Tanto tuonò che piovve. Ed in una stagione caratterizzata da una infinità di temporali e grandinate, anche il governo ha dovuto prendere una decisione in merito alla vicenda Enasarco, dopo che le liste di minoranza avevano fatto ricorso ad ogni espediente per inficiare il risultato e l’elezione di Antonello Marzolla alla presidenza dell’ente previdenziale degli agenti di commercio.
Non si poteva, d’altronde, fermarsi alle pronunce dei giudici che, alla fine, avevano annullato l’elezione dei tre componenti il CDA di parte mandante, portando a 12 il numero dei membri e rendendo così impossibile qualsiasi operatività. Perfettamente in linea con l’atteggiamento della coalizione formata da Confesercenti, Fiarc, Ansf ed Assopam. Una coalizione impegnata – spiegano all’Usarci – in un assoluto ostruzionismo, che non partecipava rilevava a nessuna riunione del CDA anzi, ingiungento agli altri di non deliberare e di non fare alcun atto anche se di ordinaria amministrazione.
L’ordinaria amministrazione, considerando l’impossibilità di investire 1,2 miliardi di euro di liquidità, è costata agli agenti più di 12 milioni di euro. Ma alla minoranza poco importa. Così è intervenuto il ministero del Lavoro per superare la fase di stallo. Ed ha espresso la propria valutazione basata su tre punti essenziali.
La validità della nomina del presidente e deI 12 membri del CDA che possono continuare ad operare seppure con l’ordinaria amministrazione.
La riconvocazione del Comitato Elettorale che dovrà valutare l’eleggibilità dei tre membri alla luce delle preferenze espresse dagli elettori.
Eventuale riconvocazione del Consiglio dei Delegati per l’elezione dei tre membri mancanti ed in caso di parità, ricorrere sempre alla volontà degli elettori valutando il numero di voti totali espressi per le varie coalizione.
“Considerato che il numero dei voti espresso per coalizioni ci vede vittoriosi per circa tremila voti – ricordano all’Usarci – sembrerebbe facile arguire a chi debba essere attribuito il voto che determinerà la maggioranza”.
È poi curiosa una coincidenza. La decisione del ministero è arrivata mentre, in Vaticano, iniziava il processo contro l’ex cardinale Becciu e, tra gli altri, contro il finanziere Mincione, tanto amato dalla coalizione di minoranza. Affidare l’ente di previdenza degli agenti di commercio agli amici di Mincione deve essere sembrato quanto meno inopportuno se non azzardato.
Fonte ElectoMagazine - Autore Enrico Toselli