Eurovita: oltre 350.000 sottoscrittori bloccati nelle polizze. Gli scenari possibili


Eurovita: oltre 350.000 sottoscrittori bloccati nelle polizze. Gli scenari possibili

(Adnkronos) - Milano,17 febbraio 2023. L’affaire Eurovita continua a destare preoccupazione fra i numerosi sottoscrittori delle polizze di questa compagnia (distribuita da moltissime banche e reti di consulenti in questi anni) e tutti i principali attori della catena distributiva finanziaria e assicurativa.  

La compagnia assicurativa Eurovita specializzata nel ramo vita ha recentemente bloccato per ordine dell’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) i riscatti dei “contratti di assicurazione e di capitalizzazione” venduti a migliaia di clienti.  

Sull’argomento, SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, fra le pioniere del settore in Italia, ha dedicato negli scorsi giorni uno speciale sul proprio sito. Già nell’agosto 2022 aveva spiegato i pro e i contro dell’investire sulle polizze vita (sia gestioni separate che unitlinked). Servendosi di un’analisi costi/benefici ad hoc, rivolta ai sottoscrittori di questi prodotti, aveva evidenziato che gli svantaggi potenziali (considerato ciò che è accaduto lo scorso anno al mercato obbligazionario), nella maggior parte di queste polizze, superavano nettamente i vantaggi. 

Sono ora 350.000, infatti, gli italiani coinvolti nel congelamento delle polizze (almeno) fino a marzo di Eurovita. Una situazione mai verificatasi prima nel nostro Paese (quella del congelamento delle polizze vita), che rischia perfino di far deragliare un intero settore. Ma cos’è successo precisamente? Cerchiamo di ricostruire la vicenda.  

Il blocco dei riscatti delle polizze Eurovita  

È esattamente dallo scorso 6 febbraio che stiamo assistendo al blocco dei riscatti delle polizze Eurovita (di qualunque ramo). Si tratta, nei dettagli, di 353.000 clienti, per un totale di 15,3 miliardi di euro investiti su 413.000 polizze.  

La compagnia italiana assicurativa in mano al fondo inglese Cinven è stata per tre mesi sotto effetto del commissariamento, con la nomina di Alessandro Santoliquido, con l’obiettivo di risolvere una situazione che diventa sempre più intricata. La decisione, infatti, era stata presa per evitare la cosiddetta “corsa allo sportello” e assottigliare ulteriormente il patrimonio aziendale già compromesso. Tutto, naturalmente, per evitarne la liquidazione.  

Nel frattempo, IVASS aveva chiesto ad Eurovita, nonché al suo azionista di maggioranza Cinven, di mettere mano al portafoglio della società, così da rafforzarne il patrimonio. A luglio 2022 si parlava di un aumento di capitale di almeno 150 milioni di euro. Cifra che, nei mesi successivi, è quasi raddoppiata a 200/300 milioni di euro.  

Il rapporto con Cinven e il piano di risanamento per Eurovita  

Come già accennato, la compagnia assicurativa Eurovita è controllata dall’importante fondo di private equity britannico Cinven. Già dal 2016, aveva acquisito importanti realtà in tutta Europa, da Ergo Previdenza a Old Mutual Wealth Italy e Pramerica Life. In Italia, invece, detiene il portafoglio di Arcaplanet (negozio di accessori e mangimi per animali) e Synlab (laboratori di esami diagnostici). 

Evidentemente, però, nel caso di Eurovita qualcosa è andato storto. Il fondo Cinven, infatti, non solo non ha intenzione di ricapitalizzare la compagnia italiana. Bensì punta a trovare un compratore, incassare denaro e uscire dal giro di polizze tricolori. 

Finora, tuttavia, il compratore di Eurovita non è ancora arrivato. A fine novembre 2022, inoltre, era stato nominato Camillo Candia come nuovo presidente della società. Per l’occasione, era stato presentato all’IVASS un “Piano di risanamento per far fronte alle necessità di rafforzamento dei ratios patrimoniali”. Fatto che non aveva impedito di commissariare la compagnia e bloccare l’attività ordinaria.  

Che cosa succederà, quindi, se Santoliquido non dovesse riuscire entro fine marzo a trovare un acquirente per Eurovita disposto a ricapitalizzare la società? Si arriverebbe all’amministrazione straordinaria. Situazione che prevede lo scioglimento degli organi societari e che recherebbe un grosso danno reputazionale all’intero settore assicurativo, dato che si tratta del primo caso in Italia.  

Cosa si rischia nel caso in cui si verificasse l’insolvenza di Eurovita  

Come già accennato, reperire un acquirente disposto a prendersi carico del salvataggio di Eurovita risulta un’operazione piuttosto complicata ma evidentemente necessaria da parte del sistema e possibile. Se si dovesse andare incontro alla liquidazione, il fatto avrebbe grandi ripercussioni sulla fiducia dei sottoscrittori nei confronti delle compagnie di assicurazione. 

Ma quali sono i rischi per i risparmiatori che hanno scelto una polizza Eurovita? I pareri, come bene hanno scoperto in questi giorni molti sottoscrittori, non sono univoci. Infatti, non è mai accaduto che una compagnia assicurativa vita si trovasse in questa condizione di allerta. L’unico caso significativo in Europa si è verificato in Germania nel 2003 (era la Mannheimer Versicherung che nel 2002 si trovò in difficoltà finanziarie a causa di speculazioni azionarie) e, fortunatamente, si è risolto in un salvataggio senza alcuna conseguenza per i sottoscrittori.  

I clienti delle polizze del ramo I, ovvero della gestione separata, da una parte sono coloro che si trovano nella situazione apparentemente più facile da sbrogliare. In questo tipo di gestioni, infatti, il patrimonio è separato da tutte le altre attività finanziarie della Compagnia. Di conseguenza, nell’ipotesi “peggior scenario”, dovrebbe essere più celere fare i conteggi e liquidare gli assicurati. Ma bisogna anche fare i conti con le eventuali perdite sui titoli in portafoglio (se non coperte dalla Compagnia) nel caso di vendita massiva del portafoglio. In questa situazione, potrebbero emergere le minusvalenze sui titoli (come si spiega sul sito SoldiExpert.com nel report dedicato per come vengono calcolati i rendimenti in questo tipo di polizze) non più a quel punto teoriche. Oltre a diverse situazioni particolare gravanti su molte polizze che contenevano rendimenti minimi garantiti.  

Invece, nel caso delle polizze finanziarie (ramo III ovvero unit linked), da una parte c’è chi sostiene che non vi siano grandi problemi per i sottoscrittori, poiché il valore del sottostante è già quello di mercato e il patrimonio, anche in questo caso, è come se fosse separato da quello della Compagnia. Tuttavia, fra i legali del settore non c’è comunanza di vedute su questo punto. Nei documenti Eurovita (nel caso, per esempio, del prodotto “Ad Personan Unit Linked Plan”) si afferma in merito nel KID (documento informazioni chiave) che “in caso di insolvenza gli attivi a copertura degli impegni detenuti dall’impresasaranno utilizzati per soddisfare – con priorità rispetto a tutti gli altri creditori – il credito derivante dal vostro contratto, al netto delle spese necessarie alla procedura di liquidazione. Qualora questi attivi non fossero sufficienti, si potrà utilizzare il patrimonio dell’impresa in concorso con gli altri creditori degli stessi”. Un processo che non sembrerebbe proprio immediato nel caso di “worst scenario” (che non si augura naturalmente nessuno). 

I pericoli per il settore assicurativo in generale  

Secondo l’avvocato Antonio Pinto, che è anche responsabile area prodotti bancari, assicurativi e finanziari di Confconsumatori, per il sistema delle Compagnie Assicurative non è auspicabile che si verifichi un peggioramento della situazione. Ne deriverebbe una forte compromissione della fiducia di tutti quei risparmiatori che investono in polizze assicurative.  

Inoltre, nell’eventualità in cui si verificassero danni a carico dei risparmiatori, questi avrebbero tutti gli strumenti giuridici indispensabili per agire e tutelare le proprie ragioni. Anche nei confronti di banche e intermediari che hanno venduto loro le polizze.  

Come emerge dalla Direttiva Europea IDD del 2018 sulla distribuzione dei prodotti di investimento assicurativo, vi sono stringenti obblighi che gli intermediari che offrono tali prodotti finanziari sono tenuti a rispettare, sia in termini informativi che di adeguatezza nei confronti del profilo di rischio del sottoscrittore. Infatti, laddove anche solo un obbligo venisse violato, il contratto d’acquisto verrebbe immediatamente risolto per inadempimento del soggetto venditore, con obbligo di restituire il capitale investito.  

E nel caso di Eurovita, infine, sarà compito del commissario Santoliquido, con l’indispensabile supporto, in questa fase, di Cinven (ed entro fine marzo) riuscire ad uscire rapidamente dall’impasse attuale. E, con il coinvolgimento di IVASS e del Sistema Assicurativo Nazionale, sistemare in modo convincente questa partita, anche per togliere qualsiasi nube da questo settore che, in questi lustri, era cresciuto in modo evidentemente troppo “spinto”.  

Informazioni su SoldiExpert SCF  

Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi. 

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