(Adnkronos) - "Da anni si parla di salario minimo, ma nessuno ha verificato seriamente e tecnicamente a quanto ammonta detto salario garantito dalla contrattazione collettiva nei vari settori presidiati; è inaccettabile. Inaccettabile che chi discute del salario minimo possa non sapere cosa significhi retribuzione globale, che i contratti non prevedono un 'trattamento orario', che la retribuzione è un istituto complesso che va studiato prima di fare o immaginare interventi che potrebbero essere addirittura sconvenienti per la parte che si intende tutelare". A dirlo il giuslavorista Francesco Rotondi e l'economista Vito Rotondi.
"Inaccettabile - spiegano - l’incomprensione circa le norme costituzionali che presidiano l'istituto, nonché il precetto dell'articolo 39 della Costituzione Italiana, che evidentemente senza attuazione preclude una serie di azioni che invece in alcune proposte vengono previste come agibili”.
"Crediamo - affermano - che nel nostro sistema politico ci sia un tema importante per tutti i settori, ovvero la mancanza di disponibilità ad un ascolto per competenza. Ciò non significa che occorre il 'governo dei tecnici', bensì che i politici possano considerare prevalente lo studio delle materie cui sono chiamati a gestire, per svolgere al meglio la propria funzione istituzionale; ciò significa che occorre fare attenzione alla nomina dei tecnici e ci sia sempre un riscontro sulla veridicità delle affermazioni dalle quali si parte per progettare il futuro".
"Viviamo epoche di discontinuità tali - sottolineano - da ripensare modelli e organizzazioni. Purtroppo, il conflitto sociale, amplificato dal bisogno individuale, nelle civiltà contemporanee soggette a recessioni, esasperate da crisi, con bolle originate anche sul sovra-debito, dall’avanzata rapida delle tecnologie, potrebbe prevalere sul senso civico anche in economia, ove la civiltà e lo stato sociale non siano giuridicamente disciplinati e tutelati nel loro bisogno proprio dalle competenze del diritto".
"Il salario minimo - commentano il giuslavorista Francesco Rotondi e l'economista Vito Rotondi - sarebbe un ottimo banco di prova dove politica, sindacati, società civile, imprenditoria possono veramente offrire un esempio di collaborazione per migliorare la qualità della vita dei cittadini scevri da condizionamenti ideologici che qui non possono trovare residenza".
"Nella realtà dell’economia - affermano - si vive lo stesso dilemma della giurisprudenza e del diritto per la comunicazione politica. La riflessione sul salario minimo esposta dal giuslavorista appare acuta, profonda, ampia per l’economista, e rischia fraintendimento e strumentalizzazione sia nel significato sia nel significante, ove non fosse colto il messaggio inclusivo del banco di prova, del tavolo di confronto che non ha soltanto elementi di contrattazione tipici del mercato. Indubbiamente domanda e offerta che immediatamente originano la contrattazione e si radicalizzano ancor prima della negoziazione".