(Adnkronos) - Nella lotta al Covid-19 c'è ancora troppo 'fai da te' e poca professionalità nella sanificazione dei luoghi di lavoro. Nonostante l'obbligo di legge. E' l'allarme che lancia, con Adnkronos/Labitalia, Lorenzo Mattioli, presidente di Anip Confindustria, associazione nazionale che rappresenta il comparto delle imprese che erogano servizi di pulizia e multiservizi, anche in forma integrata.
"La nostra associazione -spiega Mattioli- ha sin da inizio pandemia cercato di far comprendere l’enorme e strategica importanza della sanificazione nella lotta al Covid. Ci siamo battuti su due aspetti: chiarezza della procedure per una corretta sanificazione degli ambienti (in particolare quelli più a rischio come le scuole) e obbligo della sanificazione professionale per garantire la salute di tutti e tutelare gli operatori del settore evitando speculazioni da parte di imprese che si sono lanciate sul mercato senza alcun know how", sottolinea.
Dopo i primi risultati raggiunti, sottolinea Mattioli, sulla sanificazione c'è ancora tanto da fare in Italia. "Nella fase più dura della pandemia, quando la campagna vaccinale era ai primordi, abbiamo ottenuto -sottolinea- il credito di imposta da riconoscere alle imprese che si sono adoperate per la messa in sicurezza degli ambienti, ma da troppo tempo la sanificazione è tornata in un pericoloso cono d’ombra, lasciando ancora un vero e proprio vuoto normativo. Esistono protocolli e raccomandazioni, e l’obbligo per la sanificazione dei luoghi di lavoro come misura per il contenimento del contagio", spiega ancora.
"Inoltre la nostra associazione -aggiunge ancora Mattioli- ha dato vita anche ad un manuale per la sanificazione, intitolato 'Linee guida per la pulizia e la sanificazione degli ambienti. Buone pratiche igieniche nei confronti di Sars-Cov-2', per fornire proprio le linee guida per il compimento delle corrette procedure di sanificazione. Volevamo così ribadire la necessità che venga sancito un obbligo della sanificazione professionale cosi da garantire la salute di tutti e al tempo stesso tutelare gli operatori del settore, evitando speculazioni da parte di imprese che si sono lanciate sul mercato senza alcun know how", rimarca il numero uno di Anip Confindustria.
"Questo tema -sottolinea Mattioli- è ancora attuale, vogliamo ribadire che la scelta di una impresa adeguata è un fattore importantissimo".
"In merito alla sanificazione nei centri commerciali, abbiamo ad esempio due disposizioni -spiegano da Anip Confindustria- che agiscono congiuntamente, una sull’obbligo di sanificare i centri commerciali riconoscibili come luoghi di lavoro e quindi rientrano nel protocollo d’intesa del 14 marzo 2020 'Misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro' e in tema di 'Pulizia e sanificazione in azienda'', dove il punto 4 prevede che si assicuri la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica di locali, ambienti, postazioni di lavoro e aree comuni.
"L’altra misura, inoltre, va in direzione -spiegano ancora da Anip- della difesa della qualità e della professionalità del servizio di sanificazione, ed è la circolare emanata dal ministero della Salute (n. 17644 del 22 maggio 2020 ) concernente la sanificazione di strutture commerciali ed abbigliamento per prevenire il contagio da Covid-19 nella cosiddetta 'Fase 2'".
"Essa riporta una tabella concernente evidenze scientifiche sulla persistenza del virus sulle principali superfici ed oggetti (massima persistenza dimostrata scientificamente: 7 giorni). Il ministero sottolinea che con il termine 'sanificazione' si intende un complesso di procedimenti e di operazioni di pulizia e/o disinfezione e mantenimento di una buona qualità dell’aria e precisamente: registrazione periodica (data ed ora) del tipo di interventi effettuati; condivisione delle procedure con i lavoratori dell’azienda; informazione e distribuzione di materiale informativo per i lavoratori sul tema della sanificazione", concludono da Anip.