(Adnkronos) - Milano, 17 ottobre 2022. Tra i numerosi strumenti quotati in borsa, i certificate hanno avuto in questi anni un forte successo tra i risparmiatori e i consulenti finanziari indipendenti di SoldiExpert SCF spesso in questi anni hanno messo in guardia dai facili entusiasmi con cui vengono spesso promessi. Anche perché, come capita spesso, generando buoni guadagni a chi li emette e a chi li vende, vengono promossi attivamente da molti intermediari e banche e reti li hanno spinti in modo crescente.
Noti anche come “certificati”, i certificate sono derivati cartolarizzati quotati in mercati regolamentati. Cosa significa? Che sono strumenti finanziari derivati, il cui valore cioè “deriva” da quello di un sottostante, che può essere composto da azioni, obbligazioni, indici o altri derivati. Quasi tutti i derivati sono contratti, cioè documenti che impegnano due parti; i certificati, invece, sono “cartolarizzati” perché non sono contratti ma titoli di proprietà. Anche per questo i derivati cartolarizzati (in inglese securitized derivatives) vengono quotati in circuiti diversi rispetto a quelli dei derivati normali. In Italia i primi sono quotati sul Sedex, i secondi sull’Idem. Ma da cosa “deriva” il valore dei certificati? Diciamo che il certificato è un po’ di un creativo “fritto misto” composto principalmente da opzioni.Questo tipo di strumento si divide in due macro-categorie, i certificati d’investimento e i certificati a leva.
Prodotti quindi non semplicissimi da capire e che invece vengono collocati a risparmiatori spesso ignari delle regole come dei costi sottostanti.
Sono spesso messi a confronto con i CFD (contratti differenziali), ma questi ultimi non solo non sono quotati in borsa (sono infatti cosiddetti derivati OTC, cioè negoziati direttamente con gli intermediari), ma richiedono margini di garanzia e, diversamente dai certificati, possono portare anche a perdite superiori al capitale investito.
CERTIFICATI D’INVESTIMENTO
I certificati di investimento (o investment certificates) possono essere anche a capitale totalmente o parzialmente protetto. In questa categoria rientrano numerose tipologie di certificati, che gli emittenti denominano Cash Collect, Express, Bonuse in altri modi ancora. Il motivo di questa proliferazione di certificates è semplice: trattandosi di combinazioni di opzioni, è solo la fantasia degli emittenti che ne limita le varianti. Le caratteristiche dei certificati sono spesso ben “nascoste” in complessi prospetti informativi (i documenti obbligatori che dovrebbero far capire come funzionano gli strumenti emessi), per cui non è facile sintetizzarle.
Vi sono certificati a capitale protetto, certificati a capitale condizionatamente protetto e altri senza alcuna protezione.Ovviamente la protezione pesa sul prezzo dello strumento e incide sul rendimento. Oppure hanno caratteristiche specifiche:i Cash Collect, per esempio, distribuiscono cedole periodiche, ma non tutti lo fanno. Inoltre, ed è questa la caratteristica principale dei certificate, servono a scommettere su una tendenza e, proprio perché sono combinazioni di opzioni, offrono un potenziale guadagno solo se si verificano determinate condizioni al rialzo o al ribasso. Il punto essenziale dell’investimento in certificati è la “barriera”, cioè il livello di prezzo del sottostante a cui scattano i vincoli (negativi o positivi per l’investitore) previsti.
CERTIFICATI A LEVA:PIU’ RISCHIOSI DI QUELLO CHE MOLTI RISPARMIATORI PENSANO
Oltre agli investment certificates, gli investitori possono operare con i leverage certificates o certificati a leva. In questo caso incorporano un effetto moltiplicatore e se la tendenza ipotizzata del sottostante, al rialzo o al ribasso, si verifica, si possono ottenere guadagni aggiuntivi anche importanti. Ma se il certificate va a “sbattere” contro la barriera, anche le perdite possono essere soggetto al famigerato effetto leva. Barriera che può essere ti tipo “europeo” (a scadenza) o “americano” (in qualunque momento di mercato).
Per fare un esempio, se un certificato a leva 5 “long” (che cioè punta su una tendenza rialzista) ha come sottostante un indice e questo sale dell’1%, il certificato si apprezza del 5% mentre lo stesso certificato “short” (che punta sul ribasso) scende del 5%.La difficoltà (cioè il rischio) è quindi quello di stimare correttamente la tendenza sulla base delle numerose condizioni che possono essere inserite nel certificato stesso relativamente alle diverse situazioni di mercato.
PER MOLTI MA NON PER TUTTI
I certificates, quindi,“non sono adeguati per investitori che non vogliono assumere il rischio di perdere, in tutto o in parte, il capitale investito”, come sottolinea una nota di Mediobanca. E non conta se si hanno solo 10.000 euro o se si ha da investire un patrimonio di 500.000-1 milione di euro.
E inoltre non si tratta di prodotti sempre super liquidi o liquidabili e la statistica dice che l’evento barriera non è così improbabile che si verifichi storicamente.
Un buon consulente finanziario indipendente consiglia di utilizzare i diversi strumenti d’investimento sulla base di un’attenta analisi della situazione patrimoniale, del profilo di rischio e degli obiettivi dei singoli clienti e nel caso di SoldiExpert SCF i certificati vengono considerati non certo uno strumento da mettere in cima al portafoglio di un risparmiatore poiché i contro sono per esperienza superiore ai pro.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo comunicato è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti a livello nazionale. Vanta clienti di ogni tipo e portafoglio (soprattutto privati) in tutta Italia grazie anche a un modello unico basato sulla Rete e sulla tecnologia come la possibilità di collegarsi in video-conferenza con i propri esperti che operano in più parti d’Italia.
La consulenza fornita può riguardare tutto il patrimonio o sola la parte legata agli investimenti finanziari (azioni, obbligazioni, ETF, fondi) o assicurativi (spesso unitlinked che di fatto sono investimenti finanziari spesso “travestiti”) e si basa su un’attenta analisi preventiva (tipicamente i risparmiatori che si rivolgono a SoldiExpert SCF partono con un check up ed è possibile richiedere gratuitamente una prima consulenza di 30 minuti) di efficienza del portafoglio detenuto dal cliente in termini di costi e rischi. E il fatto di essere una società che fornisce esclusivamente consulenza su base indipendente è un punto molto importante per gli investitori poiché SoldiExpert SCF viene remunerata direttamente in modo trasparente dai clienti senza quindi ottenere provvigioni o commissioni sui prodotti consigliati come è tipico dell’industria del risparmio gestito in Italia.
Si ricorda anche ai fini dello studio proposto che le performance passate nei mercati finanziari non costituiscono necessariamente garanzia, nè indicazione di performance future e non dovranno essere perciò utilizzate come unico criterio di valutazione per la scelta degli investimenti. Per maggiori informazioni si invita a visitare il sito soldiexpert.com
Link e approfondimenti
Sito ufficiale: https://soldiexpert.com
Newsletter gratuita: https://soldiexpert.com/lettera-settimanale/
Email:ufficiostudi@soldiexpert.com
Canale video Youtube: https://www.youtube.com/user/SoldiExpert
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/soldiexpert