(Adnkronos) - Il diabete è una patologia cronica, estremamente diffusa, multifattoriale, che richiede per il suo approccio la costituzione di un team multidisciplinare, per tutte queste caratteristiche il diabete rappresenta il modello su cui applicare quello che il DM77 attraverso il PNRR vuole realizzare nell’ambito della medicina di prossimità, vale a dire rendere migliore e universale l’accesso alle cure e alla tecnologia.
18 luglio 2023–Il diabete è una malattia cronica poiché il suo impatto clinico, epidemiologico e socio assistenziale è rappresentativo di una cronicità complessa a 360 gradi: prima causa di cecità, di amputazione non traumatica degli arti inferiori, seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, concausa di metà degli infarti e degli ictus, aumento del rischio di demenza vascolare e declino cognitivo. Sono oltre 4 milioni le morti per cause connesse al diabet e (persone tra 20 e 79 anni), facendo lievitare la spesa tra costi sanitari diretti e costi sanitari indiretti pari a 20 miliardi di euro all’ann o. Si è fatto il punto all’evento “PNRR, DM77 E CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO – IMPATTO DELL’ INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO”, promosso da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Abbott, in cui è stata sottolineata l’attenzione del Veneto a queste tematiche.
In regione Veneto la patologia diabetica rispetto al 2018 è in costante aumento: 280.000 pazienti in terapia, circa 11.000 in più rispetto al 2014. Sul fronte delle nuove tecnologie ha sempre dimostrato la sua attenzione, tanto che oggi quasi tutti i pazienti diabetici minori sono dotati di sensore e microinfusore.
“Speriamo che questa esperienza virtuosa della nostra regione possa diventare appannaggio di tutta la comunità italiana per consentire a tutti l’accesso alle nuove tecnologie – è l’auspicio di Fabiano Marra, Presidente dell’associazione Giovani e Diabete di Verona Onlus e Vicepresidente AGD Italia -. La tecnologia ha notevolmente migliorato la gestione del diabete, soprattutto in età evolutiva, ha consentito un miglioramento veramente notevole della vita attraverso dei sistemi che dialogano tra di loro, sensore insieme con il microinfusore che corregge in maniera automatica la glicemia,sollevando le famiglie dalla necessità di più prelievi ematici quotidiani e, soprattutto, dalle rilevazioni notturne determinate dalla preoccupazione di ipoglicemie durante il sonno, migliorando, altresì, il “time in range”.
“Abbiamo davanti una vera rivoluzione sia sul piano della tecnologia, sia sul piano dell’organizzazione delle cure sul territorio” spiega Manuela Bertaggia,Vicepresidente nazionale FAND Veneto. “Le ultime rilevazioni parlano di un miglioramento della percentuale delle persone che arrivano a un target glicemico migliore grazie alla tecnologia che per questo è da considerarsi sicuramente un investimento per la sanità, non solo economico, ma anche sociale, perché l’uso della tecnologia ha migliorato la qualità delle persone con diabete. In questo scenario l’educazione riveste un ruolo centrale nel consentire ai pazienti e agli operatori sanitari di integrare FGM/rtCGM nella vita quotidiana delle persone con diabete e nel guidare il medico verso efficaci decisioni terapeutiche”.
A tale proposito FAND sta formando, con un corso di 11 lezioni in collaborazione delle società scientifiche, tantissimi diabetici guida, figura che la regione Veneto prevede nell’art. 9 comma 4 della legge 24 del 11 novembre del 2011, e che potrebbe coadiuvare l'infermiera nelle diabetologie e nelle suddette case di comunità. Per quanto riguarda il trattamento del diabete sul territorio, esistono alcuni punti interrogativi. “Il Dm77 – prosegue Bertaggia - prevede la presenza del diabetologo nelle case di comunità, ma ai pazienti interessa che il diabetologo non sia isolato ma provenga da un centro diabetologico, perché altrimenti genereremmo un paziente di serie A e un paziente di serie B”.
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