Tutte le imprese del farmaco sono state e sono in prima linea nel mondo per dare il proprio contributo nella lotta al Covid-19. Si parla anche di Covid a San Polo di Torrile, al convegno di Farmindustria, e visto lo sforzo massimo in questi mesi per non far mancare i medicinali, non poteva essere altrimenti. Alcune aziende hanno modificato le linee produttive per rispondere a esigenze di salute e in particolare soddisfare la crescente domanda di prodotti disinfettanti, ceduti gratuitamente alla Protezione Civile.
Oggi si contano nel mondo oltre 320 vaccini in sviluppo nel mondo, di cui 130 in sperimentazione clinica, con 4 autorizzazioni all’immissione in commercio in Europa. Alle quali ne potrebbero seguire a breve altre, considerando che sono 4 i vaccini in rolling review da parte di Ema. Dopo oltre 200 sperimentazioni cliniche e quasi 300 partnership e collaborazioni tra produttori di tutto il mondo, la produzione è aumentata in pochi mesi da zero a 2,2 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid-19 entro la fine di maggio, e si stima che per fine anno la produzione raggiunga 12,6 miliardi di dosi (dati Airfinity).
"La pandemia ha dimostrato l'importanza dell'industria farmaceutica, per la sicurezza nazionale e per il lavoro – ha spiegato Fabio Landazabal, presidente e amministratore delegato Gsk - oggi siamo in Gsk in un sito globale in cui produciamo nuovi farmaci per molte malattie non solo per l'Italia ma a livello internazionale. Senza innovazione, senza ricerca non possiamo fare niente. Questa è la nostra missione come Farmindustria, sviluppare nuove soluzioni per le nuove malattie. Il Covid è un problema adesso, ma il nostro obiettivo è una società salubre. Per questo serve in Italia una politica dove si valorizzi l'accesso all'innovazione per introdurre i nuovi farmaci (in particolare quelli in situazione di emergenza) in tempi più rapidi ed in linea con gli altri paesi e questo potrebbe salvare milioni di vite".