(Adnkronos) - Ravenna, 10 ottobre 2023 – Molto è stato fatto in questi anni in Emilia-Romagna per contrastare l’infezione da HCV, ma c’è ancora da fare, c’è uno zoccolo duro di pazienti che è importante trattare e raggiungere ancora. In occasione dell’evento organizzato da Motore Sanità, “HCV-HDV DALLA DIAGNOSI, ALLA RIVOLUZIONE DELLA CURA, ALL’EMERSIONE DEL SOMMERSO PERCORSI REGIONALI: EMILIA-ROMAGNA”, sono state fatte diverse proposte per raggiungere questa tipologia di pazienti che spesso appartiene a categorie cosiddette “a rischio” e a volte marginali.
Tra le varie proposte, quella attraverso uno screening intraospedaliero di testare l’HCV reflex nei pazienti ospedalizzati, sia tramite accesso in pronto soccorso nei pazienti con patologie acute attive, sia nell’ambito dei percorsi pre operatori e operatori chirurgici.
È stato anche proposto di introdurre un allert all’interno della cartella informatizzata del paziente che permette al medico o all’infermiere, nel momento in cui si trova ad aprire la schermata, di essere avvisato che è stata riscontrata in passato una positività per HCV o ci sono esami suggestivi ad una malattia di fegato: in questo modo il medico o l’infermiere è spinto a farsene carico e a contattare il paziente per avviarlo ad ulteriori accertamenti e cure.
Il gruppo di lavoro che oggi si è riunito all’evento, propone di migliorare l’attuale risposta allo screening tramite campagne informative più capillari sul territorio e testimonial di spicco della tv moderna e del mondo dello spettacolo. Si punta a migliorare la consapevolezza sul tema da parte della popolazione generale e in parte del personale sanitario. E si invitano i cittadini a informarsi, a sensibilizzarsi sul tema e a chiedere informazioni ai punti di riferimento, in primis il medico di famiglia che rappresenta la figura fondamentale nel percorso assistenziale che un cittadino può avere.
Si ringraziano Gilead e ProjectWay per il contributo incondizionato.
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