(Adnkronos) - Nuovo processo di appello per Chiara Appendino. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione penale della Cassazione che, accogliendo la richiesta della procura generale, hanno annullato con rinvio la sentenza inflitta all’ex sindaca di Torino per ricalcolare la pena, riducendola, in relazione ai fatti di piazza San Carlo. Appendino era stata condannata a 18 mesi. I supremi giudici hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità penale per Appendino e Paolo Giordana, ex capo di gabinetto del comune.
“Mi sembra una sentenza particolarmente severa nei confronti della sindaca, alla quale si attribuiscono responsabilità per fatti che difficilmente potevano essere da lei controllati”, afferma l’avvocato Franco Coppi, difensore insieme a Luigi Chiappero dell’ex sindaca di Torino.
La vicenda riguarda i fatti del 3 giugno 2017 quando durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenò il panico fra la folla con un bilancio di 1.500 feriti e la morte di due donne. L’ex sindaca finì a processo per il suo ruolo di responsabilità come primo cittadino, per le accuse di omicidio, disastro e lesioni, tutti in forma colposa.
I supremi giudici hanno inoltre disposto un nuovo processo di appello anche per Maurizio Montagnese, ex presidente di Turismo Torino. Assolto in via definitiva invece con la formula "per non avere commesso il fatto" Alberto Bonzano, all'epoca dei fatti dirigente della Questura.
“Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza”, commenta in un post su Fb Chiara Appendino.
“A iter giudiziario sostanzialmente concluso, penso di poter dire quello che penso, soprattutto per quanto riguarda la ripartizione delle responsabilità tra le istituzioni - prosegue Appendino - da questo processo emerge infatti che l’unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio”.
“È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto, dalla pubblica sicurezza fino allo smog (per il quale, fra poche ore, dovrò affrontare un nuovo processo) - osserva - la domanda che mi pongo è: chi, a fronte di questo precedente, sarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità come primo cittadino? Ciò che auspico è che su questo punto si possa avviare una sana riflessione fra tutte le forze politiche e il governo. Ad oggi, gli innumerevoli moniti di Anci e l’appello sottoscritto da migliaia di sindaci di ogni colore politico sono rimasti inascoltati”.
“Ancora oggi, a oltre 7 anni di distanza, porto con me il dolore e l’angoscia per quella maledetta notte in cui quattro rapinatori armati di spray urticante scatenarono il panico in piazza. Un gesto scellerato per il quale stanno scontando una pena di 10 anni per omicidio preterintenzionale”. Nel post l’ex sindaca spiega che "i giudici della Corte di Cassazione hanno rigettato il mio ricorso contro la sentenza di condanna per la tragedia di Piazza San Carlo, seppur stabilendo che la pena inflitta dalla Corte d’Appello dovrà essere diminuita”.
“Da allora non ho mai smesso di rivolgere i miei pensieri alle persone coinvolte e alle loro famiglie e credo che il dolore che provo non potrà mai scomparire”, aggiunge Appendino che conclude ringraziando “di cuore la mia famiglia, i miei legali e tutte le persone che mi sono state vicine in questo difficile percorso e ribadendo la mia sincera vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime che resteranno per sempre nel mio cuore”.