(Adnkronos) - "Nessun beneficio dal trattamento" anti-Covid "con aspirina o colchicina". E' quanto ha dimostrato uno studio canadese su 4mila pazienti positivi al Covid curati in ambulatorio o a casa. Il lavoro, una ricerca randomizzata condotta in 12 paesi, è stato presentato al congresso dell'European Society of Cardiology (Esc) a Barcellona. "I risultati non forniscono alcuna prova che la colchicina o l'aspirina siano utili nei pazienti trattati in ambulatorio. La vaccinazione rimane il trattamento più efficace per ridurre l'ospedalizzazione e il decesso", ha spiegato John Eikelboom, McMaster University di Hamilton (Canada), autore principale dello studio. La ricerca anti-Coronavirus Therapies (Act) Outpatient Trial ha testato la colchicina, usata contro l'infiammazione, e l'aspirina usata per prevenire la progressione della malattia nei pazienti positivi curati a domicilio o in ambulatorio.
Ebbene, secondo lo studio "la colchicina non ha ridotto significativamente i decessi" e l'aspirina "non ha ridotto gli eventi trombotici, l'ospedalizzazione o il decesso". "Diversi fattori possono aver contribuito alla caduta dei tassi di eventi Covid avversi nel tempo, tra cui - evidenzia Eikelboom - il cambiamento della virulenza di diversi ceppi del virus originale, l'aumento dell'immunità della popolazione conferita da una combinazione di immunità di gregge e delle vaccinazioni, l'aumento dell'uso di co-interventi efficaci nelle popolazioni più vulnerabili e i cambiamenti nei modelli di gestione della malattia Covid".
"Le prove dell'Act Outpatient Trial non supportano l'uso né della colchicina né dell'aspirina per il trattamento dei pazienti con Covid-19 trattati a caso o in ambulatorio. I pazienti che sono attualmente infetti e a rischio di progressione della malattia potrebbero - avverte l'autore principale dello studio - prendere in considerazione l'uso di terapie antivirali di comprovata efficacia, se accessibili, per prevenire la progressione della malattia".