8 miliardi di patrimonio a rischio scalata
Il bilancio Enasarco 2019 è un chiaro scuro che, se da una parte indica un saldo positivo determinato prevalentemente dagli effetti di una riforma passata che ha innalzato il livello contributivo e rivisto il calcolo pensionistico, dall’altra evidenzia un calo costante ed irreversibile del numero dei contribuenti attivi al ritmo di 4000 unità annue.
E non solo, infatti “radiografando” il bilancio approvato dall’Assemblea dei Delegati lo scorso 16 aprile a Roma si scorgono ampie zona d’ombra riguardanti una complicata ed insufficiente gestione del patrimonio immobiliare, un livello di contenzioso elevatissimo nei confronti dei gestori che non fanno intravedere soluzioni celeri e positive, una spaccatura all’interno del Consiglio di amministrazione che impedisce una gestione univoca e collegiale di quello che è il risparmio previdenziale della nostra Categoria.
La Governance del nostro Fondo, la prima ottenuta attraverso un’elezione da parte della Categoria, ha evidenziato delle lacune inconfutabili nella collegialità delle scelte strategiche e delle conseguenti decisioni ed un ridisegno delle alleanze elettorali che porteranno, salvo fatti nuovi, ad un durissimo scontro elettorale per la determinazione del nuovo CdA in scadenza nel 2020 e ciò a tutto danno della Categoria.
Le regole fissate per l’elezione degli Organi Enasarco sono frutto di compromessi politici e dettature ministeriali e risultano essere, nei fatti, incoerenti con un obiettivo di vera democrazia interna poiché permettono la “scalabilità” della Fondazione da parte di gruppi finanziari e politici attratti dalla possibilità di gestire a loro piacimento un patrimonio di circa otto miliardi di euro e non sicuramente da quello di assicurare le pensioni degli Agenti di commercio.
In buona sostanza il bilancio Enasarco non è solamente un rendiconto contabile ma un documento che mette sotto i riflettori la debolezza sociale e politica della nostra Categoria, che anche nel voto dell’approvazione ha sottolineato la disgregazione delle rappresentanze: fatto, questo, che se non sanato da azioni di responsabilità e lungimiranza porterà ad un sicuro fallimento della democrazia interna.
L’Usarci ha votato favorevolmente all’approvazione del bilancio consuntivo 2018 della Fondazione ed ha deciso di non far precedere il proprio voto da alcune dichiarazione, ciò quale atto di responsabilità e coerenza, ma non certamente perché non avesse seri argomenti da evidenziare.
Che sia necessario un cambiamento è chiaro a tutti, così come è altrettanto chiaro che nessuna vittoria di “Pirro” alle imminenti elezioni di Categoria del 2020 gioverà a qualsiasi schieramento.
Approvando questo bilancio, seppur in utile, l’Usarci ha assaporato l’amarezza di constatare che in questa Consigliatura si è persa l’occasione di costruire un fronte coeso e compatto capace di guidare la Fondazione e con essa la Categoria verso il futuro.