(Adnkronos) - 17 aprile 2024. Recentemente un articolo di Umbria7 ha riportato le decisioni dell’autorità del Garante e del Consiglio di Stato che danno torto a Unicusano e la obbligano a versare 250 mila euro di risarcimento. L’accusa si basa su una multa comminata a Unicusano, giudicata colpevole nel caso specifico di non attenersi alle norme del codice del consumo nei rapporti con i suoi studenti, “costringendoli” così a pagare le rette universitarie anche dopo la cessazione del rapporto tra le parti.
Tuttavia la domanda di iscrizione presso l’Unicusano risulta chiara e risulta essere anche in linea con le altre domande di iscrizioni di altri atenei.
In essa si legge: “ La richiesta di rinuncia, così avanzata, cristallizza immediatamente la posizione debitoria dello studente al quale in nessun caso l’Ateneo richiederà importi maturati dopo la richiesta predetta. Lo studente al fine di poter chiudere il rapporto contrattuale sarà tenuto a versare unicamente gli importi maturati, quali la retta dell’anno in corso e il contributo per rinuncia.”
C’è scritto chiaramente che lo studente che effettua la rinuncia agli studi è tenuto a sanare la sua posizione economica solo ed esclusivamente per quanto riguarda i costi e i pagamenti dell’anno in cui viene effettuata la rinuncia agli studi. Pagamenti che, in aggiunta, possono essere dilazionati nel corso del tempo anche mediante una rateizzazione concordata con la stessa Unicusano.
Nonostante la giurisdizione civile abbia più volte evidenziato l’inapplicabilità delle norme del codice di consumo alla materia universitaria, norme che poi sono alla base della sentenza amministrativa del Consiglio di Stato, evince comunque in capo all’Unicusano una sanzione complessiva di 250mila euro. Sanzione che, aldilà della giustizia del verdetto, l’Unicusano ha pagato “in toto” nel febbraio 2020, rispetto una seppur nebulosa volontà legislativa (vedasi articolo su umbria.tag24.it).
Riportare oggi alcuni titoli giornalistici come “Studenti e diritto di recesso: Unicusano dovrà pagare 250mila euro di sanzione” ci sembra fuorviante e lesivo nei confronti dell’immagine dell’Ateneo e forse più un attacco politico alla figura di Bandecchi dal momento che alcuni giornali nazionali riempiono le pagine di accuse e inchieste sui conti dell’Università “Niccolò Cusano”, collegandole spesso arbitrariamente, alla sua figura di sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa. Due entità separate, che però vengono ripetutamente fatte coincidere all’occasione per necessità spesso solo giornalistiche.
Ufficio Stampa