(Adnkronos) - Nel 2022 il contributo al Pil italiano da parte di Lidl è stato di 7,2 miliardi di euro, pari a circa lo 0,4% del prodotto interno lordo del Paese. E' quanto emerge dal bilancio di impatto socio-economico di Lidl in Italia, stilato da The European House – Ambrosetti e presentato oggi. La grande distribuzione italiana - emerge dallo studio - si conferma un settore strategico per il Paese registrando un fatturato di 121 miliardi di euro, circa 450 mila addetti e 54 mila punti vendita. Lidl, in particolare, nel 2022 ho registrato ricavi per 6,7 miliardi, frutto di una crescita costante registrata nell’ultimo decennio, con un tasso di crescita medio annuo composto del +9,1%, ampiamente superiore alla media del settore della Gdo (+1,6%).
Parallelamente alla crescita economica, anche l’occupazione ha fatto un balzo in avanti: nell’ultimo decennio l’occupazione diretta di Lidl in Italia è cresciuta ad un tasso del +8,8% medio annuo, con un forte impegno verso la stabilità. Il 90% degli impiegati, infatti, è a tempo indeterminato, superando sia il settore della Gdo (84,1%) che la media italiana (79,9%). La somma degli occupati diretti, indiretti e indotti dell’azienda tocca quota 93.751 posti di lavoro a tempo pieno equivalenti, per effetto di un moltiplicatore occupazionale di 4,7: per ogni persona direttamente impiegata, l’attività dell’azienda sostiene 3,7 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese.
"Il percorso di costante crescita e consolidamento di Lidl Italia nell’ultimo decennio - evidenzia l'azienda in una nota - è stato sostenuto da ingenti investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita e centri logistici e l’ammodernamento e rinnovo degli esistenti che hanno raggiunto i 454 milioni di euro nel 2022 e sono cresciuti a un tasso medio annuo del +12,9% nell’ultimo decennio, superiore rispetto alle top-10 aziende della Gdo (+8,1%). Inoltre, l’azienda ha generato un impatto fiscale cumulato di oltre 4,2 miliardi, un ammontare 2 volte superiore a quanto previsto dal Pnrr per i servizi digitali e la cittadinanza digitale".
“In 32 anni di attività in Italia abbiamo sempre messo al centro le persone, la valorizzazione del territorio e lo sviluppo della filiera agroalimentare. Solo negli ultimi 5 anni, abbiamo investito oltre 2,1 miliardi di euro nella nostra rete immobiliare e nei prossimi 3 anni effettueremo investimenti per ulteriori 1,5 miliardi di euro che si trasformeranno nell’apertura di 150 nuovi punti vendita e, conseguentemente, nella creazione di oltre 5.000 nuovi posti di lavoro diretti", dichiara Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia.
Nel 2022 il totale delle forniture di beni e servizi acquistati in Italia da Lidl ammonta a 6,2 miliardi di euro, concentrati soprattutto nel comparto della produzione agroalimentare, che si configura come un forte traino alle esportazioni di prodotti alimentari grazie agli acquisti realizzati per il rifornimento degli scaffali di punti vendita dell’Insegna all’estero. Nel 2022, tali acquisti hanno rappresentato esportazioni dall’Italia per circa 2,4 miliardi (pari al 4,5% di tutto l’export food & beverage italiano), di cui il 24% è rappresentato da frutta e verdura (il 13% delle esportazioni totali del Paese).
Il valore aggiunto totale (somma di diretto, indiretto e indotto) prodotto da Lidl Italia è pari a 6,4 miliardi di euro, con un moltiplicatore economico pari a 5,4. Per ogni euro di valore aggiunto generato direttamente da Lidl nel 2022, se ne sono attivati 4,4 aggiuntivi nell’intera economia. A tale impatto economico si somma anche il gettito Iva, per un valore cumulato pari a quasi 800 milioni di euro. “Nel 2022 Lidl ha generato ricadute economiche e occupazionali a cascata lungo le filiere, creando un impatto complessivo (tra diretto, indiretto e indotto) sul Pil di 7,2 miliardi, parti allo 0,4% del Pil nazionale. Si tratta, ad esempio, di un dato maggiore del contributo diretto dell’intero settore siderurgico italiano. Inoltre, Lidl ha complessivamente sostenuto 93.800 occupati nell’economia nazionale, un dato superiore a quello dell’intero settore delle telecomunicazioni", commenta Valerio De Molli, managing partner e ceo The European House Ambrosetti.