(Adnkronos) - "Noi guardiamo ai fatti, abbiamo chiesto delle colse precise. Una riforma fiscale che riduca le tasse sul lavoro, una riforma delle pensioni che dia degli assegni decenti, una politica economica che rilanci il nostro Paese. E delle scelte sul reddito delle persone che siano in grado di reggere a un'inflazione crescente". Così dal congresso nazionale della Uiltec che si è aperto a Bari, il segretario generale del sindacato, Paolo Pirani, sulle richieste al prossimo governo.
"Questo congresso avviene -continua Pirani- in un momento delicatissimo del Paese, siamo nel pieno di una crisi economica, energetica. Siamo di fronte a un cambio politico e di paradigma radicale, c'è grande incertezza, grandi paure e grandi speranze. Con questo congresso vogliamo dire al Paese che bisogna rimettere il valore del lavoro al centro dell'agenda politica e delle scelte economiche, non dobbiamo fermarci e essere condizionati dalla paure e delle sfide economiche, politiche, internazionali". "Il messaggio che mandiamo con i nostri mille delegati è che possiamo farcela", rimarca Pirani.
Sui rapporti con il prossimo esecutivo Pirani specifica che "non è la presenza della Sala verde che determina l'attitudine o meno di un governo a discutere con le parti sociali", riferendosi alla possibilità che la premier in pectore Giorgia Meloni riapra la Sala Verde di Palazzo Chigi per il confronto con i sindacati.
Per Pirani "Nonostante io sia di visione e formazione laica, va riconosciuto alle parole di Papa Francesco un'idea universale di umanità, portatore di speranza per ridare identità e futuro", sottolinea. E sul rapporto tra sindacati e lavoratori Pirani sottolinea che "la frattura ancora non ricucita accadde con il governo Monti. Sono state quelle miserande tre ore di sciopero contro quella ignobile riforma delle pensioni che ha determinato la frattura tra la gente e noi. Ci hanno ritenuto, credo a ragione, non capaci di tutelare gli interessi dei nostri lavoratori".
Sui rapporti con l'esecutivo che verrà Pirani è chiaro. "Siamo laici, non abbiamo mai avuto governi amici o nemici. Noi siamo nella sinistra sociale, rappresentiamo -sottolinea il leader sindacale- le esigenze del lavoro, i temi della giustizia sociale, della lotta alle diseguaglianze. Non so che governo ci sarà, se sarà amico o no, sappiamo cosa chiedergli ma se risponderà negativamente faremo lo sciopero generale per fagli cambiare idea, se risponderà positivamente dirò hai fatto la cosa giusta".
E sulle pensioni Pirani sottolinea che "se non ci danno risposte non lasciamo le persone senza risposte, gli scioperi però non si proclamano a priori, non c'è ancora il governo....". "L'assenza del ministero del Lavoro nel totoministri? Non lo vuole nessuno, sono solo rogne... Rischia di essere il ministero della cassa integrazione", spiega Pirani.
"La campagna elettorale di tutti i partiti non ha avuto perno centrale nel lavoro", aggiunge ancora.
E Pirani rivendica i risultati raggiunti dal sindacato. "Ricordate quando Confindustria non voleva rinnovare i contratti? Noi abbattemmo quel muro quando facemmo il contratto della chimica e tutto il mondo sindacale ci venne dietro. E anche oggi abbiamo rinnovato tutti i contratti, li abbiamo rinnovato tutti con soldi veri e con relazioni sindacali positive", ribadisce.
E sull'energia Pirani sottolinea che "Quando Eni scopre giacimenti davanti a Israele ed Egitto e non si vogliono fare gasdotti allora ci sono responsabilità, quando si chiudono giacimenti nell'Adriatico salvo poi acquistarlo dalla Croazia che lo estrae dall'altra parte dell'Adriatico allora ci sono responsabilità. Scelte fatte che di fatto che hanno penalizzato il nostro Paese", continua.
Ma per il sindacalista "il nostro Paese ha un sistema industriale in grado di affrontare la crisi: Eni, Enel, Italgas, Snam. Il sindacato come portatore di idee, di valori e di rappresentanza sindacale deve fare la sua parte", conclude.