riabilitazione per le imprese che si sono attivate per risanare il proprio debito. Una mossa molto importante in tal senso sarebbe, per esempio, quella di escludere la permanenza dell’iscrizione alla centrale rischi per le aziende che hanno intrapreso un percorso di risanamento. Si rimuoverebbe cosi uno ostacolo oggettivo – la segnalazione a sofferenza – che di fatto le penalizza perché impedisce loro l’accesso al credito per ben 24 mesi, frustrando i meccanismi di ripresa. In un momento così delicato, è essenziale che il legislatore sostenga la parte produttiva del Paese”.
Avvocato Giulio Fortunato Tescione. Ha iniziato la sua carriera da avvocato nel 2005 e nel 2015, insieme all’avvocato Antonio Chirico, ha fondato lo Studio Legale Tescione, Chirico & Associati, con sede a Siracusa, Catania e Reggio Calabria. In virtù delle sue competenze in diritto bancario, finanziario, societario, fallimentare, commerciale e amministrativo è diventato un solido punto di riferimento per molte imprese operanti nel territorio nazionale e internazionale, che affianca e guida sia durante le operazioni di amministrazione ordinaria che straordinaria, sia nella gestione di processi di crisi, ristrutturazione, rilancio e riorganizzazione, anche elaborando, laddove vi sia la necessità e in accordo con le figure manageriali dell’azienda, nuove strategie di business volte alla ripresa economica.