(Adnkronos) - Ci risiamo, Forza Italia torna in debito di ossigeno. Proprio mentre Silvio Berlusconi con la sua ennesima discesa in campo, annunciata alla convention di Napoli, tenta di rilanciare il partito, la cassa piange, soprattutto per colpa dei morosi. Ovvero di tutti quei deputati, senatori e consiglieri regionali, che non pagano regolarmente le quote dovute (900 euro al mese, cifra comunque inferiore a quanto preteso da altri partiti). Secondo gli ultimi dati contenuti nel bilancio 2022, chiuso al 31 dicembre scorso, ancora non pubblicato online, apprende l'Adnkronos, un parlamentare su tre risulta inadempiente e questo avrebbe provocato un 'buco'di almeno due milioni di euro nei conti.
Un vero e proprio tesoretto in tempo di crisi ed emergenza pandemica post abolizione del finanziamento pubblico, che farebbe gola a chiunque. Una falla nelle casse, che ha fatto andare su tutte le furie il Cav, stanco di continuare a staccare assegni milionari per coprire di volta in volta gli ammanchi della sua creatura politica, nata nel '94. Allo stato, è l'ex premier a garantirne la sopravvivenza con fidejussoni personali: è lui, di fatto, l'unico creditore e proprietario del movimento che deve al suo fondatore oltre 92,2 milioni di euro.
La bega dei rimborsi sembrava appannaggio dei 5 stelle e, invece, anche tra gli azzurri, nonostante un lieve miglioramento della situazione debitoria complessiva rispetto al profondo rosso del passato, ci sarebbe la grana dei cattivi pagatori: oltre il 50 per cento degli 'eletti'. Con il rischio concreto di essere a corto di fondi per le prossime campagne elettorali, a cominciare dalle comunali di giugno fino alle politiche del 2023.
''Nel corso del 2021, a dir la verità, c'è stato qualche piccolo miglioramento, ma il problema dei morosi resta'', avverte all'Adnkronos Alfredo Messina, senatore e commissario-tesoriere di Fi, che spiega: ''Sono ancora tanti i parlamentari e consiglieri regionali che non pagano regolarmente quanto dovuto e questo ha causato una carenza di cassa di almeno un paio di milioni di euro''. Ma il vero nodo, mette in guardia Messina, è che i "vari solleciti fino ad ora hanno provocato una debole reazione positiva'', probabilmente, riferiscono fonti azzurre, perché gli inadempienti continuano a farla franca, in mancanza di provvedimenti punitivi.
Addirittura, rivela a mezza bocca un parlamentare berlusconiano di lungo corso, si è arrivati al punto che chi onora gli impegni presi viene preso in giro da chi non paga da tempo gli arretrati, sia il contributo mensile ma anche l'una tantum di 25-30mila euro per la candidatura. "Oltre un anno fa -ricorda Messina, ex Fininvest- il Comitato di presidenza di Fi aveva deliberato di punire i morosi non candidandoli, ma da allora questa decisione è stata poco attuata anche perché in molti casi gli inadempienti dicono di farsi carico di sostenere spese locali e ritengono di poter compensare queste ultime con i versamenti previsti verso l'amministazione centrale''.
La lista dei morosi resta top secret, ma chi l'ha vista giura che tra gli inadempienti ci siano non solo peones ma anche big. Nessuno vuol parlare in proposito, nessun nome trapela. Berlusconi è al corrente della situazione. ''Ho informato il presidente Berlusconi, è a conoscenza di queste inadempienze e ci è rimasto male, perchè tutti dovrebbero contribuire alle spese del partito'', racconta l'ex manager Mediaset.
Il tesoriere appare molto amareggiato, perché si sente spesso impotente e non si capacita di quanto accade (''Se fai parte di un club e non paghi la quota d'iscrizione, di norma ti invitano a non utilizzare le strutture del club finchè non ti metti in regola...''), ma non si perde d'animo. Anche nell'ultimo rendiconto finanziario è tornato a lanciare l'allarme morosi, nella speranza del ravvedimento dei più.