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Milano 7 marzo 2023.Gli ETF sono tra gli strumenti finanziari più apprezzati da piccoli e grandi investitori. Sono presenti sul mercato dagli anni ’90, in forma sempre più diffusa e in crescita costante. In realtà, di ETF, se ne parla già dai primi anni ’60, grazie al contributo di personaggi del calibro di John Bogle (fondatore di Vanguard), che nel 1976 lanciò il First Index Investment Trust, un fondo non gestito che replicava l’andamento dei mercati dell’epoca.
Ma cosa sono, nei dettagli, gli ETF? Come funzionano? E quali sono i vantaggi di questi strumenti finanziari? Sull’argomento, SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, fornisce una guida esaustiva dedicata agli investitori di tutte le taglie, per permettere loro di scoprire le informazioni indispensabili da conoscere prima di procedere all’acquisto.
ETF: una breve panoramica su questi strumenti finanziari
SoldiExpert, come società di consulenza finanziaria indipendente, riserva da sempre una particolare attenzione agli ETF. Già nel 2003, infatti, è stata fra le prime realtà in Italia a offrire portafogli ETF e a dedicare analisi e approfondimenti su questi strumenti. La stessa “Capire gli ETF”, guida gratuita scritta interamente dall’azienda, è uno dei contenuti più completi e scaricati, disponibili oggi sul web.
Ma dunque, gli ETF cosa sono? ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, ossia un fondo d’investimento scambiato in Borsa. Gli ETF possono essere di tipo azionario o obbligazionario ma entrambe le tipologie hanno come scopo la replica di un indice di Borsa o di una strategia secondo regole prestabilite. L’obiettivo? Ottenere esattamente il rendimento generato dagli strumenti finanziari contenuti nell’indice.
Generalmente, gli ETF sono fondi indicizzati, che possono essere acquistati o venduti in tempo reale, proprio come un’azione. Gli investitori usano questi strumenti finanziari per acquisire quote dell’intero paniere di titoli o dell’indice in questione. Gli ETF sono negoziati esclusivamente in Borsa e il loro prezzo rispecchia naturalmente il valore dei titoli sottostanti.
L’obiettivo che si pone un ETF è quello di realizzare una performance uguale a quella di un indice azionario, obbligazionario o di un paniere di titoli quotati appartenenti al medesimo settore (per esempio quello energetico), attraverso tecniche di costruzione di portafogli di ETF più o meno sofisticate.
Inoltre, dato che replicano un indice, il prezzo degli ETF è quasi parallelo al rispettivo indice. Un ulteriore aspetto importante per gli investitori è dato dal fatto che i costi di gestione non arriveranno mai ai livelli degli “avversari” (i fondi d’investimento). Nel tempo gli ETF sono evoluti anche in forme differenti e da qualche tempo esistono anche ETF attivi ovvero dove il gestore di fatto può selezionare in modo anche totalmente discrezionale i titoli contenuti (azionari o obbligazionari) ma dell’ETF mantiene alcuni vantaggi come la negoziabilità in Borsa e il fatto che le commissioni di gestione non sono quelle dei fondi d’investimento (e per questo possono essere anche inferiori del 90% rispetto a quelle applicate nei fondi) perché negli ETF chi li propone, consiglia o colloca non può ricevere alcuna retrocessione di commissioni dall’emittente. Ragione per cui alcune banche e reti ancora oggi provano a ostracizzarli e consigliano fondi d’investimento alla clientela e non ETF nonostante il rapporto rendimenti/rischi e costi nettamente migliore.
Tipologie di ETF: a replica fisica, a replica sintetica
Esistono due tipi di ETF, che si distinguono in base al metodo di replica dell’indice: ETF fisico ed ETF sintetico. L’ETF a replica fisica acquista tutti i titoli contenuti nell’indice (o una parte). La composizione dell’ETF si adatta automaticamente se l’indice cambia. Cosa significa? Che se una nuova società entra nel Dax e ne sostituisce un’altra l’ETF a replica fisica sostituirà le azioni del precedente indice tedesco.
Proprio come la maggior parte dei fondi d’investimento, anche gli ETF hanno un patrimonio separato da quello della società che li gestisce: di conseguenza non è “aggredibile” da nessuno. Ciò significa che se la banca o la società di fondi sono insolventi, l’ETF può essere trasferito ad un’altra realtà.
Il discorso cambia per l’ETF a replica sintetica. In questo caso, l’indice viene replicato utilizzando derivati, non acquistando titoli. Si tratta, in sintesi, di un’opzione di scambio, conosciuta anche come swap, che promette vantaggi di costo per l’ETF. Il gestore di questo tipo di ETF assegna i titoli disponibili nell’indice ad un partner (solitamente una banca). Quest’ultima, in cambio, s’impegna a pagare per la performance dell’indice inclusi i dividendi.
A differenza della tipologia precedente, gli investitori sopportano il rischio teorico di insolvenza della controparte e, in caso di fallimento, lo swap perde il suo valore. Anche se solitamente la garanzia viene depositata (e negli ultimi anni molto è migliorato su questo fronte grazie a garanzie più tutelanti per il mercato imposte dai regolatori), non necessariamente potrebbe compensare le perdite. Dal punto di vista teorico, dunque, gli ETF a replica sintetica sono un po’ più rischiosi di quelli a replica fisica.
Occorre aggiungere, però, che il settore degli ETF a replica fisica ha iniziato a produrre ETF più “intelligenti”, chiamati ETF Smart Beta. Sempre dichiarando un indice di riferimento (benchmark), non si limitano esclusivamente a replicarlo passivamente. Bensì, effettuano delle selezioni ulteriori in base a fattori di tipo qualitativo (come azioni con maggiori dividendi) o quantitativo (per esempio titoli del paniere con minore volatilità). Esistono poi una sempre più ampia categoria di ETF Multi-Asset (fra i più conosciuti quelli della gamma Vanguard LifeStrategy) spesso considerati un punto di partenza dei cosiddetti Lazy Portfolio (i cosiddetti “portafogli pigri”) e anche di questi nella guida gratuita “Capire gli ETF” se ne parla.
I vantaggi che derivano dall’investimento in ETF e i potenziali rischi
Gli ETF presentano diversi vantaggi: minori costi, trasparenza e accessibilità. Chi desidera investire su un paniere di titoli, infatti, può acquistare ETF o fondi comuni di investimento. Gli ETF sono negoziati in tempo reale e, proprio come le azioni, hanno costi di gestione decisamente più contenuti.
In poche parole, investire in ETF conviene, poiché si tratta di strumenti più economici rispetto ai tradizionali fondi d’investimento gestiti attivamente. Ciò è dovuto al fatto che la gestione attiva da parte di un fondo costa commissioni (molto più elevate perché devono servire a pagare la catena di vendita) che ne riducono il rendimento.. E poi, oltre alla commissione relativa all’acquisto, spesso è prevista una commissione di gestione e una partecipazione ai guadagni.
Oltre al costo, coloro che sono interessati a comprare ETF spesso ne enfatizzano la trasparenza.
Un ulteriore vantaggio? È legato all’accessibilità degli ETF. L’accesso agli ETF negoziati in borsa è praticamente privo di barriere. Gli investitori possono acquistare ETF mediante banche dirette o broker online. Gli ordini sono eseguiti immediatamente al valore dell’indice corrente e, in molti casi, non sono nemmeno previste commissioni di custodia.
Naturalmente, occorre soppesare i vantaggi con gli svantaggi ed eventuali rischi, nonostante l’attività degli ETF si stia rivelando sempre più redditizia per gli emittenti. Talvolta, oggetto di critiche, è la mancanza di liquidità degli ETF che investono in mercati ultra-specializzati.
Un altro elemento da valutare per completezza che potrebbe essere visto come uno svantaggio è il prezzo. Quando gli ETF vengono negoziati, possono esporre prezzi diversi in acquisto e in vendita con forbici ampie, laddove il titolo non è molto scambiato. In questo modo l’investitore viene penalizzato, poiché paga un prezzo più alto di quello di mercato e ottiene un prezzo più basso di quello atteso. È il cosiddetto spread, un costo implicito che può variare e anche quello va considerato.
Come investire in ETF? Dove comprarli e i maggiori fornitori
Gli ETF sono quotati sulla Borsa italiana e negoziati da qualsiasi banca online o istituto di credito tradizionale. Nello scegliere con chi negoziare gli ETF è essenziale tenere conto dei costi di negoziazione che richiede il proprio intermediario, a seconda del capitale investito. Alcuni consigli?
Se il capitale investito è inferiore ai 1.000 euro è bene optare per una banca che abbia una commissione minima per operazione molto contenuta (massimo 3 o 5 euro). Il suggerimento, comunque, è di non investire in ETF molto meno di 1.000 euro, poiché acquistando solo 500,00 euro di un ETF il costo commissionale sale al 6 per mille, portandosi via l’1,2% del rendimento anche se diversi emittenti anche in Italia stanno iniziando a offrire ETF a costi di negoziazione zero tramite banche convenzionate per favorirne la diffusione e l’utilizzo soprattutto nella forma PAC (acronimo di Piano Accumulazione Capitale) ovvero l’investimento a rate.
Viceversa, tanto più i valori negoziati sono oltre i 10.000,00 euro, quanto più è importante scegliere una banca che preveda una commissione fissa per operazione o una commissione massima per eseguito. Infatti, il risparmio su un acquisto di un singolo ETF per decine di migliaia di euro può essere molto rilevante.
Chi sono i maggiori emittenti di ETF? Il maggior fornitore di ETF è BlackRock tramite iShares. In Europa come masse gestite, i numeri uno sono BlackRock (con iShares), Amundi, DWS e poi Vanguard e UBS.
La raccomandazione generale, per ciò che riguarda gli investitori privati, è quella di investire in ETF con volumi elevati, come masse sotto gestione e indici comprovati, al fine di ridurre il potenziale spread (cioè la differenza tra prezzi in acquisto e in vendita, che rappresenta un costo implicito).
Ma quali sono i migliori portafogli ETF per investire?
È importante ricordare, infine, che gli ETF non sono la panacea e non sono sinonimo di guadagni sicuri. Certo, si tratta di una bella opportunità di risparmio, da valutare però con attenzione a seconda delle esigenze di ciascun risparmiatore.
Vi sono ormai migliaia di ETF quotati sulla Borsa italiana. Per questo, è necessario avere un metodo efficace che permetta di selezionare quelli più interessanti. I mercati possono cambiare molto nel tempo: SoldiExpert SCF consiglia di movimentare il proprio portafoglio di ETF seguendo un approccio unico e innovativo, basato su più strategie differenti (anche di tipo attivo e flessibile). L’obiettivo, del resto, è quello di far ottenere al risparmiatore il miglior rapporto rischio/rendimento, scegliendo gli strumenti più interessanti.
Scaricando gratuitamente la nuovissima guida ampliata e aggiornata “Capire gli ETF” realizzata da SoldiExpert SCF, gli investitori potranno trovare tantissime risposte, idee e suggerimenti preziosi per comprendere come orientarsi al meglio e investire in ETF.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.
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