Dopo la pubblicazione dell'accaduto, è arrivata la motivazione della contrarietà da parte di una sigla sindacale. Un sindacato scrive in una sua news che la opposizione a tale proposta non è dovuta alla avversione alla stessa, in quanto la si riterrebbe giusta, ma al fatto che tale proposta sia stata fatta legislativamente, mentre se ne sarebbe dovuta occupare la contrattazione collettiva, ovvero gli AA.EE.CC.. Sarà perchè l'Usarci si occupa esclusivamente degli agenti commerciali che determinati sofismi sono ritenuti superflui. Gli agenti hanno affidato come mandato la tutela della Categoria, e per raggiungere tale obiettivo non ci si può soffermare a lungo sulla provenienza di simili proposte, ma piuttosto del risultato. La condizione di disagio di circa 30 mila agenti monomandatari non è di oggi, ma risale al 2002 quando, proprio con gli AA.EE.CC., si inserì la tentata vendita nel contratto di agenzia dando così la possibilità ad aziende senza scrupoli, di licenziare i viaggiatori piazzisti (a stipendio) per dar loro lo stesso importo in qualità di agenti. Dopo 13 anni la situazione è peggiorata, ed alla richiesta di modifica dei contratti nazionali vi è sempre stato il ?niet? generale delle controparti. Occorre tener conto che la stessa Normativa Europea prevede:?l'agente commerciale ha diritto ad una retribuzione conforme agli usi del luogo dove esercita la sua attività e per la rappresentanza delle merci che sono oggetto del contratto di agenzia. In mancanza di tali usi, l'agente commerciale ha diritto a una retribuzione ragionevole che tenga conto di tutti gli elementi connessi con l'operazione. questi usi non sono mai stati stabiliti, ma lasciati all'arbitrio della parte mandante. Il Pensare di risolvere la cosa contrattualmente è come svuotare il lago con un cucchiaio.Del resto , abbiamo degli esempi di non poco conto. Pensiamo allo STAR DEL CREDERE; i giovani non sanno neanche di cosa si parla. Era una penale tra le più assurde ed inique, non prevista dal codice, ma inserita nel contratto di agenzia esclusivamente dalla contrattazione collettiva. Tale patto creava una situazione aberrante, consisteva nel penalizzare l'agente, in caso di mancato pagamento della fornitura da parte del cliente, di una somma pari al 15-20% del mancato pagamento, non delle provvigioni. Un esempio: una azienda vendeva mille euro di prodotto, nel caso di mancato pagamento avrebbe perso le mille euro che comprendeva il costo delle materie prime, i costi produttivi, le spese generali, le provvigioni, ed il guadagno, per questa vendita l'agente percepiva in media il 5 %, ovvero 50 euro, in caso di mancato pagamento da parte del cliente, oltre a non percepire le cinquanta euro avrebbe dovuto restituite una somma di 150-200 euro, come se la mandante invece di perdere i mille euro di fornitura avesse perso tremila-quattromila euro. Ebbene, per mettere fine a questa aberrazione, è stato necessario un intervento legislativo, come del pari è stato necessario per ottenere l'indennità per il patto di non cocnorrenza art. 1751 bis c.c.Senza l'intervento legislativo, voluto sempre dall'USARCI, l'agente oggi si troverebbe ancora a combattere contro queste mostruosità. E' giusta la concertazione, è sempre auspicabile che si trovi l'accordo tra le Parti Sociali e ci si auspica sempre di risolvere con la contrattazione i problemi della Categoria, ma quando la situazione diventa insostenibile, di fronte alla negazione dell'evidenza, ogni strumento è valido per eliminare le storture. Si è parlato da tempo di costituire un tavolo per lo studio dei problemi della Categoria e la riscrittura della professione, ebbene, si appronti questo tavolo coinvolgendo oltre ai Sindacati anche i politici e gli studiosi in diritto del lavoro, si stili un calendario per cominciare a discuterne. Il Vice Presidente Nazionale Giovanni Di Pietro Ad ogni buon conto la Commissione in parola ha ritenuto corretto impegnare il Governo sulla questione sollevata Clicca qui per leggere la risoluzione adottata