La grande balla del successo e dei motivatori


La grande balla del successo e dei motivatori

(Adnkronos) - Il libro che ti aiuta a trovare la tua felicità fregandosene dei condizionamenti sociali.  

10 novembre 2023. Spesso mi chiedete “come si raggiunge il successo”. Ma perché siete così ossessionati da questa idea di successo come se fosse un concetto oggettivo. La mia visione del successo potrebbe non essere la vostra. Successo è il participio passato del verbo succedere, ed è quindi realizzare qualcosa, per la propria o l’altrui felicità. Se siete felici con gli amici a giocare a calcetto, se state bene riuniti a cena con la vostra famiglia, quello è il vostro successo. Se vi fa star bene suonare nei locali o per strada, viaggiare o cucinare, è quello il successo che fa per voi. Il successo non è il riconoscimento degli altri che peraltro cambia rapidamente. 

Non importi l’idea di successo che ti detta la società, perché quello è ciò che vogliono gli altri e non è il tuo successo, che può invece consistere nel passare un’ora in più con tua moglie, con i tuoi figli, con i tuoi amici, oppure scrivere un libro, dipingere, dedicarti a chi ha bisogno. 

Perché date retta a tutte quelle persone che vogliono motivarvi a tutti i costi con frasi orami trite e ritrite. “Devi essere sicuro di te stesso, sii sempre al meglio delle tue possibilità, devi fatturare, devi essere un leader” Ma dove sta scritto? 

Per questo ho scritto questo libro dedicato a chi (per dirla con le parole del grande Mark Manson) vuole comprendere «la sottile arte di fare quello che ca**o ti pare». Qui trovi il link su Amazon. Si intitola FANC**O IL SUCCESSO ed è edito da Mondadori. 

Il concetto di successo viene associato erroneamente alla semplice motivazione. Ma la motivazione, se applicata a persone non preparate, genera solo individui motivati ma privi di capacità concrete. Il vero inizio del cambiamento sta nell’educazione e nella conoscenza. Ecco perché prima di motivare, è essenziale dotare le persone delle competenze necessarie. 

Oggi si celebra un’idea di successo legata esclusivamente all’aspetto lavorativo.  

Si lavora senza sosta, proprio come il bambino che spera di ingraziarsi l’amore dei genitori attraverso il rendimento scolastico. Molti ritengono così che la felicità derivi unicamente dal duro sforzo, dal sacrificio e dalla negazione di sé stessi. Paradossalmente, si spera di essere più felici eliminando ogni sorta di felicità. 

Ma l’equazione “successo = felicità” è errata. 

Usando una metafora culinaria: se il successo è il sale in una minestra, serve per esaltare il sapore, ma non può essere l’unico ingrediente. Troppe ambizioni, come troppo sale, possono avere effetti dannosi. 

Siamo abituati a pensare che le persone di successo siano più felici delle altre a causa di un errore cognitivo che deriva dal credere che la felicità si possa acquistare. E siccome successo e denaro camminano spesso insieme, associamo a elevati livelli di successo maggiori dosi di felicità. 

 

Non è ciò che fai che definisce la qualità della tua vita, ma piuttosto con chi lo fai e perché lo fai.  

Riflettiamo sulle vere ragioni dietro la nostra ambizione. Forse stiamo cercando approvazione, o abbiamo bisogno di dimostrare il nostro valore a noi stessi o agli altri. Ma se rimuoviamo gli stimoli esterni, come la competizione o la necessità di apparire persone successo agli occhi degli altri, cosa resterebbe delle nostre ambizioni, della nostra voglia di successo? Probabilmente niente. In un contesto isolato, senza pressioni esterne, probabilmente cercheremmo una vita semplice e autentica.