(Adnkronos) - Raid aerei israeliani sulla città portuale di Hodeida sul Mar Rosso, nello Yemen occidentale, in risposta al drone lanciato ieri dai miliziani sciiti Houthi contro Tel Aviv, che ha causato la morte di un cittadino israeliano. Il bilancio è di almeno 80 persone rimaste ferite, molte gravemente, ha reso noto il ministero della Sanità dello Yemen guidato dagli Houthi. I raid hanno colpito il porto di Hodeida.
"L'entità sionista pagherà un prezzo per aver preso di mira strutture civili e risponderemo all'escalation con l'escalation", il post sui social media di un membro dell'ufficio politico degli Houthi, Mohammed al-Bukhaiti.
Il Consiglio supremo politica della milizia filoiraniana ha condannato l'attacco, avvertendo che gli Houthi promettono una risposta "efficace" all'"atroce aggressione israeliana" e che questo non scoraggerà la posizione in favore dei palestinesi. Anche il portavoce militare, Yehya Saree, ha assicurato una risposta a "questa aperta aggressione" ed ha affermato che gli Houthi sono pronti a "una lunga guerra".
Dopo i raid, Benjamin Netanyahu ha ammonito: "Ho un messaggio per i nemici di Israele: non sottovalutateci. Ci difenderemo su ogni fronte e con ogni mezzo. Chiunque voglia attaccarci pagherà un prezzo. Il porto che abbiamo attaccato non era un'area innocente, era usato per scopi militari e come punto di ingresso di armi letali fornite agli Houthi tramite l'Iran", ha aggiunto il premier israeliano.
L'emittente Al Arabiya ha riferito che nei raid è stato colpito un deposito di carburante e raffinerie di petrolio. L'azione sarebbe stata condotta da 12 aerei israeliani, tra cui F-jet 35. L'attacco ha preso di mira anche la centrale elettrica di Ras Khatib, utilizzata per generare elettricità per la città di Hodeida.
"Caccia dell'Idf hanno colpito obiettivi militari del regime terroristico degli Houthi nell'area del porto di Al Hudaydah in Yemen, in risposta alle centinaia di attacchi condotti contro lo stato di Israele in questi mesi", ha detto un portavoce delle forze israeliane.
Il raid è stato mirato ad impedire agli Houthi di importare armi dall'Iran, e causare danni finanziari al gruppo sostenuto dall'Iran, ha affermato l'esercito israeliano.
"I nostri piloti hanno attaccato il porto, la rotta che fornisce armi ed equipaggiamento iraniani. Non abbiamo intenzione di attaccare la popolazione dello Yemen", ha dichiarato il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari. "Gli Houthi diretti dall'Iran hanno attaccato decine di navi, le sue azioni terroristiche sono controllate dall'Iran e mettono in pericolo il canale di Suez e il commercio mondiale", ha aggiunto.
Secondo quanto rivela Channel 12, ripreso da Times of Israel, Israele ha informato prima dei raid contro lo Yemen gli Stati Uniti e altri Paesi, tra i quali "presumibilmente" l'Egitto e altri della regione. Viene precisato anche che i piani di attacco, preparati in precedenza, sono stati applicati dopo l'attacco di ieri a Tel Aviv. L'operazione è stata approvata oggi dai ministri del gabinetto di sicurezza durante una riunione convocata, in via eccezionale, durante lo shabbat.
"L'incendio che sta bruciando a Hodeida si vede per il Medio Oriente e ha un chiaro messaggio: gli Houthi ci hanno attaccato oltre 200 volte, per la prima volta hanno messo in pericolo cittadini israeliani, e noi li colpiamo. E lo faremo in qualsiasi posto sia necessario", ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Un portavoce della Casa Bianca a Times of Israel ha precisato che "gli Stati Uniti non sono coinvolti nei raid oggi in Yemen", aggiungendo che "riconosciamo pienamente il diritto all'autodifesa di Israele". Inoltre, le fonti americane confermano di essere state in contatto con Israele dopo il raid di ieri degli Houthi a Tel Aviv.
Su 'X' il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha replicato a un post che mostra su una mappa la presenza di un aereo di rifornimento italiano vicino Hodeida: "L'Italia ha un KC767 in volo in quella zona ma non per compiti di rifornimento in volo, ma per trasporto in combinazione con un C130 per la normale attività a Gibuti e Mogadiscio. Attività esclusivamente italiane".