(Adnkronos) - "Come tutti i pomeriggi stavamo andando a casa col treno 2675 che da Milano Centrale ci porta a Brescia. Siamo saliti sul primo vagone, nel salire le scale al piano superiore ho notato un uomo in cui ho immediatamente riconosciuto l'attentatore di Termini, grazie alle foto girate la mattina stessa, soprattutto per i tratti somatici e le scarpe rosse. Me lo sono ritrovato davanti e ho pensato 'E' lui'". E' il racconto all'Adnkronos del Vice Brigadiere Filippo Consoli, 36 anni, effettivo al Nucleo Radiomobile del Gruppo di Milano, che insieme alla moglie, infermiera nella stessa caserma di Montebello, sede della radiomobile e dell'infermeria, ha bloccato ieri il giovane ritenuto l'aggressore della turista israeliana alla stazione Termini.
"Si è girato di scatto ed è sceso, ho assecondato la sua discesa nel treno e mentre mia moglie andava alla Polfer a chiedere ausilio, io mi sono messo in contato con il nucleo radiomobile perché facessero avvicinare immediatamente una gazzella. Ho deciso di bloccarlo solo all'arrivo della gazzella, contemporaneamente agli agenti della Polizia Ferroviaria - continua - Aggressivo assolutamente no, parecchio spaesato - descrive così Aleksander Mateusz Chomiak - una persona in quel momento debole e abbattuta, provato dalla vita di strada. Non ha opposto resistenza, quando gli ho mostrato il fermo immagine del video delle telecamere di videosorveglianza di Termini che lo ritraeva frontalmente, chiedendogli se fosse lui, mi ha fatto un cenno di assenso. Gli ho bloccato il braccio destro, fortunatamente era nella tasca destra che ho trovato le armi da taglio, e da lì gli ho fatto mettere le manette".
"Certo, ho pensato che avrei messo a repentaglio la vita mia e soprattutto quella degli altri, ma lo rifarei - precisa - assolutamente sì. Io e mia moglie abbiamo solo pensato ad agire in sicurezza, anche alla luce dei tanti presenti: si è carabinieri a 360 gradi". "Nessuna paura - interviene la moglie, appuntato Nicoletta Piccoli, 37 anni, effettivo all’Infermeria Presidiaria del Comando Legione Lombardia - D'altronde fa parte del nostro lavoro, abbiamo cercato di agire in tranquillità, in attesa dell'arrivo della nostra pattuglia e della polfer". (di Silvia Mancinelli)