Recovery, per la digitalizzazione dei beni culturali un booster da 500 mln


Recovery, per la digitalizzazione dei beni culturali un booster da 500 mln

Una grande occasione per innovare il settore dei beni culturali, un booster eccezionale per introdurre una spinta non solo all’archiviazione digitale di un patrimonio immenso (a seconda della definizione di bene culturale, si stima che l’Italia custodisca dal 60% al 75% di tutti i beni artistici esistenti), ma anche ad una fruizione allargata che grazie alle nuove tecnologie raggiunga le utenze di tutto il mondo. E’ il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza o Pnrr, che ha già cominciato a far afferire in Italia fondi per questa importante opera di modernizzazione.  

La prima misura della Missione 1 del Pnrr riguarda proprio il “patrimonio culturale per la prossima generazione” e consiste in un finanziamento 2021-2026 di 1,1 miliardi di euro, volti alla digitalizzazione, all’accessibilità e all’abbassamento dell’impatto ambientale dei luoghi della cultura. Si rivolge non solo a musei, aree e parchi archeologici, ma anche a biblioteche, archivi, teatri e cinema. Si articola in tre principali aree di intervento. 

La prima sono le piattaforme e le strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale (500 milioni di euro): si compone di 12 progetti per incrementare, organizzare, integrare e conservare il patrimonio digitale di archivi, biblioteche, musei e in generale dai luoghi della cultura; offrire a cittadini e operatori nuove modalità di fruizione; migliorare l’offerta di servizi; sviluppare un’infrastruttura cloud e software per la gestione delle risorse digitali. La seconda sono la rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi e investimenti per l’accessibilità (300 milioni di euro): consiste nella realizzazione di azioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche, senso-percettive, culturali e cognitive nei musei, complessi monumentali, aree e parchi archeologici, archivi e biblioteche statali, misure finalizzate all’accessibilità della cultura per ogni tipo di pubblico. Sono infine realizzate attività di formazione sul tema della fruizione del patrimonio culturale. 

La terza riguarda l’ambiente ed è rivolta al miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei (300 milioni di euro): prevede la realizzazione di interventi per promuovere l’eco-efficienza e la riduzione dei consumi energetici nei musei e siti culturali statali, nonché nei teatri e nei cinema. 

Soffermandoci sulla prima area di intervento ossia sulle piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale, l'intero investimento si suddivide in 12 progetti, per la maggior parte in capo all’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale - Digital Library, ufficio del Mic dotato di autonomia speciale di livello dirigenziale generale, costituito nel 2019 in attuazione delle direttive indicate dal Codice dei beni culturali. 

I finanziamenti (500 mln) sono scanditi da un ritmo preciso: 11,2 milioni di euro nel 2021, 59,0 milioni di euro nel 2022, 124,3 milioni di euro nel 2023, 146,8 milioni di euro nel 2024, 99,2 milioni di euro nel 2025 e 59,5 milioni di euro nel 2026. Il primo acconto è stato finanziato il 13 di agosto scorso ed è compreso nei 106 progetti che costituiscono il motore della fase uno del Pnrr e che dovranno rendicontare spese entro il 31 dicembre 2021. Entro la fine del 2024 si prevedono obiettivi molto importanti, quali la formazione di almeno 30mila utenti attraverso la piattaforma di e-learning dedicata ai beni culturali e la produzione e la messa online di almeno 65 milioni nuove risorse digitali; le milestones sono indicate nel dossier parlamentare di approfondimento al Pnrr pubblicato il 27 maggio 2021.