(Adnkronos) - "Dire 'no' al Mes significa andare contro l’interesse degli italiani. E chiunque abbia a che vedere con la sanità sa che i soldi del Mes sanitario servono come il pane. Sì al Mes, subito". Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, dopo le parole pronunciate ieri al question time della Camera sul tema dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che ha frenato circa la richiesta di dare seguito all'impegno di ratificare il Mes.
"Siamo coscienti dell’impegno assunto dall’Italia e che allo stato tutti gli altri Aderenti abbiano proceduto alla ratifica - ha detto infatti Giorgetti -, ma alla luce dei dati fattuali prima ricordati emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera". Per il ministro dell'Economia, l'impianto attuale del Trattato istitutivo del Mes "appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del Meccanismo", ha detto, aggiungendo che "come da più parti evidenziato", il Mes "appare una istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione. In parte per colpa sua, in parte no, è un’istituzione impopolare. Nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria".
Il Mes , aveva proseguito, "da strumento per la protezione dalle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie, deve trasformarsi, a nostro avviso, in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide come quella del caro energia e della crisi internazionale connessa alle vicende ucraine, rivedendo le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse. Su tali temi un proficuo confronto potrà essere instaurato anche con il nuovo direttore generale del Mes Pierre Gramegna, nominato recentemente anche grazie alla all’attivo contributo del nostro Paese".
"Ratificare il trattato non significa aderire al Mes, significa rispettare un impegno internazionale preso da un governo, il Conte I, del quale peraltro Salvini era vicepremier", ha detto oggi Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, a margine dei lavori della commissione Bilancio, ancora sospesi. "Non bloccare l'entrata in vigore per gli altri Paesi", ha aggiunto, e l'Italia deve "avere uno status di paese serio. Qualcuno ci spieghi perché non vogliono ratificare. Ho sentito dire Giorgetti che non è popolare - ha concluso Marattin - ma quelli che fanno solo le cose popolari non si chiamano politici ma..."
Quelle pronunciate ieri dal ministro dell'Economia circa il Mes "sono parole gravi e spero che in Europa non siano state ascoltate", aveva affermato Marattin ieri nella replica al question time con il ministro. "Signor Ministro - incalzava - lei la settimana scorsa è venuto in quest'aula e alla domanda" sulla ratifica italiana del Meccanismo "ha risposto 'quando si esprimerà la Corte Costituzionale tedesca'": ma la corte - ricordava - "si è espressa l'altro giorno e oggi, se ho capito bene, lei sta dicendo che siccome il Mes è un 'istituto in forte crisi' forse non lo ratifichiamo più".
"Ma lei è conscio delle parole che ha pronunciato e delle conseguenze di queste sue parole?", la domanda di Marattin, che ha proseguito: "Lei sta dicendo che noi intendiamo rimanere l'unico paese in Europa che non lo ratifica?". "Se prima "vuol fare un dibattito parlamentare, siamo prontissimi", la conclusione del capogruppo di Azione-Iv.
CIRIANI - "E' uno strumento datato, sono d'accordo con Giorgetti, ma è singolare che si parli del Mes e non del tetto massimo al tetto del gas". Così il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ospite di Adnkronos Live. "Stiamo parlando poi di uno strumento vecchio, il Mes viene dopo. Io sono molto scettico sulla ratifica", assicura.