Si prendono i rappresentanti di una lista in corsa per il rinnovo dei vertici di Enasarco (“Fare presto”, tanto per mettere un nome..), si aggiungono i loro amici del Pd romano, si mescola con un briciolo del ministro Gualtieri e si ottiene la guerra dichiarata dal governo contro gli agenti di commercio. In particolare la guerra di Gualtieri e del suo Mef, il ministero dell’Economia e Finanza. Perché, secondo il Corriere della Sera, proprio il compagno Gualtieri si opporrebbe all’erogazione di aiuti e contributi agli agenti di commercio ed alle altre categorie di professionisti.
Soldi, tanto per ricordare, che non vengono “donati” dallo Stato, ma che sono stati versati dagli agenti di commercio nella cassa previdenziale. E lo stesso vale per le altre categorie. Un problema di mera contabilità, dunque, ma all’amico di Fare Presto interessa solo quello, non la palese ingiustizia. Perché gli enti previdenziali privati rientrano nel perimetro del bilancio dello Stato anche se i soldi sono dei privati. E così, per concedere aiuti, o anche solo per un anticipo di parte del Firr (versato dagli agenti), bisogna passare per il permesso del Mef e del ministro del Lavoro.
Ovviamente il compagno ministro non si limita a non firmare l’anticipo del Firr, ma non vuole neppure bloccare o rinviare il pagamento dei contributi che gli agenti ed i professionisti devono versare. Perché il bilancio dello Stato, secondo gli amici di Fare Presto, non può sopportare gli aiuti a chi lavora ma può tranquillamente sopportare le folli spese sostenute per mantenere i renitenti alla vanga sdraiati sul divano, gli inutili navigator, gli ospiti non invitati.
Fonte ElecToMag - Autore Enrico Toselli