(Adnkronos) - Incassa il sostanziale via libera della maggioranza il testo di riforma costituzionale sul premierato che il ministro per le riforme Istituzionali Elisabetta Casellati presenterà venerdì in Cdm. "Siamo d'accordo anche sul testo sulle riforme, che verrà rappresentato al prossimo Consiglio dei ministri", conferma al termine del vertice di maggioranza il vicepremier Antonio Tajani.
"Abbiamo fatto un proficuo lavoro, sia sulla legge di bilancio, che è stata mandata al Senato, con la conferma della compattezza e dell'idea che deve essere approvata il più rapidamente possibile, sia sulle riforme - fa eco il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi - . E' uno degli obiettivi di questa maggioranza: il premierato, l'elezione diretta del Presidente del Consiglio" oltre "ai contenuti che saranno portati al prossimo Consiglio dei ministri". "Abbiamo condiviso tutto il contenuto che ci è stato proposto. Il Consiglio dei ministri penso che questa settimana approverà il disegno di legge che poi inizierà il suo iter", ha proseguito Lupi sul tema delle riforme istituzionali.
Via libera anche alla norma 'anti-ribaltone' nell'intesa stretta a Palazzo Chigi sulla riforma del premierato, attesa venerdì in Consiglio dei ministri. La norma in questione, una delle più delicate dell'intera riforma, prevedrebbe, in caso di 'caduta' del premier eletto dal popolo, la possibilità di riprovare a ricostruire la maggioranza o con lo stesso premier o comunque con un altro esponente della stessa maggioranza scelta dai cittadini con il voto. Solo in caso di tentativi falliti, dunque, il ritorno alle urne.
A quanto si apprende, nel testo sul premierato che arriverà venerdì in Cdm ci sarebbe anche lo stop alla nomina di nuovi senatori a vita, fatta eccezione per i Presidenti della Repubblica uscenti. La misura è un vecchio cavallo di battaglia di Fdi, che pare abbia trovato spazio nel testo. Per Fdi lo stop ai senatori a vita è una misura tra l'altro inattaccabile. "E' sempre stata una cosa che abbiamo pensato - si ragiona in via della Scrofa - e sarebbe anche istituzionalmente inattaccabile perché adesso, se dovessimo procedere a nomina, sarebbero chiaramente per riequilibrare con nomine a noi più vicine rispetto a quelle del passato. Rinunciando c’è un chiaro segnale che non è battaglia politica, ma una questione meramente istituzionale”.