(Adnkronos) - L'Italia in campo per la ricostruzione dell'Ucraina. Circa 600 aziende italiane e 150 ucraine si ritroveranno mercoledì 26 aprile a Roma, al Palazzo dei Congressi, per firmare accordi nei settori del trasporto ferroviario, ambiente ed energia. "L'Italia vuole essere protagonista con le sue imprese. Sarà un modo per dimostrare solidarietà, non solo dal punto di vista militare, ma anche solidarietà da parte del nostro Paese nei confronti di un popolo in guerra, che sta difendendo la propria libertà", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che introdurrà la conferenza insieme al collega di Kiev Dmytro Kuleba, mentre la chiusura è affidata ai premier, Giorgia Meloni e Denys Shmyhal. Previsto un intervento in video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Con la conferenza l'Italia, terzo partner commerciale dell'Ucraina dopo Germania e Polonia, con un interscambio che nel 2021 è stato di 5,4 miliardi di euro, vuole "mettere a sistema" il suo impegno per l'Ucraina, al di là degli aiuti militari: la ricostruzione si intreccia allora con il sostegno all'ingresso del Paese nell'Ue e con le riforme necessarie per entrare nell'Unione. E le aziende italiane, dalle quali è arrivata "una risposta straordinaria", possono contribuire ad ammodernare la struttura economica ucraina, sulla base del principio 'build back better', spiega all'Adnkronos chi ha partecipato all'organizzazione della conferenza, seguito di quelle di Berlino e Parigi dei mesi scorsi e che precede quella di Londra di giugno, ma che rappresenta "per noi l'inizio di un percorso, in vista della presidenza del G7 che avremo il prossimo anno e che ci permetterà di avere un ruolo guida" nell'ambito della piattaforma internazionale dei donatori per la ricostruzione.
Sette i settori nei quali le imprese italiane sono chiamate a investire, subito, per la cosiddetta "fast recovery", per la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate o distrutte dalla guerra, e poi nel medio e lungo periodo. "E' bene posizionarsi sin da ora", questo il messaggio alle aziende, che hanno aderito all'invito, nonostante la preoccupazione per il conflitto ancora in corso. Si parte, allora, da infrastrutture e trasporti, poi energia e ambiente, agribusiness, salute, digitale, spazio e siderurgia, con opportunità enormi per le nostre imprese.
"Saremo sempre al fianco dell'Ucraina, anche nella ricostruzione del Paese per favorirne il percorso di adesione all'Ue - ha ribadito dal canto suo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso -. Anzi, in alcuni casi bisogna adoperarsi subito, come per il ripristino delle centrali elettriche e irrigue e per la semina dei raccolti".
"Dalla conferenza di Roma ci aspettiamo da un lato che le aziende possano dare un contributo alla ricostruzione del nostro Paese e dall'altro che possano facilitare l'integrazione nel mercato europeo", hanno affermato fonti di Kiev, riconoscendo "il ruolo propulsivo" che l'Italia ha avuto nella concessione dello status di Paese candidato alla Ue e che sperano mantenga anche nel processo di adesione.
All'evento di mercoledì 26 aprile saranno presenti anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e delle Infrastrutture Matteo Salvini insieme ai loro omologhi di Kiev, oltre al presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Alla conferenza anche i rappresentanti di Cassa depositi e prestiti, Sace, Ice e Simest, oltre a quelli delle principali istituzioni finanziarie internazionali tra cui Banca Mondiale, Bei e Bers. Secondo le ultime stime aggiornate a marzo del governo di Kiev, della Banca mondiale, della Commissione Ue e dell'Onu, per ricostruire l'Ucraina serviranno 411 miliardi di dollari.