Green Pass, Agnelli (Confimi): "Da protesta porti possibili gravi danni per imprese"


Green Pass, Agnelli (Confimi): "Da protesta porti possibili gravi danni per imprese"

"Per tutte le imprese questo stop" dettato dalla protesta di autotrasportatori e portuali "sarà un grave problema. Rimanere senza materiali in questa fase di entusiasmo economico e produttivo sarebbe un grandissimo danno. Credo vada trovata una soluzione intermedia". Così, in un'intervista con Adnkronos/Labitalia, Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria, che rappresenta 45 mila imprese con 600 mila dipendenti dei più importanti settori produttivi, con un fatturato aggregato di quasi 85 miliardi di euro. 

Secondo Agnelli, "di certo, se si fossero ascoltate le problematiche e le difficoltà specifiche del comparto degli autotrasportatori e dei portuali magari non ci saremmo trovati in questa situazione". 

"Invece sta vigendo l’atteggiamento di criminalizzare chi non è vaccinato. Vaccino che non è stato reso obbligatorio. Siamo giunti a circa l’85% di vaccinati, per arrivare all’auspicato 90% non manca molto", spiega Agnelli. 

E Agnelli denuncia anche alcune criticità operative sul green pass riscontrate dalle aziende associate a Confimi. "Confimi Industria -sottolinea- ha sempre appoggiato il green pass in azienda, seppur con qualche riserva sull’operatività e infatti oggi i nodi sono venuti al pettine. Rispondendo a un sondaggio le aziende associate a Confimi hanno già manifestato il disagio e le lamentele dei lavoratori in fase di controllo del green pass".  

"La teoria -spiega Agnelli- si è scontrata con la pratica: qualche dipendente si è messo in malattia, qualcun altro rifiuta il tampone per via dei costi ma anche per la difficoltà nel prenotarlo, qualcun altro ha già annunciato che farà due tamponi alla settimana svolgendo regolarmente l’attività lavorativa dal lunedì al giovedì ma non farà il terzo tampone così da stare a casa al venerdì", aggiunge.  

Giudizio positivo invece per altri provvedimenti del governo. "I settori interessati" dal rifinanziamento della cassa Covid con il prolungamento dello stop ai licenziamenti "sono praticamente un paio. E il tessile è in crisi da ben prima del Covid. Magari con questo aiuto e la forte e robusta ripresa economica globale anche il settore italiano del tessile-abbigliamento potrà ritrovare il proprio spazio", conclude Agnelli.