(Adnkronos) - Un'escalation senza precedenti tra Iran e Pakistan, che hanno condotto attacchi sui rispettivi territori, getta ulteriore benzina sul fuoco in Medio Oriente, 'terremotato' dalla guerra Israele-Hamas, da quella che rischia di deflagrare definitivamente tra Israele e Hezbollah, dagli attacchi Houthi nel Mar Rosso fino ai recenti raid iraniani in Iraq e Siria, dove si registrano anche operazioni di milizie sciite contro obiettivi Usa.
Quello tra Islamabad e Teheran non è uno scontro diretto tra i rispettivi eserciti, ma uno scambio di attacchi mirati contro presunti "obiettivi terroristici". Il bilancio parla già di una decina di morti, tra cui diversi bambini. Il timore è che, malgrado le dichiarazioni ufficiali dei due Paesi "fratelli" facciano pensare a una possibile de-escalation, in quella polveriera che è sempre stata l'area dove si incontrano i confini di Iran, Pakistan e Afghanistan possa aprirsi un nuovo capitolo di quello che ormai è a tutti gli effetti un conflitto regionale.
I due Paesi condividono un confine instabile, che si estende per circa 900 chilometri, con la provincia pakistana del Balucistan da un lato e la provincia iraniana del Sistan e Balucistan dall'altro. Entrambe le Nazioni combattono da tempo i militanti separatisti baluci lungo il confine, ma raramente hanno attaccato sul territorio dell'altra.
L'episodio che ha dato il via a questa sequenza di eventi in rapido movimento è stato martedì l'attacco condotto dall'Iran sulla provincia pakistana del Balucistan che, secondo le autorità pakistane, ha causato l'uccisione di due bambini. La Repubblica islamica, tuttavia, ha sostenuto di aver colpito solo "i terroristi" del gruppo separatista sunnita Jaish al-Adl e che nessun cittadino pakistano è stato preso di mira. L'attacco, tuttavia, ha scatenato la rabbia del Pakistan, che ha parlato di "una grave violazione del diritto internazionale e dello spirito delle relazioni bilaterali tra Pakistan e Iran". Islamabad ha anche richiamato il suo ambasciatore, impedito il ritorno di quello iraniano, che attualmente si trova nella Repubblica islamica, e sospeso tutti gli incontri ad alto livello.
Il Pakistan ha risposto nelle scorse ore dopo con quella che ha definito una "serie di attacchi militari di precisione altamente coordinati e mirati" su diversi sospetti covi dei separatisti nel Sistan e nel Baluchestan. Il ministero degli Esteri di Islamabad ha rivendicato l'uccisione di diversi militanti, mentre le autorità iraniane hanno denunciato che almeno sette persone sono state uccise in una serie di esplosioni: tre donne e quattro bambini. Teheran ha convocato l'incaricato d'affari pakistano per protestare in modo ufficiale.
Nel corso degli anni si sono verificati regolarmente scontri sanguinosi lungo il turbolento confine. Proprio il mese scorso, l'Iran ha accusato i militanti di Jaish al-Adl, il cui obiettivo finale è l'indipendenza della provincia iraniana del Sistan e del Balucistan, di aver assalito una stazione di polizia, provocando la morte di 11 agenti iraniani.
Ciò che è molto insolito, tuttavia, è la volontà di ciascuna parte di colpire obiettivi oltre i propri confini, senza prima informarsi a vicenda. Secondo la Cnn, il conflitto regionale potrebbe aver incoraggiato l'Iran a essere più proattivo nel perseguire obiettivi oltre i suoi confini, soprattutto mentre gli Stati Uniti sono combattuti tra la volontà di ridurre le ostilità e quella di esprimere la propria potenza militare per scoraggiare ulteriori mosse da parte di Teheran, che beneficia delle crescenti tensioni, ma non trarrebbe gli stessi vantaggi da una guerra su larga scala.
L'attacco del Pakistan sul suolo iraniano dimostra che Islamabad ha deciso di rispondere con ben più che semplici ripercussioni diplomatiche, mentre dalla Cina è arrivata un'esortazione ad esercitare moderazione e l'India ha ribadito di avere "tolleranza zero verso il terrorismo", parlando di "una questione tra Iran e Pakistan". Tuttavia, ancora non è chiaro se l'Iran o il Pakistan vogliano scatenare un nuovo conflitto contro i gruppi separatisti che entrambi considerano un nemico.
Dopo i rispettivi raid, infatti, entrambe le parti hanno rilasciato dichiarazioni in cui hanno lasciato intendere di non volere che la situazione degeneri. Il ministero degli Esteri pakistano ha definito l'Iran un "Paese fratello" e ha sottolineato la necessità di "trovare soluzioni comuni". La controparte iraniana ha definito il Pakistan un "Paese amico" e ha affermato che gli attacchi sono stati proporzionati e mirati solo ai terroristi.