(Adnkronos) - L’export italiano di servizi mantiene il piede sull’acceleratore, con il turismo che guida la dinamica. La stima di crescita dell'export italiano di servizi nel 2024 è pari a 4,6%, dopo il vivace andamento dello scorso anno che dovrebbe chiudersi con un incremento dell’11,2% a 135 miliardi di euro. È quanto emerge dall’ultimo report dell’osservatorio Terziario di Manageritalia, in collaborazione con l’ufficio studi di Sace, che approfondisce le dinamiche in atto nell’economia mondiale che ha dimostrato una notevole capacità di resilienza di fronte alle due gravi crisi della pandemia ed energetica.
Nel decennio pre-covid, a seguito della crisi finanziaria globale, la crescita del commercio mondiale di beni (+4,4%) si è dimezzata, mentre quella dei servizi (+7,1%) è più che raddoppiata, anche grazie a un forte aumento dei servizi integrati nelle catene globali del valore. In particolare, le esportazioni globali di servizi forniti digitalmente - es. servizi finanziari, informatici, amministrativi e professionali - sono cresciute a un ritmo del 7,5% medio annuo dal 2005 al 2019, arrivando nel 2022 a una quota sul commercio di servizi globali pari al 54%, erodendo la quota delle esportazioni sia di beni sia di altri servizi.
Nonostante la buona dinamica degli ultimi anni, le esportazioni italiane di servizi hanno ancora del potenziale inespresso. In questo senso, sarà prioritario aumentare la competitività delle imprese italiane attraverso l’incremento degli investimenti in tecnologia e delle competenze in digitalizzazione sia di base che avanzata, di cui l’intelligenza artificiale è un elemento sempre più determinante.
A oggi, il numero di imprese che utilizza almeno una tecnologia IA nei comparti dei servizi (e anche nella manifattura) è ancora contenuto. La capacità di formare e accrescere il capitale umano degli addetti del terziario rimane una sfida aperta e un’opportunità da cogliere per il futuro del settore stesso. In tale ottica è quindi fondamentale puntare anche sulla formazione sia continua che specifica sul posto di lavoro, che risulta inferiore in Italia rispetto ai peer europei. Le imprese italiane potranno contare su diversi strumenti e servizi formativi a loro disposizione, tra cui la Sace Academy e il Cfmt - Centro di formazione management del terziario - di Manageritalia.
“Non ci sono più dubbi -ha affermato Mario Mantovani, presidente Manageritalia- sul determinante ruolo che i servizi, soprattutto ma non solo quelli più avanzati, hanno nella crescita dei settori e delle economie più avanzate. Da qui dobbiamo partire e agire con interventi, anche di politica economica, che supportino questa tendenza e rafforzino il nostro terziario, aumentando ancor più la sua sinergia con l’industria. Per aumentare la produttività dei servizi italiani dobbiamo ridurre gli oneri burocratici, adeguarci agli standard normativi internazionali, aumentare la managerialità nell’elevato numero di imprese a conduzione familiare, accrescere gli investimenti tecnologici inclusi quelli in Ia, determinando così una maggiore apertura alla concorrenza in molti comparti all’interno dei vari settori”, ha concluso.
“L’export italiano di servizi mantiene il piede sull’acceleratore e a guidare la dinamica è il turismo, tornato a essere il settore di punta delle esportazioni del settore terziario. Germania, Francia e Stati Uniti sono i primi 3 paesi di destinazione, seguiti da Svizzera e Regno Unito", ha dichiarato Alessandro Terzulli, capo economista della Sace. "Per allargare le frontiere di questo comparto ed essere sempre più competitive, le imprese italiane possono investire in tecnologia, soprattutto in Intelligenza artificiale. Il potenziale dell’Ia è molto vasto e le sue applicazioni sono a oggi già numerose. Sarà quindi fondamentale aumentare le competenze in digitalizzazione per cogliere queste opportunità e Sace può fare la differenza. Le imprese potranno infatti contare su diversi strumenti e servizi formativi a disposizione, tra cui la Sace Academy”, ha concluso.