“Hanno un futuro gli agenti di commercio? Certo, purché cambino così come sta cambiando il lavoro. Se restano fermi, ancorati ad una professione che non c’è più, il mercato non li perdonerà”. Massimo Azzolini, vicepresidente dell’Usarci, non ha dubbi sulla necessità di un salto di qualità della categoria. “Salto che, in parte, è già stato realizzato. La categoria è molto più istruita rispetto al passato, con diplomati e laureati”. I problemi, tuttavia, non mancano. A partire da un’età media elevata. “Ma è sempre stato così, poiché si arrivava a fare questo lavoro dopo altre esperienze”.
Un altro grande problema riguarda il futuro della figura dell’agente di commercio nell’era di
Internet, delle vendite on line e ora del metaverso. Un tempo l’agente di commercio era portatore di conoscenza, di aggiornamenti, di informazioni, oggi basta un semplice clik e tutto è alla portata di mano, tutto può essere acquistabile, si possono conoscere prezzi e prestazioni, si possono fare confronti tra prodotti e aziende concorrenti. E qualcuno comincia a pensare che l’agente di commercio non serva più, che rappresenti una intermediazione onerosa ed inutile.
Azzolini, ovviamente, non è d’accordo. Perché, ormai, l’ attività dell’agente si è completamente frastagliata in mille forme diverse al variare delle singole esigenze delle ditte mandanti rappresentate. “Agli agenti di commercio vengono ormai affidati incarichi che vanno ben oltre la mera promozione degli affari come previsto da art 1742 cc. Qualcuno svolge attività di coordinamento di altri agenti, c’è chi svolge mansioni di direzione commerciale, chi passa buona parte del tempo lavorativo per attività di carattere amministrativo, un tempo riservate a personale interno delle aziende”.
“In realtà – prosegue il vicepresidente Usarci – oggi l’agente è un “gestore” d’area, il responsabile a cui
chiedere ogni cosa perché possa risolvere ogni cosa. È la figura che fa da “cuscinetto” tra cliente e azienda mandante, che in qualche modo deve trovare sempre il giusto equilibrio tra le esigenze della domanda e quelle dell’offerta”. Stretto tra business, rapporti, obiettivi. Spesso non si ha la consapevolezza del valore e dell’importanza di questa professione. Come non si ha consapevolezza dei livelli di stress che un agente di commercio deve gestire quotidianamente.
“L’agente rappresenta la ‘mano lunga’ della preponente sul territorio ma non più e non solo nella veste del puro venditore, che acquisisce l’ordine, lo trasmette alla preponente e con questo termina il suo compito. Al contrario, da quel momento ancor più svolge le sue attività nella gestione che porta alla conclusione di quell’ordine. Insomma una posizione sempre più importante ed indispensabile per le aziende”. E, non a caso, le aziende di maggior successo sono quelle che hanno una forza vendita stabile e motivata.
Eppure il numero degli agenti cala ogni anno. D’altronde, all’estero, la categoria è decisamente meno numerosa. Per questo diventa sempre più fondamentale la formazione, la preparazione, la capacità di confrontarsi con un mondo che è in continuo cambiamento ma anche la capacità di adattarsi a nuove mansioni.
Fonte ElectoMagazine - Enrico Toselli