Un capitano non abbandona la nave che affonda. Ma perché mai dovrebbe abbandonarla se la nave procede veloce con il vento in poppa?
Umberto Mirizzi, presidente nazionale dell’Usarci, scherza presentando il congresso nazionale che si svolgerà il 24 ed il 25 maggio. Con una prima mattina pubblica ed il resto del congresso in forma privata per arrivare all’elezione del presidente, del consiglio direttivo e dell’intero organigramma.
Un congresso che si presenta sereno proprio in forza dell’ottimo andamento dell’associazione sindacale degli agenti di commercio. Ma proprio con la forza dei numeri dell’Usarci si potranno affrontare i temi caldi della categoria.
“Perché i problemi – ricorda Mirizzi – ci sono e non sono pochi. All’inizio del mese prossimo, ad esempio, per il commercio si discuteranno aspetti come quelli relativi all’e-commerce. E non sarà certo facile ottenere risultati positivi, ma ovviamente ci proveremo. Così come dovremo migliorare l’articolo 2 che, in pratica, consente all’azienda di cacciare l’agente di commercio. Occorrono tutele maggiori”.
Altro tema caldo, per la categoria, è rappresentato dai rapporti degli agenti con l’Enasarco. Rapporti difficili, considerando la mole di interventi che accompagnano ogni analisi sulla situazione dell’ente che eroga le pensioni.
“Appunto, bisognerebbe ricordare – sottolinea Mirizzi – che da 70 anni Enasarco paga regolarmente le pensioni. È questo il suo compito principale. Così come il nostro, in relazione ad Enasarco, è di far sì che la gestione sia la più efficace possibile”.
Però le polemiche di numerosi agenti riguardano in particolar modo i cosiddetti “silenti”. Mirizzi, però, è categorico:
“La questione non è risolvibile poiché affrontarla come sperano i silenti significherebbe prosciugare completamente le casse degli enti pensionistici, ad iniziare dall’Inps. Ma non si deve dimenticare che, molto spesso, la responsabilità è degli agenti che non conoscono le regole del proprio ente. Regole su cui dovrebbero informarsi prima di iniziare l’attività”.
Forse, ironizza il presidente Usarci, l’Enasarco dovrebbe inviare una letterina a tutti coloro che hanno 18 anni di contributi, invitandoli a versare ancora qualcosa per raggiungere il livello minimo. Procedura che gli agenti dovrebbero conoscere, ma per farlo dovrebbero sforzarsi di informarsi.
“Comunque in futuro non sarà più così – conclude Mirizzi – perché anche chi avrà 5 anni di versamenti potrà ricevere la pensione Enasarco. Che, ovviamente, sarà estremamente bassa, legata ai contributi effettivamente pagati”.
Almeno, però, non ci saranno più polemiche sui versamenti persi per mancanza del numero minimo di anni di lavoro.
Fonte ElectoMag - Autore Augusto Grandi