(Adnkronos) - Aveva venti anni Hadis Najafi. E come migliaia di altre ragazze e donne iraniane era scesa in piazza per protestare contro la morte di Mahsa Amini, di due anni più grande di lei, morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale a Teheran con l'accusa di aver indossato male il velo islamico. Aveva venti anni Hadis Najafi e mentre manifestava in piazza nella città di Karaj è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco. La polizia ha infatti deciso di usare la linea dura per sedare le proteste e ha sparato contro le manifestanti. Sui social, la sorella denuncia che contro Hadis sono stati sparati sei colpi d'arma da fuoco alla testa, al collo, al torace e all'addome.
Sempre sui social in queste ore sono state diffuse immagini della ragazza sorridente e un ultimo video che la ritrae mentre si raccoglie i capelli biondi in una coda prima di unirsi alle manifestazioni. Un'ultima foto, del suo volto insanguinato, accompagna le precedenti. ''E' stata uccisa con sei proiettili. Hadis è un'eroina'', si legge su Twitter.
Sono più di quaranta le persone che hanno perso la vita dopo essere scese per le strade e le piazze dell'Iran per denunciare la morte di Mahsa Amini. Manifestazioni di centinaia di migliaia di persone che la polizia iraniana ha represso nel sangue, come chiarisce il bollettino diffuso dall'emittente televisiva Irib che parla di 41 morti. Le proteste sono continuate per tutta la notte e nelle prime ore di oggi a Teheran e in altre città iraniane, come dimostrano i diversi video condivisi sui social.
Il governo iraniano ha accusato gli Stati Uniti di appoggiare ''i rivoltosi'', ovvero le migliaia di manifestanti che in questi giorni stanno contestando il regime di Teheran dopo la morte di Mahsa. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, ''le proteste pacifiche sono un diritto di ogni nazione. Tuttavia il coinvolgimento degli Stati Uniti negli affari dell'Iran e il sostegno ai 'rivoltosi' nel portare avanti il loro progetto destabilizzante è chiaramente in conflitto con messaggi diplomatici di Washington all'Iran riguardo alla necessità di un accordo sul nucleare e di portare stabilità alla regione''. Lo riporta l'agenzia di stampa semi-ufficiale Isna.
"Per l'Unione europea e i suoi Stati membri, l'uso diffuso e sproporzionato della forza contro i manifestanti non violenti è ingiustificabile e inaccettabile. Le persone in Iran, come altrove, hanno il diritto di protestare pacificamente. Tale diritto deve essere garantito in ogni circostanza" afferma in una nota l'alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Nell'ultima settimana, sottolinea Borrell, "donne e uomini in tutto l'Iran hanno esercitato il loro diritto fondamentale di riunirsi e protestare. Un numero crescente di rapporti indica che, nonostante i ripetuti appelli alla moderazione, la risposta delle forze di sicurezza e di polizia iraniane alle manifestazioni è stata sproporzionata e ha provocato la perdita di vite umane e un gran numero di feriti. La decisione di limitare severamente l'accesso a Internet da parte delle autorità iraniane competenti e di bloccare le piattaforme di messaggistica istantanea è un ulteriore motivo di preoccupazione, in quanto viola palesemente la libertà di espressione". L'Ue e i suoi Stati membri, sottolinea ancora, "esortano le autorità iraniane a rispettare rigorosamente i principi sanciti dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, di cui l'Iran è parte".