(Adnkronos) - Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici commentato da Marco Gasparri, fondatore e amministratore di Magas, una rinomata società italiana specializzata in consulenza tecnica ed organizzativa nel settore delle gare pubbliche e private
Roma,29/02/2024. Il 1° luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), riformando il sistema di affidamento degli appalti in Italia. L'obiettivo principale è quello di accelerare le procedure, semplificare le norme e aumentare la trasparenza, favorendo al contempo la concorrenza e la qualità delle opere. Per Marco Gasparri, fondatore di Magas (società di servizi per gare e pubbliche e private), si evidenziano tre importanti novità del nuovo Codice.
1. La Digitalizzazione
Il Codice degli Appalti del 2023 ha posto una forte enfasi sulla digitalizzazione come strumento chiave per modernizzare il settore degli appalti pubblici. Questo focus sulla digitalizzazione riguarda l'intero ciclo di vita degli appalti, dalla pubblicazione dei bandi alla presentazione delle offerte, fino alla gestione dei contratti, e si propone di affrontare diverse sfide operative e strategiche. “La digitalizzazione dei bandi di gara significa che tutte le informazioni relative a nuove opportunità di appalto sono pubblicate su piattaforme online accessibili - commenta Marco Gasparri. “Questo non solo aumenta la trasparenza, ma consente anche una più ampia diffusione delle informazioni, permettendo a un maggior numero di potenziali fornitori, comprese le PMI, di partecipare alle gare.”
Nonostante i vantaggi, la digitalizzazione completa delle procedure di gara introduce anche nuove sfide, quali la necessità di garantire la sicurezza informatica e la protezione dei dati che è di primaria importanza, data la natura sensibile delle informazioni gestite nel processo di appalto. Inoltre, la digitalizzazione richiede che tutte le parti coinvolte nel processo di gara, comprese le PMI, siano adeguatamente equipaggiate e formate per utilizzare le piattaforme digitali, il che richiede investimenti in tecnologia e formazione.
Continua Gasparri: “Per un'applicazione efficace del Codice 2023 in termini di digitalizzazione, le amministrazioni pubbliche devono quindi non solo implementare le piattaforme digitali, ma anche assicurare che vi sia un supporto adeguato per gli utenti, una robusta infrastruttura IT e politiche chiare per la gestione dei rischi legati alla sicurezza informatica.”
La transizione verso una gestione completamente digitalizzata degli appalti pubblici rappresenta un cambiamento significativo che richiederà tempo, risorse e un impegno condiviso tra tutti gli stakeholder coinvolti.
2. Riforma del subappalto
La riforma del subappalto nel Codice degli Appalti del 2023 rappresenta un aggiustamento significativo che mira a bilanciare la flessibilità operativa per le imprese aggiudicatarie con la necessità di un maggiore controllo e qualità nell'esecuzione degli appalti pubblici.
Secondo le disposizioni del nuovo Codice, il subappalto è permesso fino al 40% dell'importo complessivo del contratto. Questo significa che l'impresa aggiudicataria ha la possibilità di affidare una porzione sostanziale del lavoro a terze parti, consentendo una certa flessibilità nella gestione delle risorse e nella distribuzione delle competenze necessarie per portare a termine il progetto.
In aggiunta, è prevista la possibilità di estendere il subappalto di un ulteriore 10% specificatamente per lavori specialistici. Ciò riconosce la realtà operativa di molti grandi progetti, in cui competenze altamente specializzate sono richieste per aspetti particolari dell'opera, che potrebbero non rientrare nell'ambito di competenza dell'impresa principale. Per Marco Gasparri “questo spazio addizionale per il subappalto mira a garantire che le specifiche competenze possano essere acquisite nel modo più efficace e efficiente. Limitando la percentuale del subappalto, il Codice cerca di assicurare che l'impresa principale mantenga un controllo diretto e una responsabilità significativa sull'esecuzione del contratto, promuovendo la qualità e la responsabilità nell'esecuzione dei lavori.”
Con questa riforma si cerca di prevenire una eccessiva frammentazione del contratto, che potrebbe portare a una diluizione delle responsabilità e a una possibile riduzione della qualità dell'esecuzione.
La possibilità di aumentare la quota di subappalto per lavori specialistici riconosce l'importanza di poter fare affidamento su competenze tecniche specializzate, che non sono sempre presenti all'interno dell'impresa principale, ma che sono fondamentali per la riuscita del progetto.
3. Maggiori poteri alle stazioni appaltanti
Le stazioni appaltanti avranno maggiori poteri nella gestione delle procedure di gara. Queste modifiche sono state apportate con l'intento di rendere più efficiente il processo di gara e di affidamento dei contratti pubblici, attraverso una serie di nuove disposizioni che vanno ad incidere sulla gestione delle procedure di appalto.
“Le stazioni appaltanti possono avere maggiore discrezionalità nella scelta delle procedure di gara più adatte a seconda della natura e delle specificità del contratto da affidare” afferma Marco Gasparri. “Viene data alle stazioni appaltanti - continua - la possibilità di definire criteri di valutazione più dettagliati e specifici che possano meglio rispecchiare le esigenze del contratto in oggetto. Con l'obiettivo di accelerare i processi di affidamento, le stazioni appaltanti possono adottare procedure che riducono i tempi morti e le attese burocratiche, semplificando e velocizzando così l'intero processo di appalto.”
Tuttavia, l'effettivo miglioramento dei processi dipenderà anche dalla capacità delle stazioni appaltanti di gestire in maniera responsabile e trasparente i nuovi poteri conferiti, assicurando che tutte le fasi di appalto siano condotte in conformità con i principi di imparzialità, concorrenza e trasparenza che regolano il settore.
Temi Irrisolti e Criticità
ll Nuovo Codice degli Appalti, mira quindi a migliorare significativamente la regolamentazione degli appalti pubblici in Italia. Tuttavia, come per ogni nuova normativa, esistono temi irrisolti e critiche che emergono da vari stakeholder, tra cui imprese, professionisti del settore e amministrazioni pubbliche. Ma nonostante le novità positive, l'attuazione del Nuovo Codice degli Appalti sta affrontando alcune criticità, principalmente dovute alla complessità della normativa, che cerca di disciplinare un ampio spettro di procedure, e alle sfide interpretative e giurisprudenziali ad esso connesso.
Queste difficoltà si manifestano, inizialmente, nella pratica quotidiana dei funzionari pubblici, i quali si trovano di fronte a concrete problematiche nell'applicare il Codice e l'articolata giurisprudenza, non sempre uniforme, alle esigenze specifiche di approvvigionamento. Anche le piccole e medie imprese, che devono partecipare efficacemente a queste procedure, non solo per il proprio interesse ma soprattutto per quello della Pubblica Amministrazione, risentono di queste complessità. Il Codice si propone di regolare l'acquisizione di un'ampia varietà di beni, servizi e lavori da parte delle amministrazioni pubbliche, attraverso un quadro normativo che mira a garantire trasparenza, equità e efficienza, ma la vasta gamma di merceologie, che spaziano da beni semplici a servizi complessi e grandi progetti infrastrutturali, unitamente alla diversità delle procedure di appalto previste dal Codice, presenta sfide significative per le amministrazioni pubbliche nel contestualizzare e applicare efficacemente la normativa alla realtà operativa - beni di uso quotidiano, servizi di consulenza, forniture tecnologiche avanzate e grandi opere pubbliche richiedono approcci differenziati sia nella definizione delle specifiche tecniche che nella valutazione delle offerte.
La standardizzazione dei processi di appalto, sebbene fondamentale per assicurare legalità e trasparenza, non si adegua sempre perfettamente alle peculiarità di ogni categoria di acquisto. Ciò rende i procedimenti complessi e suscettibili di diverse interpretazioni, influenzando ogni fase, dalla selezione della procedura di appalto alla gestione contrattuale.
Scegliere la Procedura più Appropriata
Seppure il Codice degli Appalti preveda diverse procedure di appalto, ciascuna con regole e requisiti specifici, progettate per adattarsi a vari tipi e dimensioni di contratti, la scelta della procedura più appropriata per un determinato acquisto può essere un compito arduo.
“La valutazione deve tener conto non solo del valore economico dell'appalto, ma anche della sua complessità, dei rischi associati, della necessità di innovazione e di sostenibilità, nonché delle dinamiche di ogni specifico mercato”, sottolinea Marco Gasparri. Questa valutazione richiede competenze tecniche e giuridiche elevate e una profonda comprensione del settore di riferimento. Il Codice cerca di bilanciare la necessità di standardizzazione, per garantire principi di legalità e trasparenza, con la necessità di flessibilità, per adattarsi alle specificità dei vari tipi di acquisto ed, in questo contesto, le interpretazioni giuridiche e le decisioni dei tribunali amministrativi spesso si concentrano su come questo bilanciamento debba essere applicato in casi specifici, contribuendo a formare un corpus di giurisprudenza che, se da un lato fornisce preziosi orientamenti, dall'altro può complicare ulteriormente il quadro normativo per via della sua specificità e della varietà dei precedenti.
Le amministrazioni pubbliche devono navigare in questo contesto complesso, cercando di conformarsi sia alle regole generali del Codice sia alle interpretazioni e ai chiarimenti forniti dalle autorità e dalla giurisprudenza.
Questo esercizio di equilibrio diventa particolarmente complesso quando si devono gestire appalti che coinvolgono merceologie diverse, di dimensione economiche molto diverse, ciascuna con le proprie peculiarità, che possono richiedere un'attenzione particolare alle questioni interpretative e alle incertezze giuridiche emerse in contesti simili. Quindi le amministrazioni pubbliche si trovano a fronteggiare difficoltà oggettive nell'applicazione del Codice, derivanti non solo dalla complessità intrinseca della normativa, ma anche dalla varietà e specificità delle esigenze di approvvigionamento e dalla peculiarità di ogni singola merceologia.
Conclude Marco Gasparri: “La necessità di interpretare correttamente la normativa e di scegliere la procedura più adatta, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza, richiede quindi una preparazione specifica ed un livello di specializzazione e di risorse che può essere carente, specialmente in piccole amministrazioni o in settori meno abituati a gestire appalti complessi che non sempre è presente all'interno degli enti pubblici”.
“Questo richiede un impegno costante nell'aggiornamento delle competenze e nella formazione dei funzionari pubblici, nonché una continua attenzione alla giurisprudenza e alle linee guida delle autorità competenti, per navigare con successo in questo ambiente dinamico e complesso.”
Per affrontare queste sfide, è fondamentale che il quadro normativo offra flessibilità e supporto alle amministrazioni pubbliche. Ciò potrebbe includere la fornitura di linee guida settoriali, la formazione specifica per i funzionari coinvolti negli appalti, l'assistenza di esperti esterni per le fasi più complesse e la promozione di strumenti digitali che facilitino la gestione del processo di appalto. Inoltre, una maggiore condivisione di buone pratiche e di esperienze tra amministrazioni può aiutare a superare le difficoltà comuni, promuovendo un'applicazione della normativa che sia al contempo rigorosa e adattata alle specificità di ciascun settore di approvvigionamento. In questo modo, si potrà garantire che il Codice degli Appalti sia uno strumento efficace al servizio dell'interesse pubblico, capace di rispondere in modo flessibile e dinamico alle diverse esigenze.
In questo complicato contesto normativo e giurisprudenziale, la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici è un’altra questione centrale nel contesto della normativa sugli appalti pubblici, e del Codice del 2023. Sebbene vi sia un chiaro intento legislativo di facilitare l'accesso delle PMI a queste opportunità, diverse barriere persistono, influenzate in modo significativo dalla complessità normativa e giurisprudenziale del Codice.
Ulteriori Sfide per le PMI
La complessità del Codice degli Appalti del 2023 e la vasta giurisprudenza associata aggiungono ulteriori sfide per le PMI. La necessità di navigare in un sistema normativo complesso, di comprendere le numerose disposizioni legali e di rimanere aggiornati sulle continue interpretazioni giuridiche richiede risorse significative in termini di tempo e competenze specialistiche. La capacità di interpretare correttamente le disposizioni del Codice e di adeguarsi ai requisiti specifici di una gara richiede una conoscenza approfondita della normativa e delle sue applicazioni pratiche, che può essere difficile da acquisire per le PMI. Inoltre, la necessità di seguire e comprendere le evoluzioni giurisprudenziali, che possono modificare l'interpretazione di aspetti chiave del Codice, impone un ulteriore onere in termini di aggiornamento continuo e consulenza legale. La complessità normativa e giurisprudenziale interagisce, tra l’altro, con le barriere legate alla dimensione delle gare e ai requisiti di qualificazione, amplificando gli ostacoli per le PMI. Questo aspetto è particolarmente gravoso per le PMI, che spesso non dispongono delle stesse capacità amministrative e legali delle loro controparti più grandi.
Per affrontare queste sfide e facilitare l'accesso delle PMI agli appalti pubblici, è possibile considerare diverse soluzioni, come la semplificazione delle procedure di appalto per renderle più accessibili alle PMI, l'introduzione di misure di supporto specifiche, come la formazione e la consulenza. Inoltre, potrebbe essere utile promuovere una maggiore trasparenza e chiarimenti nella normativa e nelle interpretazioni giuridiche, per ridurre l'incertezza e i costi associati alla partecipazione agli appalti. In conclusione, mentre il Codice del 2023 mira a promuovere una partecipazione più ampia e inclusiva agli appalti pubblici, la complessità normativa e giurisprudenziale, insieme alle barriere legate alla dimensione delle gare e ai requisiti di qualificazione, rappresentano sfide significative per le PMI. Affrontare queste sfide richiede un approccio che consideri sia la semplificazione delle procedure che il supporto diretto alle PMI, al fine di garantire un accesso equo e competitivo al mercato degli appalti pubblici.
In definitiva, dal nuovo Codice degli Appalti, emergono dei punti di attenzione che non sono imputabili a carenze normative o a errori sui temi strategici della normativa, come talvolta accaduto in passato, ma si manifestano piuttosto come un'esigenza di supporto: sia la Pubblica Amministrazione, sia le imprese necessitano di essere assistite per poter progettare e partecipare efficacemente alle procedure di appalto. È essenziale fornire alle Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle meno strutturate, e alle PMI, il sostegno necessario attraverso la formazione e l'acquisizione di competenze specifiche, che consentano loro di adempiere ai compiti previsti dal Codice in maniera efficiente e conforme alle attuali richieste del settore.
Magas di Marco Gasparri
Marco Gasparri è il fondatore e amministratore di Magas s.r.l., una rinomata società italiana specializzata in consulenza tecnica ed organizzativa che fornisce un'ampia gamma di servizi nel settore delle gare pubbliche e private. Magas offre soluzioni "chiavi in mano" per la partecipazione ai bandi di gara e la progettazione di offerte tecniche ed economiche, garantendo ai clienti competitività e innovazione. Con una profonda esperienza nel settore degli appalti, Magas s.r.l., sotto la guida di Marco Gasparri, eccelle nella strutturazione degli uffici di ingegneria di progetto, nella consulenza legale, nonché nell'analisi di mercato per esplorare nuove opportunità.
Contatti: https://www.magas.it/