Argentina, Milei giura da presidente: "Non ci sono soldi"
(Adnkronos) - "Non ci sono soldi". Javier Milei ha prestato giuramento al Congresso ed è diventato il nuovo presidente dell'Argentina. Cinquantatré anni, ha ricevuto dalle mani del presidente uscente Alberto Fernández, la fascia e il bastone presidenziali. "Non c'è alternativa all'aggiustamento e non c'è alternativa allo choc", ha detto nel suo discorso dopo la cerimonia di insediamento parlando alla folla davanti al Congresso sottolineando che "il Governo uscente ci ha lasciato con l'iperinflazione" e che "non c'è mai stato un governo ad aver ricevuto un'eredità peggiore di quella che stiamo ricevendo noi".
Il nuovo presidente dell'Argentina governerà con un governo ridotto di ministri che provengono in gran parte da imprese private e non hanno precedenti esperienze politiche. E' il caso in particolare dell'ingegnere Nicolás Posse, che assume la carica di capo di gabinetto; dell'economista Diana Mondino che diventa ministro degli Esteri; dell'avvocato esperto di media Mariano Cúneo Libarona, nominato ministro della Giustizia; e di Sandra Pettovello, giornalista e produttrice televisiva che si occuperà del mega-ministero del Capitale Umano, che comprenderà Istruzione, Lavoro e Sviluppo Sociale.
Milei entrando alla Camera dei Deputati ha firmato il libro d'onore e ha lasciato il suo messaggio ormai classico: "Viva la libertad, carajo" (Viva la libertà, cavolo).
Naturalmente l'aggiustamento, ha aggiunto Milei, "avrà un impatto negativo sul livello di attività, sull'occupazione, sui salari reali e sul numero di poveri e indigenti. Ci sarà una stagflazione, è vero, ma non è qualcosa di così diverso da quello che è successo negli ultimi dodici anni, il pil pro capite è sceso del 12%, in un contesto in cui abbiamo accumulato un'inflazione del 5000%, quindi viviamo in stagflazione da più di un decennio, quindi questa sarà l'ultima pillola cattiva per iniziare la ricostruzione dell'Argentina. Non c'è dubbio che l'ultima opzione possibile sia l'aggiustamento. Un aggiustamento ordinato che ricade sullo Stato e non sul settore privato. Sappiamo che sarà difficile, ecco perché voglio portarvi luce", ha spiegato.
Il neopresidente, nel suo discorso sui gradini del Congresso, ha detto che nel Paese "inizia una nuova era" e ha rimarcato che nel 1853, quando fu emanata la Costituzione, il Paese aveva già deciso di abbracciare "le idee di libertà". Oggi, ha sottolineato, "inizia una nuova era in Argentina, un'era di pace e prosperità, un'era di crescita e sviluppo, un'era di libertà e progresso". Oggi "finisce una lunga epoca di declino e iniziamo la ricostruzione del Paese - ha quindi affermato - Gli argentini hanno espresso con forza un desiderio di cambiamento. Non si può tornare indietro".
"La sfida che ci attende è titanica", ma "la vera forza di un popolo si misura nel modo in cui affronta le sfide quando si presentano", ha detto ancora. "La sfida - ha sottolineato Milei secondo quanto riferisce 'Clarin' - è enorme ma la affronteremo con convinzione, lavoreremo instancabilmente e raggiungeremo la nostra meta. Non è un caso che questa inaugurazione avvenga durante la festa di Hanukkah, la festa della luce, poiché celebra l'essenza stessa della libertà, la guerra dei Maccabei, è il simbolo del trionfo dei deboli sui potenti, dei pochi sui molti, della luce sulle tenebre, della verità sulla menzogna. Preferisco dire loro una verità scomoda piuttosto che una comoda bugia".
Dopo il suo discorso il presidente Milei, con la sua sorella Jaarina, si è recato in decappottabile per andare alla Casa Rosada, la sede della presidenza dell'Argentina che si affaccia sulla storica Plaza de Mayo a Buenos Aires. Nel corso del tragitto si è fermato per salutare la folla. Alla Casa Rosada ha incontrato le delegazioni straniere presenti all'insediamento. Per l'Italia era presente il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Tra gli altri rappresentanti stranieri c'erano il re di Spagna Felipe VI; i presidenti del Cile, Gabriel Boric; dall'Uruguay, Luis Lacalle Pou; dal Paraguay, Santiago Peña, e dall'Ecuador, Daniel Noboa, dall'Armenia; il Presidente dell'Armenia, Vahagn Khachaturyan; Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy è volato in Argentina per la cerimonia di insediamento di Javier Milei. Ha avuto una breve conversazione con il primo ministro ungherese Viktor Orbán durante la cerimonia al parlamento argentina, è quanto riferiscono i media ucraini. Dall'elezione di Volodymyr Zelensky a presidente nel 2019, i due leader si sono incontrati solo brevemente. All'inizio dell'invasione russa, le relazioni già tese tra Kiev e Budapest si sono deteriorate. Orbán ha ripetutamente dichiarato di non credere nella vittoria dell'Ucraina. A febbraio scorso Zelensky e Orbán hanno parlato brevemente a margine del vertice dei leader dell'Ue a Bruxelles. Il presidente ucraino ha invitato il leader ungherese a visitare Kiev, ma senza successo, sebbene la maggior parte dei leader dell'Ue abbia visitato l'Ucraina almeno una o più volte per esprimere il proprio sostegno.
L'incontro di oggi in Argentina arriva mentre Orbán ha annunciato di non voler sostenere l'avvio dei negoziati sull'adesione dell'Ucraina all'Unione europea né di partecipare a un ulteriore sostegno finanziario e militare a Kiev.