Settant’anni e non sentirli. Oppure sentirli come un impareggiabile bagaglio di esperienza per una realtà che resta giovane.
“Il nostro – spiega Umberto Mirizzi, presidente nazionale degli agenti di commercio Usarci – è un lavoro bellissimo. Magari difficile, a volte duro, ma sempre piacevole”.
Sì, anche quello. È vero che può essere considerato quasi parasubordinato, è vero che non si può prescindere dai rapporti con le aziende, ma resta sempre il piacere di autoregolarsi. Di decidere come suddividere il proprio tempo. Non è da tutti.
Estremamente positivo, e di nuovo è una questione di libertà. L’Usarci è libera, non ha padroni nè padrini. Non abbiamo nessuno a cui render conto se non i nostri colleghi associati. Non abbiamo nessuno che ci comanda.
Appunto, un’intesa politica rivolta ad ottenere una reciproca crescita ed un approfondimento sul terziario ed il lavoro dipendente. Con questo accordo potremo finalmente tutelare anche quei lavoratori inquadrati come agenti ma che in realtà sono dipendenti.
Ci presentiamo dopo aver approvato all’unanimità il bilancio. Con una forte presenza al Centro Nord dove si concentra il 70% della categoria ma non va dimenticato che proprio Bari figura tra i promotori dell’Usarci 70 anni orsono. Ed io mi ripresento perché sono stato invitato a farlo da molti colleghi di ogni parte d’Italia.
Tutti noi, all’Usarci, lo siamo stati o lo siamo ancora. Io ho lavorato come agente per 52 anni, proseguendo l’attività avviata da mio padre nel 1932. È il mio mondo, ma con una sostanziale differenza: nella mia attività decidevo io, ero il padrone. All’Usarci non sono il padrone e prima di ogni decisione, anche la più piccola, mi confronto con i colleghi, cerco di coinvolgere tutti.
Forse con un minor numero di agenti, ma la nostra categoria non sparirà e sarà composta da figure sempre più professionali e fondamentali per un mercato in continua evoluzione. Ci saranno sempre settori che avranno bisogno dell’intermediazione. Certo, i cambiamenti non mancheranno. Ci sono anche settori di nicchia dove si sta rilanciando il commercio tradizionale a scapito della grande distribuzione.
Spesso chi si lamenta è proprio il collega che neppure si degna di andare a votare per le elezioni dell’Enasarco. In media vota poco più del 10% degli aventi diritto. Eppure è Enasarco che paga le pensioni. Regolarmente, ogni mese, da 70 anni. Non ha senso protestare sempre per poi evitare persino di sprecare qualche istante per un voto che deve designare chi gestirà il nostro patrimonio previdenziale. Tra i nostri obiettivi figura proprio il maggior coinvolgimento della categoria per una gestione dell’Enasarco sempre più democratica, in vista del voto della tarda primavera del prossimo anno.
Intervista al Presidente Mirizzi - Fonte ElecToMag - autore Augusto Grandi